24 Novembre 2024

Fonte: Corriere della Sera

di Andrea Ducci, Enrico Marro, Mario Sensinie Rita Querzè


Bonus figli, fino a 160 euro al mese
Per la famiglia il governo intende mobilitare 600 milioni quest’anno, poco più di un miliardo nel 2021 e 2 miliardi e 250 milioni nel 2022. Quest’anno si tratterebbe per cominciare di rifinanziare il congedo di paternità pagato al 100% dall’Inps. Si passerebbe dai 5 giorni attuali a 10 giorni (come chiede anche l’Europa). Per finanziare la misura nel 2020 servono 100 milioni. A oggi ne usufruiscono circa la metà dei padri che ne avrebbero diritto. Poi ci sono due misure che andrebbero a ridisegnare tutto il sistema di bonus, assegni familiari e detrazioni per i figli a carico oggi in vigore. Nel 2020 dovrebbe partire un «assegno per i nuovi nati». La somma — ha spiegato ieri la ministra delle Pari opportunità e della Famiglia Elena Bonetti — dovrebbe andare da un minimo di 80 a un massimo di 160 euro al mese a seconda del reddito della famiglia. Certo è che i fondi mobilitati dalla legge di Bilancio da soli non bastano. Per esempio, se si usassero i 500 milioni che restano dopo aver finanziato i 10 giorni di congedo dei padri, solo per l’assegno ai figli e se si pagassero in media 120 euro al mese, la misura risulterebbe coperta per 8-9 mesi. Nella proposta del Pd i fondi andrebbero trovati riorganizzando le detrazioni per i figli a carico e gli assegni per il nucleo familiare. «L’assegno per i figli avrebbe il vantaggio di arrivare anche ad autonomi e incapienti, categorie oggi scoperte», sottolinea il senatore Pd Tommaso Nannicini. E chi alla fine prendesse meno di quanto riceveva con detrazioni e assegni familiari? «Faremo salva la possibilità di mantenere il vecchio regime». Oltre all’assegno per i figli ci sarà una «carta bimbi» che dovrebbe servire a pagare servizi: nidi o baby sitter. La misura sarebbe finanziata con l’accorpamento dei fondi destinati a una serie di bonus oggi in vigore, in particolare il bonus di 800 euro alla nascita e il bonus nido (oggi può arrivare a mille euro l’anno).

Cedolare secca, stretta sui negozi e affitti concordati
Dal primo gennaio 2020 aumenta la al 12,5% la cedolare secca sugli affitti a canone concordato. Congelata al 10% dai governi Renzi e Gentiloni tra il 2014 e il 2019, sarebbe aumentata al 15%, ma il governo ha rinunciato a metà dell’incremento, e del gettito atteso, circa 100 milioni. La cedolare sul canone concordato è applicata a circa 800 mila contratti. Quasi altrettanti sono coperti da quella del 21% sugli affitti liberi. Dal 2020, salvo proroghe per ora non previste, andrà invece a morire la cedolare secca sulla locazione dei negozi, anch’essa al 21%, valida solo per i contratti fatti nel 2019.

Le entrate dalla lotta all’evasione: come sono suddivise
Il ministero dell’Economia elenca in un allegato alla lettera a Bruxelles 12 misure di lotta all’evasione fiscale che garantiranno 3 miliardi di entrate nel 2020. Al primo posto, con un valore di un miliardo e 84 milioni, c’è il controllo preventivo delle compensazioni fiscali. Viene cioè esteso alle imposte dirette il meccanismo già previsto per le compensazioni tra crediti e debiti Iva. I crediti superiori a 5 mila euro annui, per essere portati in compensazione, dovranno essere certificati telematicamente dall’Agenzia delle Entrate. Al secondo posto per gettito previsto, con 453 milioni, c’è l’estensione del reverse charge (Iva trattenuta alla fonte) agli appalti per contrastare l’illecita somministrazione di manodopera. Al terzo posto, con 288 milioni, il divieto di compensazione nel caso di accollo del debito d’imposta altrui, per contrastare il fenomeno delle società «cartiere». Al quarto posto, con 240 milioni, l’obbligo del documento telematico di accompagnamento per la circolazione di carichi di gasolio e benzina. Al quinto posto, con 208 milioni, i meccanismi di contrasto delle frodi Iva sulle auto di provenienza comunitaria. Seguono due misure, con 200 milioni ciascuna: la stretta sulle compensazioni in seguito a cessazione di partita Iva; meccanismi per impedire le frodi Iva sui carburanti (in particolare le false dichiarazioni d’intenti per acquisire crediti Iva). Ultima, con solo 3,5 milioni, la voce riferita alle multe ai commercianti che rifiutino di trasmettere il codice fiscale per partecipare alla lotteria degli scontrini.

Evasori, manette oltre 100 mila euro
Il giro di vite per i grandi evasori scatta oltre i 100 mila euro di imposta evasa. La nuova bozza del decreto fiscale indica la scelta di attuare un «complessivo inasprimento delle pene principali (carcere, ndr) e riduzione delle soglie di rilevanza penale delle violazioni fiscali». La stretta contro gli evasori è corredata da misure e sanzioni di natura patrimoniale. Nel provvedimento figurano il «sequestro e la confisca per sproporzione»: per i casi di condanna per i più gravi delitti tributari, la norma consente al giudice penale di secondo grado di disporre la confisca anche se il reato è prescritto.

Taglio del cuneo fiscale fino a 35 mila euro di reddito
Da luglio scenderanno le tasse sui lavoratori dipendenti con redditi tra 8 mila e 35 mila euro lordi annui. La norma è ancora da scrivere, ma il governo dice che ne beneficeranno sia gli attuali percettori del bonus Renzi (80 euro al mese per 9 milioni e mezzo di dipendenti tra 8 mila e 26.600 euro di reddito) sia 4 milioni e mezzo di lavoratori in più, quelli con redditi tra 26.600 e 35 mila euro. Il governo ha stanziato 3 miliardi per il 2020 e 5 per il 2021. Chi già prende 80 euro potrebbe ricevere in media una ventina di euro in più, gli altri un bonus analogo a quello Renzi, decrescente col salire del reddito.

Plastica, bevande e tabacco più cari
Si applicano alla produzione, ma si scaricheranno sui consumatori, perché a questo servono. Le due tasse su plastica e bevande zuccherate, che porteranno 1,3 miliardi nel 2020, puntano infatti a scoraggiare decisamente i consumi di questi due prodotti, ritenuti dannosi per la salute e per l’ambiente. Tanto che vengono definite, dal governo, «tasse etiche». Nella manovra dovrebbe entrare anche un aumento delle tasse sul tabacco per 200 milioni. Non «etiche» perché da sempre le imposte sul fumo vengono tarate per impedire una riduzione del mercato. E del gettito.

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