Fonte: La Stampa
Nel mirino della Commissione il mancato rispetto delle regole comunitarie
È partita oggi la lettera della Commissione europea al governo italiano in cui si chiederà quali fattori rilevanti giustifichino, secondo l’esecutivo, il mancato rispetto della regola del debito nel 2018, anno in cui il debito pubblico italiano, anziché diminuire in rapporto al Pil, è aumentato dal 132,2%, dal 131,4% del 2017, per via della crescita debole dell’economia italiana. Si tratta di un passaggio formale previsto, propedeutico alla redazione di un rapporto ex articolo 126.3, in cui la Commissione valuta le ragioni che spiegano il mancato rispetto della regola del debito, per cui se uno Stato ha un debito superiore al 60% del Pil, come è il caso dell’Italia, deve ridurlo in misura soddisfacente.
Appena giunta la lettera lo spread tra Btp e Bund è salito a 283 punti base. Il rendimento del decennale italiano è in rialzo al 2,65%. In giornata il differenziale era sceso fino a 277 punti.
Il debito italiano, a causa principalmente della frenata dell’economia, è aumentato, anziché diminuire o rimanere stabile in rapporto con il Pil. Oltre all’Italia, anche altri tre Paesi membri riceveranno lettere analoghe, ma il caso dell’Italia è il più importante, vista la dimensione del nostro debito pubblico. La lettera, a differenza dello scorso autunno quando si lavorava su dati previsionali, terrà conto dei dati a consuntivo, certificati da Eurostat in aprile.
Secondo il Vademecum sul patto di stabilità “una violazione programmata del criterio del debito deve essere confermata da dati a consuntivo per innescare l’apertura di una procedura per deficit eccessivo” legata al debito (le fasi della procedura sono le stesse, e sono ben 17), mentre una procedura sul deficit può essere anche lanciata sulla base di previsioni.
Il rapporto ex articolo 126,3 verrà adottato e presentato mercoledì prossimo, insieme al pacchetto di primavera, del quale il vicepresidente Valdis Dombrovskis e il commissario Pierre Moscovici oggi hanno dato “una breve introduzione” al collegio dei commissari, ha spiegato il portavoce capo Margaritis Schinas, che non ha aggiunto molti particolari, malgrado le ripetute domande dei cronisti. Il governo italiano ha 48 ore di tempo per rispondere alla lettera, quindi entro venerdì, per consentire ai servizi della Dg Ecfin di chiudere il rapporto ex articolo 126.3. La brevità della scadenza è dovuta anche al fatto che la Commissione ha deciso di rimandare la richiesta a dopo le elezioni, per evitare strumentalizzazioni in campagna elettorale.
In ogni caso, il Mef non sarà sicuramente colto di sorpresa dalla richiesta della Commissione, anche perché “siamo in contatto con le autorità di tutti gli Stati membri”, ha concluso Schinas.