20 Settembre 2024
lavoro donne famiglia

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Fonte: Sole 24 Ore

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di Laura La Posta

La presidente del Senato : «Il potenziale femminile inespresso vale più di un quarto del Pil mondiale»

L’Onu lancia l’allarme sulla sostenibilità sociale, la più trascurata delle tre dimensioni della sostenibilità (ambientale, sociale ed economica, nella definizione classica). La pandemia da Covid-19 ha cancellato i progressi sociali conquistati con enorme difficoltà negli ultimi decenni e le prime vittime di questa regressione sono le donne.
«Chiedo un cessate il fuoco della violenza domestica, cresciuta a dismisura durante il lockdown – ha dichiarato il segretario generale António Guterres, presentando un report sulla situazione femminile -. E chiedo ai Governi di mettere al centro delle loro strategie per la ripresa le donne, innanzitutto promuovendole come leader e decision maker e poi combattendo le disuguaglianze preesistenti al virus, che si stanno ampliando. Il 60% delle donne lavora nell’economia informale: milioni di quei posti di lavoro sono scomparsi durante la pandemia e il lockdown. La chiusura delle scuole e l’aumento dei compiti di cura dei familiari a casa o malati hanno aumentato il loro carico di lavoro non retribuito, impedendo la ricerca di nuove opportunità d’impiego. I danni sono devastanti. Ora è indispensabile che contributi economici e prestiti siano indirizzati sulle donne in particolare».
All’appello hanno risposto gli ambasciatori di 124 Paesi membri, che si sono impegnati a riportare queste istanze ai Governi, ricordando in una lettera che «il 70% dei lavoratori essenziali e degli addetti al primo soccorso sono donne, impegnate in prima linea e con enorme sacrificio personale contro il Covid-19».
A queste donne al fronte nella guerra al coronavirus ha dedicato un Cenacolo il Canova club Milano, organizzazione non profit molto attiva nella filantropia sociale (che ha anche regalato diversi ventilatori polmonari a ospedali al Nord, al Centro e al Sud Italia). Il service Leaf (Leadership al femminile) ha portato l’attenzione sulle donne in trincea negli ospedali, a casa (silenziose creatrici di coesione familiare e sociale), al lavoro e nel volontariato sociale.

Casellati: donne protagoniste della lotta al virus
All’incontro ha inviato un messaggio la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, che ha indicato proprio nelle donne la leva segreta della ripartenza. «La pandemia ha costretto anche il nostro Paese a misurarsi con i tanti limiti e le criticità di una società in cui il divario di genere continua ad avere dimensioni che non possono e non devono essere più tollerate – ha sottolineato -. Per ogni esempio di successo femminile che celebriamo nel mondo del lavoro, dell’economia, della cultura, della scienza e nelle istituzioni, ci sono ancora troppe storie non raccontate di pregiudizi e barriere sociali. Storie di donne di talento, competenze e professionalità che ancora non sono messe nelle reali condizioni di esprimere pienamente il proprio potenziale».
Su quelle stesse donne si è riversato il peso maggiore dell’emergenza sanitaria, ha evidenziato la prima presidente donna del Senato. «Di fronte alla chiusura delle scuole e alla sospensione di molti servizi essenziali – ha rilevato -, sono state costrette a reinventare completamente le proprie giornate per conciliare al meglio lavoro, casa, cura dei figli e spesso anche l’assistenza agli anziani e agli ammalati. Sono state protagoniste di una nuova silenziosa resistenza quotidiana, combattuta con le armi della creatività, dell’intelligenza, della generosità, della concretezza e della forza di volontà».
«Ed è proprio dal loro esempio che dobbiamo trarre ispirazione per governare la fase della ripresa – ha sottolineato – e disegnare l’Italia di domani partendo dalla consapevolezza che nessuna strategia, nessuna progettualità, potrà mai dirsi veramente vincente se non prenderà le mosse da nuove e ambiziose politiche pubbliche in materia di emancipazione femminile. Strategie capaci di guardare oltre la logica delle misure di tutela, certamente utili ma non sufficienti da sole a garantire un contesto sociale di pari dignità e di pari opportunità. Proteggere il ruolo delle donne nella società significa infatti, prima di tutto, riconoscere con atti concreti il loro diritto a vedere finalmente riconosciuti e premiati i loro meriti. E possiamo farlo sia inaugurando una nuova stagione di riforme legislative per incentivare l’occupazione femminile, sia con interventi di settore che consentano di valorizzare un potenziale femminile inespresso che, secondo le ultime stime, vale più di un quarto di Pil mondiale. Questo sì vorrebbe dire restituire all’Italia e alle italiane la prospettiva di un futuro veramente solido, moderno, sostenibile e libero dalle morse del pregiudizio di genere».

Rossello: necessario valorizzare le giovani
Un messaggio valoriale forte, quello che proviene dalla seconda carica dello Stato. Sulla stessa lunghezza d’onda le relatrici del Cenacolo: la deputata (anche avvocato titolare di studio legale a Roma, Milano e Bruxelles nonché fondatrice del Progetto Donne e Futuro) Cristina Rossello, l’amministratore delegato di Microsoft Silvia Candiani e Silvana Riggio, docente e neuro-psichiatra molto stimata a New York.
«Sono le giovani donne, in particolare, la risorsa da valorizzare per accedere a un futuro migliore, più equo e sostenibile – ha sottolineato l’onorevole Cristina Rossello -. Con il Progetto Donne e Futuro abbiamo aperto la strada professionale a tantissime giovani di tutto il Paese, aiutandole a realizzare i loro sogni e le loro ambizioni. Le giovani ci chiedono solo che siano riconosciuti i loro meriti, oltre a consigli e mentoring. In cambio, quando riescono a realizzarsi nella vita personale e nel lavoro, ridanno indietro alla società un enorme apporto, con una passione, un senso civico e un’abnegazione senza pari. Bisogna dar loro fiducia e si verrà ricompensati con un effetto moltiplicatore tangibile e positivo sulla società».

Riggio: attenzione al burnout
«Ma attenzione ai disturbi post traumatici da stress conseguenti alla pandemia da Covid-19– ha avvertito Silvana Riggio, professore ordinario di Psichiatria, Neurologia, Medicina della Riabilitazione e Human Performance alla Icahn School of Medicine all’ospedale Mount Sinai di New York -. Il rischio burnout è più forte per le donne, proprio perché gravate da compiti di cura impegnativi, oltre che dal lavoro. I risvolti psicologici della ripartenza non sono da sottovalutare. Le imprese farebbero bene a creare dei programmi che mirano a rafforzare il benessere dei lavoratori, con particolare riferimento alla componente femminile della forza lavoro, anche per non perdere produttività e opportunità di rilancio».

Candiani: più donne nelle tecnologie
E il rilancio tanto atteso del nostro Paese non potrà prescindere dal digitale, dimostratosi essenziale nello smart working e per le lezioni scolastiche a distanza durante il lockdown. Il digital gap, come il gender gap, persiste in Italia, in particolare per quanto riguarda la digitalizzazione delle imprese (oltre che la capillare diffusione della banda larga). Anche su questo fronte, essenziale al pari dell’assistenza sanitaria nell’era pandemica, ci sono donne in prima linea, silenziose al lavoro ma capaci di grandi visioni. Come Silvia Candiani, amministratore delegato di Microsoft Italia.
«Il nostro nuovo piano Ambizione Italia #DigitalRestart vale 1,5 miliardi di dollari e promette di accelerare la digitalizzazione del Paese, di favorire la creazione di 10mila posti di lavoro e di attivare investimenti fino a 9 miliardi – ha raccontato al Cenacolo la prima country manager italiana donna dell’azienda fondata da Bill Gates -. Consiglio alle giovani di studiare materie tecniche e di lanciarsi nel mondo delle tecnologie: c’è un forte bisogno di competenze e le aziende sono più orientate, in questa fase storica, a valorizzare i talenti femminili».
Ma il digitale, il vaccino per il Covid-19 (al quale stanno lavorando anche tante ricercatrici donne), i ricchi recovery plan nazionali non creeranno una ripresa veramente sostenibile nel lungo periodo, se metà dei talenti sono sottovalutati, ostacolati, inespressi. Come ha sottolineato il segretario generale dell’Onu, Guterres, «la società progredirà solo se permetteremo alle donne di progredire, attraverso la meritocrazia».<

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