In un contesto geopolitico complesso e incerto, i diritti delle donne non possono essere messi in discussione soprattutto in Europa
È tempo di andare oltre le percentuali e la conta delle prime volte per guardare alla realtà con occhi nuovi e trovare insieme una nuova narrazione per un 8 marzo che arriva in un contesto geopolitico di incertezze e venti avversi.
Le direttive europee
Basti pensare che a livello europeo nel novembre 2012 la Commissione ha proposto la direttiva sull’equilibrio di genere nei consigli delle società e solo dopo dieci anni di discussioni, il Parlamento europeo e il Consiglio hanno raggiunto un accordo politico nel giugno 2022. Altri due anni, poi per il recepimento delle disposizioni della direttiva, fissato per lo scorso 28 dicembre 2024. Un iter di dodici anni per affermare a livello comunitario ciò che già in molti Paesi era stato stabilito per legge. In Italia, ad esempio, la legge Golfo Mosca è stata approvata nel 2011 ed è entrata in vigore l’anno successivo.
Il prossimo anno poi entrerà in vigore la direttiva per la trasparenza salariale, che porrà le aziende di fronte al divario retributivo fra uomini e donne e nel caso si superi il 5% ci sarà l’obbligo di intervenire. Una rivoluzione in un Paese come l’Italia, in cui l’Inps proprio la settimana scorsa ha certificato un gender pay gap pari al 20%.
Il diritto all’aborto
Se si guarda all’ambito più ampio dei diritti delle donne, il confronto è stato aperto, ad esempio, in tema di aborto. L’11 aprile 2024 ha avuto luogo la votazione del Parlamento europeo circa l’inserimento del diritto all’aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea. La proposta era già stata presentata nel 2022, ed è stata ripresa a seguito dell’inserimento del diritto all’aborto nella costituzione francese all’inizio di marzo 2024. Con 336 voti a favore, 163 contrari e 39 astensioni, il Parlamento ha espresso il suo favore verso la modifica della Carta. Prima che tale modifica venga implementata, sarà necessaria l’approvazione da parte dei 27 stati membri, requisito necessario per le modifiche della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea.
Ma qualcosa nei Paesi europei si muove, tanto dallo scorso 31 ottobre in Inghilterra e Galles è illegale per gli attivisti anti aborto manifestare a meno di 150 metri da un ospedale o una clinica dove si praticano interruzioni di gravidanza con l’intenzione di influenzare la decisione delle donne che vogliono abortire oppure impedire loro di entrare nelle strutture. Un provvedimento, approvato dal parlamento all’inizio del 2023, già in vigore in Irlanda del Nord da settembre del 2023 e in Scozia da settembre 2024.
La Roadmap per i diritti delle donne
Tornando all’Ue, in occasione della Giornata internazionale della donna, la Commissione europea «adotterà un’importante iniziativa politica, la Roadmap per i diritti delle donne» che definirà «una visione a lungo termine con principi chiave e obiettivi politici» riaffermando «l’impegno politico dell’Ue a promuovere l’uguaglianza di genere e il progresso dei diritti delle donne».
La parità di genere risulta sempre più valore fondante della nuova Europa che si andrà a definire nei prossimi anni e l’Italia, seppur fanalino di coda in tanti indicatori, dovrà seguire. Ma non si ripartirà da zero, perché la strada percorsa negli ultimi decenni ha portato le donne a guadagnare posizioni di rilievo dalla politica alle istituzioni, dalle aziende, alla cultura, dallo sport alle università. Tanti soffitti di cristallo sono stati abbattuti e altri ancora scricchiolano. Ora, però, è il momento che si passi dal sottolineare il ritardo e dal rivendicare la parità, all’agire concreto di ogni donna nel ruolo che in questi anni è stato conquistato. Se le donne sono la maggioranza degli insegnanti nella scuola italiana, dei medici nelle nuove generazioni, dei laureati che escono dalle università e di coloro che vincono medaglie sportive, allora è lecito attendersi che il cambiamento, soprattutto culturale, in questo Paese arrivi da loro, prima ancora che da nuove leggi.
Le iniziative del Sole 24 Ore per l’8 marzo
A questo tema è dedicato lo speciale di quattro pagine del Sole 24 Ore in edicola proprio l’8 marzo e del dossier online, dal titolo “Il potere delle donne”, curato dalle autrici di Alley Oop il blog multifirma dedicato alla diversity. Anche Radio 24 offrirà un quadro dell’evoluzione dei ruoli ricoperti dalle donne in due ambiti chiave per la nostra società, quello della scuola e della sanità con il reportage “8 marzo ogni giorno: il potere delle donne tra sanità e scuola”, che andrà in onda sabato 8 marzo alle 8:15. Ma se le donne hanno raggiunto traguardi importanti nello spazio delle istituzioni, della politica, dell’economia, vivono tutt’ora situazioni molto complesse in ambito famigliare e sociale, anche per quanto riguarda il loro ruolo genitoriale: ad approfondire questo ambito delicato sarà “Per il tuo bene. La storia dei quattro fratelli di Cuneo”, il nuovo podcast originale di 24Ore Podcast realizzato da Livia Zancaner, giornalista di Radio 24 e autrice di Alley Oop. Perché nel pubblico e nel privato sui diritti non si torna indietro.