Fonte: Corriere della Sera
di Guido Olimpio
Quanto è accaduto è stato un atto di terrorismo, inutile cercare altre definizioni. Un’esplosione di violenza in parte attesa, diretta conseguenza dell’epoca che viviamo
La tentata strage di Macerata è forse un punto di inizio per l’Italia e il proseguimento di quanto visto prima negli Usa e quindi in Europa. Un sentiero marcato da alcuni segnali.
Primo. È un atto di terrorismo, inutile cercare altre definizioni. Un’esplosione di violenza in parte attesa, diretta conseguenza dell’epoca che viviamo e delle parole che girano. Dimostra quanto sia facile passare dalle parole alle armi. Basta avere una pistola ed esser pronti a usarla.
Secondo. È anche una forma di terrorismo «personale». Il gesto ha una base ideologica ben chiara — saranno i magistrati a chiarire quanto profonda — ma ci sono aspetti legati al profilo del protagonista. Vita complicata, molti lavori segnati da fallimenti, instabilità. Possibile che le seconde abbiano fatto da detonatore contingente. È avvenuto in molti casi di stragisti di massa statunitensi e simpatizzanti del Califfo. Prevengo le eventuali riserve di qualcuno: non intendo dare alcuna attenuante al «tiratore», solo cercare di inquadrare meglio la figura. Le generalizzazioni non aiutano a stoppare i criminali.
Terzo. L’Italia in pochi mesi ha già registrato due eventi drammatici. Oltre al raid a colpi di pistola di sabato contro i cittadini africani, c’è stato l’attacco a bordo di un mezzo contro un mercatino di Natale a Sondrio. Il responsabile era sotto l’effetto dell’alcol però era deciso a compiere un massacro copiando i metodi dello Stato Islamico. Per fortuna non c’è riuscito, ma ha confermato l’emulazione, favorita dal messaggio mediatico che passa attraverso i canali tradizionali e i social.
Quarto. L’Isis è una minaccia continua, ha fatto centinaia di vittime. Non va però sottovalutato il pericolo di neonazi e xenofobi. Hanno colpito facendo vittime una moschea in Canada e un’altra a Londra, è stata assassinata la deputata britannica Joe Cox, ci sono stati episodi gravi negli Stati Uniti. Temo non siano fatti isolati, bensì l’emergere di una tendenza che cavalca paure e alza la testa mentre prima se ne stava in angoli nascosti. Se esce allo scoperto è perché sa di poterlo fare trovando consensi.