21 Novembre 2024

L’esecutivo comunitario chiede una politica fiscale «prudente» e di mantenere la spesa primaria netta entro l’1,3% nel 2024

Assicurare una politica fiscale «prudente» e arginare la crescita della spesa primaria netta entro a un tetto dell’1,3% nel 2024. Tagliare le tasse, soprattutto sul lavoro, senza intaccare la progressività fiscale. Garantire un’amministrazione efficiente per attuare il piano di ripresa e resilienza e ridurre il più possibile la dipendenza dai combustibili fossili.
Sono le raccomandazioni che la Commissione europea ha inviato all’Italia, l’architrave delle politiche di coordinamento e sorveglianza Ue. Nel documento l’esecutivo ribadisce «un rischio crescente di ritardi» nella gestione del piano, mentre la Commissione ha deciso di evitare procedure per deficit eccessivo nel 2023. Il commissario all’Economia Paolo Gentiloni ha dichiarato che Bruxelles «prevede di farlo» nel 2024: «È un messaggio per gli Stati membri: sulla base dei dati del 2022, sarebbero 14» gli stati fuori dai parametri.

I tre «blocchi» delle raccomandazioni
Le raccomandazioni diramate dall’esecutivo comunitario non si discostano troppo da quelle già formulate per il 2022, quando Bruxelles aveva chiesto a Roma una politica fiscale «prudente» e un argine alla spesa corrente. Il documento del 2023 ricorre per la prima volta all’indicatore della cosiddetta spesa primaria netta, calcolata al netto delle entrate una tantum, interessi o spese per la disoccupazione.
Bruxelles insiste soprattutto su tre fronti: quello fiscale, con il tetto alla crescita della spesa corrente, il “travaso” dei risparmi dai sussidi energetici alla riduzione del deficit e una riforma che preservi la progressività; l’attuazione del piano nazionale di ripresa e resilienza, da garantire con una governance accurata; un’accelerazione sulle rinnovabili e la riduzione della dipendenza da fonti fossili, favorendo una transizione green che sembra latitare in Italia.
In particolare, sul versante fiscale, la Commissione Ue chiede all’Italia di «ridurre ulteriormente le imposte sul lavoro e rendere più efficiente il sistema tributario adottando e attuando debitamente la legge delega sulla riforma fiscale, preservando la progressività del sistema tributario». L’Italia, prosegue, dovrà «migliorare l’equità» del sistema fiscale, «in particolare razionalizzando e riducendo le agevolazioni fiscali, compresa l’Iva e le sovvenzioni dannose per l’ambiente», riducendo «la complessità del codice fiscale».
Su quello del Pnrr, Bruxelles chiede di «garantire una governance efficace e rafforzare la capacità amministrativa, in particolare a livello subnazionale, per consentire un’attuazione continua, rapida e costante del Piano per la ripresa e la resilienza». La richiesta è di «completare rapidamente il apitolo RePowerEu al fine di avviarne rapidamente l’attuazione» e di «procedere alla rapida attuazione dei programmi della politica di coesione».

Ue: Gentiloni, risposta a sfide non è aumentare debito
Il Commissario all’Economia Paolo Gentiloni ha dichiarato che la risposta alle «sfide multiple» della congiuntura, dalla transizione climatica agli impatti della guerra in Ucraina, non deve passare dall’aumento del debito. «Quello che dovrebbe essere chiaro – ha detto Gentiloni – è che non c’è una soluzione facile, aumentare il debito. Sono sfide che dovremo affrontare tenendo i nostri debiti su una traiettoria discendente» e questo vale «specialmente» per i Paesi più esposti. Come finanziare gli investimenti massicci che saranno necessari in Europa «è quello che stiamo discutendo» nella riforma del patto di stabilità e con la proposta di istituire un fondo sovrano Ue. «Diversi Paesi», nota, hanno chiesto di spingere gli investimenti per la difesa, un argomento che è «in discussione». Sarà «la grande storia dei prossimi anni, non delle prossime settimane», conclude.

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