20 Settembre 2024

Fonte: La Stampa

di Marco Sodano

Domenica si corre per l’Eliseo, la presidenza della Francia, ed è comprensibile che il dibattito televisivo tra Marine Le Pen ed Emmanuel Macron si apra senza troppi complimenti e con abbondanza di colpi bassi. Da una parte Le Pen spara ad alzo zero, definendo l’avversario «il candidato della globalizzazione selvaggia, dell’uberizzazione, della precarietà», l’uomo con il «sorriso da passaporto» capace di usare argomenti «vergognosi» e colpevole di essere «pilotato dal signor Hollande». Macron la dipinge come la candidata che incarna lo spirito della sconfitta ed è impreparata ad affrontare le sfide dell’economia. I due si scontrano con toni via via più aspri, punto su punto, dandosi sulla voce a vicenda di continuo. Fanno faticare parecchio i due conduttori, costretti a interromperli in continuazione («Per favore, così è incomprensibile»).
A se stessa Marine Le Pen riserva il ruolo di «candidata del popolo, della nazione, della tutela dei posti di lavoro, della sicurezza, delle frontiere, della protezione dal fondamentalismo islamico». All’avversario Macron invece rimprovera il fatto di avere «la freddezza del banchiere d’affari che non ha mai smesso di essere». D’altra parte a quattro giorni dal voto cruciale contro un avversario dato per favorito la candidata del Front National non ha altra scelta che giocarsi tutte le carte. A giochi chiusi, i sondaggisti attribuiscono la vittoria a Macron: il candidato di En Marche è ritenuto «il più convincente» dal 63% degli interpellati, Marine Le Pen s’è fermata al 34% (sondaggio realizzato dall’istituto Elabe per Bfm-Tv) .
La replica di Macron (che al primo turno del 23 aprile ha preso il 24,01%, contro il 21,3% di Le Pen ed è dato dai sondaggi in vantaggio per il voto di domenica 59 a 41%) non è da meno, né d’altronde si può dire che il centristi giochi una partita meno delicata: «Lei, signora Le Pen, incarna lo spirito della sconfitta. Non è la nostra Francia, noi abbiamo lo spirito di conquista». E ancora: «La sua strategia è dire molte bugie». Come essere andata nel parcheggio della Whirlpool in crisi di Amiens per «fare i selfie con i lavoratori. E poi? Cosa ha proposto?».
Nel botta e risposta c’è spazio anche per l’Italia: Le Pen accusa il rivale (che è stato ministro dell’Economia fino al 30 agosto 2016) di aver svenduto ad un’impresa italiana (Fincantieri) i cantieri navali di Saint Nazaire. Il ruolo nel governo è il tasto su cui Le Pen batte di più: «Signor ministro dell’Economia, o dovrei dire signor consigliere di Hollande, i suoi risultati sono stati estremamente negativi. Aveva le mani libere per mettere in atto le politiche sul mercato del lavoro», invece ha condotto «politiche catastrofiche e privilegiato i grandi gruppi».
Macron: «Marine Le Pen spiega la sua strategia per la lotta alla disoccupazione ma non ci riesce. È una strategia che usa da decenni: dice molte bugie e parla solo di ciò che non funziona nel Paese, insomma parla di nulla. I francesi meritano di meglio». Le promesse fatte da Le Pen in campagna elettorale secondo Macron «costano 50 miliardi», e la candidata del Front National non ha mai spiegato dove troverebbe il denaro necessario. Sulla vendita della compagnia telefonica Sfr Macron arriva vicino allo sfottò: «Cerchi, cerchi fra le sue carte, sta leggendo qualcosa che non corrisponde a quello di cui sta parlando. È triste, sta dimostrando la sua impreparazione». Marine Le Pen incassa, tenta una reazione: «non giochi con me a professore e allieva».
La crisi, il malessere dei francesi, il carico fiscale, la moneta unica, sono temi obbligati, e forse per questo restano sullo sfondo, >i candidati privilegiano l’attacco diretto all’avversario: «Lei vuole distruggere il diritto del lavoro, vuole la precarizzazione generalizzata – sostiene Le Pen». Il tema è quello della possibilità di discutere azienda per azienda gli accordi sulla durata del lavoro, Macron è del parere opposto: «l’economia francese – dice – ha bisogno di consentire ad alcune imprese di esistere di fronte alle grandi società».
E l’immigrazione? Le Pen: «>Chiuderò da subito le frontiere. Bisogna espellere subito gli schedati per radicalizzazione e revocare la nazionalità ai binazionali a rischio terrorismo». Macron: «Chiudere le frontiere non serve a niente è fumo negli occhi». Quanto alla revoca della nazionalità, ha ironizzato il centrista, «chi si vuole fare esplodere è terrorizzato (dal perderla,ndr)…». «Madame Le Pen, questa è gente che si suicida…», ha concluso invitandola alla «serietà».

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