La Commissione svela un atto legislativo per promuovere le tecnologie pulite in vista della neutralità climatica al 2050. Prevista stretta su società che controllano oltre il 65% del mercato comunitario
Nel desiderio di allineare il settore industriale agli obiettivi ambientali, la Commissione europea ha presentato oggi, giovedì 16 marzo, un atto legislativo (il Net-Zero Industry Act in inglese) con il quale intende promuovere la produzione di tecnologie pulite nell’Unione europea (la cosiddetta Clean Tech). Tra le misure vi è una norma che apre la porta a limiti all’acquisto pubblico di merce o tecnologia proveniente da un solo fornitore (lo sguardo corre alla Cina).
«Abbiamo bisogno di un contesto normativo che ci permetta di accelerare la transizione verso l’energia pulita», ha detto in un comunicato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. «La legge che presentiamo oggi creerà le migliori condizioni per quei settori che sono cruciali in vista del raggiungimento dei nostri obiettivi ambientali». L’obiettivo è di dare all’Europea una propria politica industriale, campo rimasto finora nelle mani nazionali.
Obiettivo clean tech al 40% dei bisogni Ue entro il 2030
La Ue punta sulla neutralità climatica entro il 2050. In quest’ottica, Bruxelles vuole che l’industria europea nella Clean Tech rappresenti il 40% dei bisogni comunitari da qui al 2030. Nell’articolo 19 del regolamento viene specificato che nell’organizzare appalti pubblici il paese membro deve valutare se escludere una società che controlla il 65% del mercato europeo in specifici settori. Nel testo si precisa che il criterio deve essere applicato in modo «trasparente e non discriminatorio».
Una maggiore resilienza «dovrebbe basarsi su una più stretta collaborazione con i nostri principali fornitori – ha commentato il direttore generale dell’associazione imprenditoriale Business Europe Markus J. Beyrer –. Occorre evitare elementi protezionistici. La legge sull’industria a zero emissioni deve mantenere i mercati aperti». In Germania, l’associazione delle imprese metalmeccaniche Gesamtmetall ha accusato Bruxelles di voler imporre «una economia pianificata».
Le otto tecnologie sostenute dalla legge
La legge sostiene otto tecnologie. Si tratta del solare fotovoltaico e del solare termico; dell’energia eolica; delle batterie; delle pompe di calore ed energia geotermica; degli elettrolizzatori e celle a combustibile; del biogas e del biometano; della cattura e dello stoccaggio del carbonio; e delle tecnologie di rete. Sono stati inclusi anche i carburanti alternativi sostenibili, e il nucleare quando si tratta di piccoli reattori modulari e di tecnologie avanzate con scorie minime nel ciclo del combustibile.
La scelta di introdurre il nucleare è stata controversa, ma evitando contraddizioni, il collegio dei ministri ha scelto la formulazione usata in occasione della tassonomia, la classificazione delle energie verdi pubblicata nel 2022, venendo così incontro alle pressioni di Parigi.
Il commissario (francese) al mercato unico Thierry Breton ha salutato la scelta della Commissione: «Non abbiamo bisogno di un approccio ideologico», ha spiegato.Come detto, il testo legislativo, che dovrà essere approvato da Parlamento e Consiglio, intende promuovere la cattura del carbonio, facilitando l’iter autorizzativo.
«Il regolamento stabilisce l’obiettivo europeo di raggiungere una capacità di iniezione annuale di 50 mega-tonnellate nei siti strategici di stoccaggio di Co2 nella UE entro il 2030 (…) Ciò eliminerà un importante ostacolo allo sviluppo della cattura e dello stoccaggio di Co2 come soluzione economicamente utile per la lotta al cambiamento climatico».
Ridotti i tempi di concessione dei permessi
Sempre sul fronte delle autorizzazioni, il regolamento prevede una riduzione dei tempi nella concessione dei permessi a 12 mesi per i progetti di produzione a tecnologia zero con una capacità produttiva annua inferiore a 1 GW e a 18 mesi per i progetti superiori a 1 GW.
Le autorizzazioni dovranno giungere entro nove mesi per i progetti strategici a zero emissioni con una capacità produttiva annua inferiore a 1 GW e entro 12 mesi per progetti superiori a 1 GW. Infine, tra i provvedimenti presentati oggi anche una banca europea dell’idrogeno rinnovabile.