8 Settembre 2024
europa

Bruxelles definisce il bilancio non «pienamente in linea» con le recenti raccomandazioni-paese. Come l’Italia anche Olanda e Germania, più severo il giudizio sulla Francia

La Finanziaria del Governo italiano ha ottenuto oggi, martedì 21 novembre, un benestare con riserva da parte della Commissione europea. Bruxelles ritiene che il bilancio non sia «pienamente in linea» con le recenti raccomandazioni-paese, e chiede a Roma «di essere pronta a introdurre le misure necessarie» per rimettere in careggiata le finanze pubbliche. Di fatto, il giudizio conferma la probabile apertura nel 2024 di una procedura per deficit eccessivo.

Due rilievi da Bruxelles
L’esecutivo comunitario prende atto degli sforzi sul fronte delle finanze pubbliche, ma mette l’accento su due aspetti. Prima di tutto, il denaro risparmiato grazie all’abolizione delle misure di sostegno in campo energetico (pari all’1% del PIL) dovrebbe essere usato per ridurre il debito, mentre in realtà, secondo Bruxelles, sarà utilizzato dal governo per nuove spese. In secondo luogo, la Commissione non è convinta del reale andamento della spesa pubblica.
In primavera, Bruxelles aveva stabilito che la spesa primaria netta non dovesse aumentare nominalmente nel 2024 di oltre l’1,3% del PIL (si veda Il Sole/24 Ore del 25 maggio). In questo senso, la Finanziaria prevede – secondo la Commissione – un incremento dello 0,9% del PIL. Tuttavia, nel frattempo è aumentato il livello di spesa nel 2023, con il risultato che l’effetto trascinamento 2023-2024 avrebbe dovuto imporre al governo italiano maggiore cautela sull’incremento della spesa.

Italia nella stessa condizione di Olanda e Germania
Bruxelles chiede quindi a Roma di essere pronta a introdurre misure per rimettere in careggiata i conti pubblici – nella stessa condizione sono paesi solitamente ortodossi, come la Germania e l’Olanda. Ciononostante, sempre Bruxelles ritiene che la politica economica del governo italiano sia tra le più restrittive dei paesi della zona euro. Ecco perché il commissario agli affari economici Paolo Gentiloni ha precisato: il nostro invito è di prendere “le misure opportune, e non a fare manovre correttive”.

Probabile procedura per deficit eccessivo in primavera
Tenuto conto del contesto, rimane probabile in giugno l’apertura di una procedura per deficit eccessivo (previsto al 4,4% del PIL nel 2024), quando verrà a scadere la sospensione delle regole di bilancio decisa al momento dello scoppio della pandemia. D’altro canto, ancora una volta, l’Italia è ritenuto tra i paesi segnati da uno squilibrio macroeconomico, per via dell’elevato debito. Da Roma, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha commentato: “Nonostante l’eredità dell’impatto negativo di energia e superbonus andiamo avanti con sano realismo”.

Giudizio più severo sulla Francia
Politicamente interessante è la situazione in cui versa Francia, la cui finanziaria è ritenuta “non in linea” con le regole europee. Il limite di crescita della spesa primaria netta ero stato fissato al 2,3%. Da Parigi il ministero delle Finanze sottolinea che il suo disegno di legge prevede un aumento del 2,6%, con uno scarto dello 0,3% ritenuto “limitato”. La Francia sta tentando di re-industrializzare la propria economia, usando generosamente la mano pubblica.

Il negoziato sulla riforma del Patto
Quest’anno le valutazioni sui bilanci programmatici dei paesi membri giungono in un momento molto particolare. Le regole di bilancio sono sospese fino alla fine dell’anno. Nel frattempo, i Ventisette stanno negoziando una difficile riforma del Patto di Stabilità nel tentativo di trovare un giusto equilibrio tra il risanamento del debito e la promozione degli investimenti. L’obiettivo dei ministeri delle Finanze è di trovare un accordo entro fine anno.
Tra le proposte di riforma del Patto presentate dalla presidenza spagnola dell’Unione europea, c’è l’idea di prendere in conto nella valutazione da dare all’andamento dei conti pubblici anche i prestiti ottenuti nell’ambito del NextGenerationEU. Secondo Bruxelles questi prestiti ammonterebbero nel 2024 all’1,4% del PIL. Se l’intento spagnolo fosse confermato, l’Italia potrebbe utilizzare questo elemento per negoziare eventualmente un percorso di aggiustamento meno gravoso.

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