Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha detto che «è una visione ideologica quella che vorrebbe risolvere la questione femminile lottando contro il patriarcato» ma queste affermazioni non sono corrispondenti a quello che dicono i dati e le storie
Secondo il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara «L’incremento dei fenomeni di violenza sessuale è legato anche a forme di marginalità e devianza in qualche modo discendenti dalla immigrazione illegale». Ha affermato anche che «è una visione ideologica quella che vorrebbe risolvere la questione femminile lottando contro il patriarcato» sottolineando che la via giusta per contrastare la violenza è quella «concreta, ispirata ai valori costituzionali». Lo ha detto in un videomessaggio nel giorno in cui, alla Camera, Gino Cecchettin presentava la Fondazione che si occupa di progetti di prevenzione nelle scuole.
Queste affermazioni non sono corrispondenti a quello che dicono i dati e le storie. Proviamo ad argomentare.
1) Tutti i dati (compresi quelli del ministero dell’Interno) non registrano un aumento dei fenomeni di violenza sulle donne, che dal punto di vista dei reati, sono sostanzialmente in numero stabile rispetto agli anni passati. Semmai aumentano le denunce, ma questo dipende, per fortuna, dalla più diffusa consapevolezza da parte delle donne.
2) Violenza e immigrazione irregolare: a guardare i reati più gravi, ovvero gli omicidi di donne commessi in ambito familiare o affettivo, questi sono commessi per la maggior parte da italiani. 3) La violenza sulle donne in tutte le sue forme (fisica, psicologica, sessuale ed economica) è purtroppo un fenomeno trasversale alle classi sociali e non è riducibile solo a «forme di marginalità e devianza».
4) Il ministro riduce la questione del patriarcato all’aspetto giuridico che, osserva, «è finito con la riforma del diritto di famiglia del 1975». Vero, ma per patriarcato non si intende solo questo, bensì il persistere di una asimmetria tra uomini e donne nella società. Basta aprire un manuale di sociologia. Oppure, ancora più semplice, aprire la Treccani, proprio come fece Gino Cecchettin. Dove, alla voce «patriarcato» si legge: «Tipo di sistema sociale in cui vige il ‘diritto paterno’, ossia il controllo esclusivo dell’autorità domestica, pubblica e politica da parte dei maschi più anziani del gruppo».
La posizione di privilegio che ancora resiste, anche se non più in senso giuridico, ha come conseguenza il fatto che l’uomo possa arrivare a pensare di poter possedere una donna. Questa è la radice culturale della violenza. Ridurla a «residui di maschilismo e di machismo» come dice il ministro, significa smontare ogni sforzo di prevenzione alla violenza. Ovvero proprio quella che lo stesso Gino Cecchettin si prefigge di fare con la fondazione.