22 Novembre 2024

Fonte: La Repubblica

Il premier lancia un messaggio a Bruxelles in vista dell’incontro di sabato con Juncker. Tria: “Novità? Quando ci sarà la trattativa”. Di Maio: “Ci sono margini per il dialogo, ma no alla macelleria sociale”. Salvini contro Moscovici: “Non siamo accattoni”

 

Una giornata nervosa sul fronte della manovra, con dichiarazioni in ordine sparso di premier e vicepremier. Ma davanti all’aula della Camera, nel suo intervento ufficiale sulla legge di bilancio, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte lancia un segnale di distensione a Bruxelles: “Nella risposta all’Ue ribadiremo e puntualizzeremo gli effetti della manovra sulla crescita: ci sarà un’accelerazione degli investimenti e una rimodulazione in Parlamento di alcuni interventi se possono accrescere gli effetti positivi sulla crescita senza alterare ratio e contenuti”. Dove la parola chiave è “rimodulazione”. Il tutto all’indomani della bocciatura della manovra da parte della Commissione.
Poco prima in Senato, durante il question time, anche il ministro dell’Economia Giovanni Tria aveva pronunciato parole di preoccupazione sullo scontro con l’Ue: “Se l’aumento dello spread persistesse nel tempo la traslazione sui tassi praticati dalle banche sui mutui potrebbe risultare più significativa”. Aggiungendo: “Il disegno delle misure della legge di Bilancio è ancora in via di definizione per garantire la massima efficacia in termini di occupazione e sviluppo”. Più tardi in Transatlantico, ai giornalisti che gli chiedono se ci sono novità nella manovra, risponde: “Le novità ci saranno quando ci sarà la trattativa”. Come dire, qualcosa può cambiare.

Conte: “Non vedo l’ora di confrontarmi con Juncker”
Già in mattinata Conte – che sabato sera avrà una cena di lavoro con il presidente Juncker – aveva detto: “Non vedo l’ora di confrontarmi con lui. Siamo responsabili, non c’è nessuna presunta ribellione all’Ue”. E aveva aggiunto: “Abbiamo un obiettivo comune con l’Europa, stiamo lavorando alla riduzione del debito”.
Una linea, quella del dialogo, sostenuta anche dal Quirinale nella speranza che il giudizio di Bruxelles possa essere corretto con qualche concessione. Conte dispensa ottimismo anche sullo spread: “Scenderà”. E chiede aiuto ai giornalisti per stemperare i toni. Assicurando che i rapporti tra Lega e 5Stelle sono “molto buoni” (mentre Di Maio e Salvini >provano a chiudere il caso Giorgetti).

Di Maio: “Dialogo, ma l’Ue non ci tratti così”
Apparentemente toni nuovi anche dal vicepremier M5S, Luigi Di Maio, che ha detto: “Ci sono margini di dialogo con l’Unione europea”. Salvo frenare: “Bruxelles non ci chieda di tradire gli italiani, non ci può trattare così”. E comunque “no alla macelleria sociale”. Insomma, un difficile equilibrio.

Salvini: “Moscovici ci insulta”
ribadisce la linea dura. E lo fa con il consueto linguaggio colorito prendendosela con il commissario agli affari economici, il francese Pierre Moscovici che ha detto: “Dialogo sì, ma no a una trattativa da mercanti di tappeti”. Salvini replica: “Il popolo italiano non è un popolo di mercanti di tappeti o di accattoni. Moscovici continua a insultare l’Italia, ma il suo stipendio è pagato anche dagli italiani. Ora basta: la pazienza è finita”
“Noi passi indietro non li facciamo”, aveva detto in precedenza a Uno Mattina. “Non faremo passi indietro perchè i soldi che abbiamo messo nella manovra economica riguardano la sanità, e il diritto alla salute non si tocca. Se poi con Bruxelles vogliamo ragionare di investimenti, c’è stata l’alluvione in Veneto, in Friuli, in Trentino, in Sicilia, in Sardegna, se vogliamo mettere più soldi sulla tutela del territorio, per carità di Dio. Ma siccome sono soldi degli italiani, non dell’Europa – aggiunge – chiederemo di poter spendere questi soldi per gli italiani”. Per poi aggiungere: “La Ue non può chiedermi la conferma della legge Fornero”. Anzi: “La smonterò pezzo dopo pezzo”.
Insomma, segnali contraddittori tra i vari esponenti del governo. Vera volontà di dialogo o gioco del cerino con Bruxelles? Forse si capirà già nelle prossime ore.

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