19 Settembre 2024

Fonte: La Stampa

di Carlo Bertini

Conte irritato: «Tutti stanno pensando ai propri orticelli». E vuole un «superbonus» per chi paga con le carte

«Per me la manovra è del governo ed è di tutti. Invece mi sembra che tutti stiano pensando ai propri orticelli», scrolla il capo sconsolato Giuseppe Conte, dopo aver rinviato prima il consiglio dei ministri e il vertice di maggioranza per eccessiva animosità e scarsa possibilità di accordo tra le parti. Niente, se ne riparla oggi. A fine giornata il braccio di ferro sul cuneo fiscale e su quota 100, ovvero la polemica su dove trovare le risorse, infiamma così gli animi al punto da sfiorare una crisi di maggioranza.
Il consiglio dei ministri è convocato dunque in zona Cesarini stasera per approvare il Dpb, Documento programmatico di bilancio, la “copertina” della legge di bilancio, che entro mezzanotte deve essere inviata a Bruxelles. Mentre la manovra vera con gli articoli nero su bianco e il decreto fiscale saranno varati lunedì 21 in un altro cdm. Questa la fotografia della situazione. Con i partiti che fanno i pavoni e se le danno dietro i muri.

«Una manovra di sinistra»
Pensioni di nuovo indicizzate dopo anni, salari più alti, niente detrazioni Irpef dai 240 mila euro in su. Ha buon gioco il Pd a definire questa manovra «la più di sinistra degli ultimi anni», anche se ancora non ha messo come si dice il gatto nel sacco. La battaglia infuria. «Quota 100 è pensato solo per chi ha già diritti», attacca Matteo Renzi che vuole «togliere quella misura per destinare i soldi alle famiglie e allo stipendio dei lavoratori». Ma Di Maio non ci sta e teme di creare nuovi esodati. Quando salta il vertice «per colpa di M5S», partono le bordate del Pd contro i 5Stelle, perché «disertano le riunioni per alzare il prezzo». Oggetto della contesa, quota cento, che il Pd non vuole tagliare, ma è disposto a rimodulare; e cuneo fiscale, che M5S vorrebbe destinare alle imprese. Il Pd difende a spada tratta il taglio delle tasse sul lavoro e per trovare le risorse è disponibile anche a ritoccare le finestre di quota cento. Braccio di ferro tra i big dei partiti di maggioranza, ognuno in trincea a difendere le proprie posizioni. Come il ministro della Sanità, Roberto Speranza, che vuole rivendicare di aver portato a casa l’abolizione progressiva del superticket. Misura in teoria non a rischio, che vede tutti concordi, diversamente dai ritocchi alle finestre di uscita per quota 100 o dai fondi per il cuneo fiscale, dove le forze maggiori si scannano a colpi di tweet e comunicati per tutto il giorno.

Il premier vuole il superbonus
«Se non c’è accordo, meglio prendersi un giorno in più, basta fare le cose per bene», dice il premier, che vuole definire i dettagli per quota cento e mettere in campo «uno sforzo enorme anti-evasione»: che richiede in questa prima fase altri miliardi da trovare. Conte media su tutto, ma punta a intestarsi soprattutto una cosa: il superbonus antievasione, concesso a chi usa carte di credito, con premi della Befana per i pagamenti a ristoranti, idraulici, elettricisti e quant’altro. Telefona lui direttamente ai tecnici del Mef per esortarli a fare presto e bene.

Colpi bassi Pd-M5S
«Le imposte sulle schede ricaricabili Sim, la cancellazione retroattiva della detraibilità del 19% sull’Irpef e la volontà di rivedere quota 100». Questo vorrebbe il Pd, denunciano i grillini, intenzionati a non mollare su quello che nei giorni scorsi era stato anche terreno di scontro tra il ministro dell’Economia Gualtieri e la sottosegretaria Castelli. «Irrinunciabile l’aumento degli stipendi grazie alla riduzione delle tasse sul lavoro. Poi niente aumento Iva, eliminazione superticket, asili nido gratuiti, fondo famiglie, piano casa, lotta all’evasione, più investimenti dei Comuni, green economy», sono le bandiere piantate a terra da Franceschini e Zingaretti.
Ma è sul cuneo che si continua a battagliare fino a notte: il Pd vuole anticipare la misura e portarla a 3 miliardi; M5s non è contrario, ma se per anticipare di qualche mese il cuneo va toccata quota cento, meglio spostare in avanti il mese (luglio) di entrata in vigore. Il numero due del Pd Orlando, quindi contrattacca e invita a «riflettere sull’utilità di quota cento». facendo il gioco dei renziani. E sulla destinazione del cuneo alle imprese: «Anche il M5s aderisce alla coalizione contro i lavoratori dipendenti? Il governo deve aiutare chi non arriva in fondo al mese». Tutti contro tutti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *