22 Novembre 2024

Fonte: Corriere della Sera

di Guido Santevecchi

Entra in vigore solo una tregua commerciale ma sul fronte della supremazia tecnologica, della supremazia intellettuale e degli investimenti il conflitto continua


Era notte a Pechino quando alla Casa Bianca è andato in scena il party per la firma della Fase uno dell’accordo commerciale. Dunque, potrebbe essere normale il silenzio in Cina. Però, c’è poco da celebrare quando ci si impegna a comprare dall’avversario (l’autoproclamato «artista dell’accordo» Trump) 200 miliardi di dollari di merci e servizi in più in due anni e in cambio non si ottiene la fine dei dazi sul proprio export, ma solo un alleggerimento parziale. Xi Jinping non vuole presentarsi alla sua opinione pubblica come un uomo che fa concessioni, anche per questo ha delegato la firma e i relativi sorrisi di circostanza al vicepremier Liu He, evitando di comparire al fianco di un esultante Trump.
«Abbracciarsi mentre si combatte», riassume Bill Bishop, americano che ha frequentato per molti anni Pechino e dirige la newsletter Sinocism. Il suo sembra quasi un aforisma tratto dall’Arte della guerra del mitico generale filosofo Sun Tzu, ma fotografa la situazione attuale.
Entra in vigore solo una tregua commerciale, la guerra continua sul fronte della supremazia tecnologica, di Huawei e del suo 5G, della proprietà intellettuale e degli investimenti. Serviranno altri negoziati, mentre incombe il temuto «decoupling», il disaccoppiamento tra la prima e la seconda economia del mondo. Meglio tenere i riflettori spenti sulla cerimonia della Casa Bianca allora. Ai giornali comunisti erano state passate veline statali concentrate sul «ravvedimento» Usa: il riconoscimento improvviso e non casuale dello US Treasury che la Cina non ha manipolato lo yuan. È caduta così un’accusa ingiuriosa (e per la verità inconsistente) contro Xi. Silenzio sulla tregua commerciale dopo 18 mesi di guerra. I tg e il Quotidiano del Popolo si sono occupati d’altro; solo il Global Times ha infilato in un commento la frase: «… non dite che abbiamo perso perché la Cina aumenterà gli acquisti di prodotti american; c’era qualche squilibrio nella bilancia commerciale, la Cina è un grande mercato e i prodotti Usa servono a migliorare i consumi della nostra gente. Vedremo se gli Usa sapranno fornire abbastanza prodotti accettati dal nostro mercato, a prezzi competitivi». Fase uno con caratteristiche cinesi. Abbracciarsi e continuare a combattere.

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