Fonte: Corriere della Sera
di Mauro Caprara
Il presidente francese ha impedito all’Unione Europea di aprire negoziati sull’adesione dei due Paesi. I rinvii aiutano Russia, Cina e Turchia che da tempo investono per aumentare le rispettive influenze nei Balcani Occidentali
Per ampliare le rispettive influenze nei Balcani Occidentali, la Russia, la Cina e la Turchia investono danaro ed energie. Emmanuel Macron, che ambisce a sembrare un lungimirante stratega, fa compiere all’Unione Europea un passo indietro nel contribuire a rendere più sicura quella parte di mondo propensa a smottamenti e a noi molto vicina. Nell’ultima riunione del Consiglio Europeo, il presidente francese ha impedito di fissare una data per l’apertura dei negoziati sull’adesione all’Ue di Albania e Repubblica di Macedonia del Nord. È stato appoggiato da Danimarca e Olanda. Per il governo italiano, Giuseppe Conte si è opposto a rinvii.
Alcuni possono pensare: che bisogno c’è di aggiungere altri vagoni mentre il treno comunitario arranca e può perdere quello del Regno Unito?La necessità c’è. I negoziati per l’adesione durano anni. Avviarli non significherebbe far entrare i due Stati balcanici nell’Ue adesso. Vorrebbe dire sollecitare entrambi a riformare ulteriormente i sistemi politici, giuridici ed economici in direzioni diverse rispetto al passato, a tutelare la concorrenza, a ridimensionare oligarchie e monopoli. In cambio offrirebbe ad albanesi e macedoni del Nord – governati nel secolo scorso da dittature – prospettive incoraggianti, e stabilizzanti, di integrazione nel principale mercato unico del mondo e nelle sue istituzioni politiche.
Qui sta il punto: il rifiuto di aprire i negoziati è un peso sulle spalle di coloro che da dentro spingono i due Paesi verso l’Ue. E un aiuto a quanti tentano di attrarli nelle orbite di Russia, Cina e Turchia. I promotori dei rinvii dovrebbero riflettere. Tra l’ondivago Donald Trump, l’invadente Vladimir Putin e l’imperialismo economico cinese, al mondo serve un’Europa capace di risultare avanguardia. Non passerella per governanti inclini a decidere tutto in funzione del proprio gradimento nel prossimo sondaggio.