Gli studenti hanno già abbastanza pressioni, non carichiamoli anche di quelle politiche

L’idea di nazione non può essere disgiunta dalla libertà e dall’umanità; soltanto così non diventa oppressione su altri popoli. La prima cosa ce l’ha insegnata Cavour; la seconda Mazzini. Non so se sia di destra e di sinistra; è un utile ripasso per i nostri figli e nipoti.  Non è vero che i temi della maturità siano la prima prova dell’era sovranista. Al contrario; non sono poi così male.
I n ogni caso, non dovrebbero essere il pretesto per riaprire la discussione su quanto ci fosse di conformismo di regime negli Indifferenti di Moravia, o su quanto l’idea di nazione di Federico Chabod somigli a quella di Fratelli d’Italia.
La lunga citazione dello storico rende semmai giustizia a Giuseppe Mazzini, frettolosamente indicato anche da esponenti politici e culturali dell’attuale maggioranza come padre della triade Dio patria famiglia. Mazzini era certo un patriota, ma includerlo nel campo conservatore è una forzatura, e non perché ci sia qualcosa di male nell’essere conservatore; al contrario, perché quel campo è già così nutrito che non occorre costringervi spiriti che sentivano diversamente.
Se all’idea di nazione si accompagna quella di libertà e quella di umanità, allora la si rende incompatibile con i totalitarismi; questo intendeva dire Chabod, riallacciando la nazione italiana al Risorgimento, e liberandola dalle incrostazioni del fascismo che si basava sull’idea della disuguaglianza tra le nazioni, le razze, le religioni, le persone.
Per il resto, acchiappare i grandi e rinchiuderli nelle nostre categorie è molto difficile. Cavour fu un esponente della Destra storica; ma il «connubio» con Urbano Rattazzi venne definito «centrosinistro», al maschile, e tagliava fuori le ali estreme, quella austriacante e quella repubblicana.
Questo non significa che destra e sinistra non esistano; ma che non sono la misura di tutte le cose, e di tutte le persone. Suona a maggior ragione vacua la discussione sulla presenza di Oriana Fallaci in quota destra. Certo, è stata soprattutto la destra a difendere la Fallaci della rabbia e dell’orgoglio dopo l’11 settembre, forse l’articolo più letto e commentato nella storia del giornalismo italiano. Ma prima era stata soprattutto la sinistra a infervorarsi in difesa dell’Oriana che dal Vietnam denunciava le atrocità della guerra americana, e da Città del Messico documentava la repressione della protesta dei giovani. È ovvio, ma all’evidenza ancora utile, ricordare che certe personalità — compreso un altro grande giornalista come Piero Angela — appartengono a tutti i loro lettori. Sono patrimonio del Paese, o se preferite della nazione; non di una fazione.
Gli studenti hanno già abbastanza pressioni; non carichiamoli anche di quelle politiche. Non leggiamo pure i temi della maturità alla luce delle diatribe tra i partiti. Tanto la traccia sulla storia non la fa mai nessuno, e quasi tutti avranno scelto il tema — pure quello niente male — sull’attesa al tempo di whatsApp.

A.N.D.E.
Panoramica privacy

This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible. Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful.