Fonte: La Stampa
di Marco Bresolin
La spinta per le riforme «si è indebolita da metà 2016»
Il commissario all’Euro Valdis Dombrovskis lo dice senza mezzi termini: “Già a partire da oggi ci sarebbe da aprire una procedura per deficit eccessivo, ma torneremo sulla questione ad aprile, dopo aver verificato il rispetto degli impegni presi”. La Commissione europea concede altri due mesi di tempo all’Italia per correggere i conti pubblici, e in particolare per ridurre di due decimali il deficit strutturale (pari a 3,4 miliardi di euro).
Il verdetto a maggio
Bruxelles lancia però un’avvertenza: se il governo non dovesse attuare “in modo credibile” le misure promesse, la Commissione considererà non rispettata la regola del debito”. E dunque a maggio, “in base alle previsioni dei primavera 2017” deciderà se aprire “una procedura per disavanzi eccessivi”. L’avvertimento è scritto nero su bianco nel rapporto sul debito italiano pubblicato questa mattina, insieme con il rapporto-Paese che evidenza la situazione economica.
Le spese eccezionali
Dombrovskis ha poi ricordato che la correzione richiesta è già al netto delle spese eccezionali sostenute dall’Italia lo scorso anno: la Commissione, ha sottolineato, “ha già pienamente scontato la crisi dei rifugiati e il terremoto”. Il suo collega francese, Pierre Moscovici, si è detto ottimista sul fatto che “l’Italia possa rispettare le regole” e dunque evitare all’esecutivo Ue di aprire una procedura.
Le riforme rallentano
Pur stando ben attenta a non citarla direttamente (come invece aveva fatto nel documento allegato alle previsioni economiche diffuso la scorsa settimana), la Commissione ha puntato ancora una volta il dito sulla situazione politica italiana. “Gli sviluppi interni – questi i termini utilizzati – hanno rallentato l’adozione di nuove riforme in Italia. Spingere un’agenda ambiziosa di riforme strutturali avrebbe potuto impattare positivamente sulle prospettive di crescita a medio termine dell’Italia e migliorare la sostenibilità delle finanze pubbliche”. C’è anche un riferimento temporale al rallentamento delle riforme (“la spinta si è indebolita da metà 2016”) e un elenco di quelle promosse e di quelle invece che andrebbero fatte. Vengono evidenziate “importanti lacune” in particolare “sulla concorrenza, la tassazione, la lotta alla corruzione e la riforma della contrattazione collettiva”. Si considerano invece come “positive” quelle sul mercato del lavoro, sul settore bancario, sulle procedure fallimentari, sul sistema giudiziario e sulla pubblica amministrazione.
La questione banche
Nell’analisi, Bruxelles rileva che il debito pubblico italiano “rimane una fonte maggiore di vulnerabilità nel medio termine” e indica tra gli ulteriori elementi di rischio “il possibile costo sostenuto dal governo per la ricapitalizzazione di banche italiane deboli e la compensazione dei detentori di obbligazioni subordinate”.
Germania e Austria
Per il secondo anno consecutivo, la Commissione ha deciso di sottoporre la Germania a un monitoraggio specifico per i suoi squilibri economici. Sul banco degli imputati c’è l’elevato surplus delle partite correnti, che è “aumentato ulteriormente nel 2015 e 2016”. Infine, oggi Bruxelles ha deciso di multare l’Austria per aver truccato le statistiche sui conti pubblici. Per Vienna la sanzione sfiora i 30 milioni di euro.