19 Settembre 2024

Fonte: La Stampa

di Paolo Mastrollili

Il presidente francese invoca un nuovo ordine mondiale e chiede un nuovo accordo sull’Iran

«Dobbiamo costruire un nuovo ordine mondiale per il Ventunesimo secolo, basato sul multilateralismo». È insieme l’esortazione la sfida che il presidente francese Macron ha lanciato agli Stati Uniti, con il discorso tenuto al Congresso davanti alle camere riunite.
Dall’Iran alla Siria, dalle guerre commerciali alla disuguaglianza provocata dalla globalizzazione, dall’accordo di Parigi sul clima alla protezione della privacy e la lotta alle fake news, il capo dell’Eliseo ha proposto un’agenda comune su cui Europa e Stati Uniti dovrebbero lavorare insieme, per contrastare le minacce a libertà e democrazia che vengono dal terrorismo, dall’incertezza economica, dal populismo. Il convitato di pietra però era il collega Trump, che in sostanza Macron sta cercando di allontanare dalla linea anti globalista promossa dal suo ex consigliere Steve Bannon durante la campagna elettorale, per riportarlo verso un approccio multilaterale alla soluzione dei molti problemi che minacciano gli stessi valori su cui si è basata finora la civiltà occidentale.
Macron ha detto che ci troviamo davanti a due strade: il nazionalismo, e la collaborazione. Il primo, secondo lui, «è una illusione», mentre restare aperti al mondo è l’unica soluzione possibile. «Questo nuovo multilateralismo non è una minaccia per le nostre culture, ma anzi una loro affermazione, perché si basa sui valori che le hanno create».
Il presidente francese è poi sceso nei dettagli della nuova agenda globalista, partendo dal malcontento provocato dagli effetti distorti della globalizzazione. Macron ha detto che gli abusi del capitalismo vanno rivisti, ma ha avvertito che la strada da seguire non è quella delle guerre commerciali, che finiscono per danneggiare tutti. Servono invece «scambi liberi ed equi». Questo è il terreno su cui propone a Trump un compromesso: non scegliere la strada dei dazi, e troveremo insieme il modo di soddisfare la tua richiesta per un trattamento più giusto degli Stati Uniti nei commerci globali.
Il capo dell’Eliseo ha invitato a combattere le fake news, perché «le informazioni false corrompono la democrazia», e affrontare l’emergenza della privacy sollevata dal caso Facebook: «Europa e Usa possono collaborare per trovare un equilibrio fra la necessità di raccogliere i frutti dell’innovazione, e proteggere i cittadini dagli abusi».
Macron ha ribadito la sua fede nella scienza per contrastare il riscaldamento globale, avvertendo che «non esiste un planet B», cioé un altro pianeta dove trasferire gli esseri umani. Quindi si è detto sicuro che alla fine «gli Stati Uniti rientreranno nell’accordo di Parigi».
La parte conclusiva del discorso l’ha dedicata al Medio Oriente, e in particolare al protocollo JCPOA sul programma nucleare dell’Iran, che secondo lui può diventare l’occasione per negoziare una nuova intesa complessiva per la stabilità dell’intera regione. «Io ritengo che non dobbiamo abbandonare l’accordo che abbiamo firmato, la Francia non lo farà. Esso però può essere la base per negoziare una nuova intesa più ampia». I pilastri su cui si dovrebbe basare questa trattativa sono quattro: le attività nucleari dell’Iran fino al 2025, coperte dall’accordo esistente; quelle dopo il 2025, perché Teheran «non dovrà mai avere armi atomiche; lo sviluppo dei missili balistici; e le interferenze destabilizzanti della Repubblica islamica nell’intera regione. Su questa base Macron spera di convincere Trump a non abbandonare il JCPOA, o comunque a riprendere il negoziato subito dopo, per definire un paradigma nuovo che ricostruisca la stabilità in Medio oriente, includendo anche la fine del conflitto in Siria. «Viviamo – ha concluso il presidente francese – un momento critico, ma insieme possiamo e dobbiamo prevalere».

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