19 Settembre 2024

Il Consiglio dei ministri
Il Consiglio dei ministri di lunedì 16 ottobre ha approvato il disegno di legge di bilancio. Le risorse a disposizione saranno poco meno di 24 miliardi di euro.«Il quadro è chiaramente abbastanza complesso: noi nel 2024 avremo circa 13 miliardi euro di maggiori interessi sul debito, da pagare in forza delle decisioni assunte dalla Bce, e circa 20 di superbonus. L’aumento dei tassi e il Superbonus fanno complessivamente più della manovra di bilancio», ha evidenziato la premier, Giorgia Meloni. Diverse le misure annunciate in conferenza stampa anche dai ministri Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti: dai nidi gratis a partire dal secondo figlio al taglio del canone Rai.

I temi economici del Consiglio dei ministri
Sono state soprattutto le novità fiscali a tenere banco nel consiglio dei ministri che ha approvato il Dpb e la Manovra 2024 da circa 24 miliardi. Oltre alla legge di Bilancio, via libera anche a due decreti attuativi della delega fiscale che contengono una delle misure più importanti previste per il prossimo anno, ovvero l’accorpamento delle prime due aliquote Irpef. Come per la conferma del taglio del cuneo fiscale, che entrerà invece in manovra, si tratta al momento di una misura finanziata solo per un anno, ovvero fino a dicembre 2024, coperta — a meno di novità dell’ultimo momento sulle detrazioni — in deficit e per questo non strutturale. Per gli anni successivi bisognerà trovare di volta in volta altre risorse.

La riforma dell’Irpef
Il tavolo del Cdm è partito da due decreti legislativi con cui si attuata la delega fiscale: uno sulla tassazione internazionale e uno definito “taglia tasse” che si divide in due filoni, uno dedicato alle persone fisiche e uno alle imprese. Nel primo rientra la riforma dell’Irpef, che passa da quattro a tre aliquote accorpando le due fasce inferiori e alzando da 15 mila a 28 mila euro l’attuale richiesta minima del 23%. Restano invariate quelle oltre i 28.000 euro e fino a 50.000 euro (35%) e oltre i 50.000 (43%). La nuova forma partirà il prossimo anno con copertura integrale, per le leggi di bilancio future poi sarà necessaria un’ipoteca, che si va a sommare a quella già stabilita per la riduzione del cuneo fiscale (anch’essa in manovra prorogata solo per il prossimo anno). «Il beneficio riguarda tutti – ha detto la premier Meloni in conferenza stampa – ma con una precisazione: per il 2024 viene sterilizzato per i redditi superiori ai 50 mila che, dunque, non vedranno nessun beneficio con una franchigia sulle detrazioni fiscali. E’ una misura che vedranno in busta paga solo i redditi medio-bassi». Questa mossa dovrebbe portare in cassa un miliardo di euro rispetto ai 4 necessari a finanziare la riforma. «Si tratta – ha fatto i conti Meloni – di un aumento in busta paga che corrisponde a cento euro al mese e che coinvolge una platea di 14 milioni di cittadini».

Lavoro, super deduzioni per chi assume a tempo indeterminato
«Più assumi, meno paghi». Seguendo questo principio, il governo ha deciso la deduzione al 120% per le assunzioni tempo indeterminato, al 130% per chi assume madri, under 30, percettori del Reddito di cittadinanza e persone con disabilità. Questa misura sostituisce quella che era prevista fino a quest’anno per giovani e donne, ma si somma con quella prevista per chi assume nelle regioni meridionali come previsto nel decreto sull’istituzione della Zona speciale unica del Mezzogiorno.

Il taglio del cuneo fiscale
L’esonero parziale sulla quota dei contributi previdenziali a carico dei lavoratori dipendenti con redditi più bassi iniziato nel 2022 con il governo Draghi, è stato confermato e rivisto al rialzo con la legge di bilancio 2023 messa a punto dal governo Meloni ed è salito ulteriormente grazie al decreto lavoro del primo maggio scorso. Il taglio attualmente in vigore e che sarà prorogato di un altro anno è del 6% per i lavoratori con reddito fino a 35 mila euro e del 7% per chi ha un reddito non superiore a 25 mila euro l’anno (1.923 euro al

Autonomi: addio all’acconto di novembre
La novità sull’acconto di novembre, introdotta dopo una lunga battaglia della Lega guidata da Alberto Gusmeroli, riguarda da subito le partite Iva per le quali cambia il calendario degli adempimenti. Il tradizionale acconto di novembre scomparirà già quest’anno per circa 2,5 milioni di autonomi, piccoli artigiani e commercianti, “selezionati” in base ad una soglia di fatturato. Da novembre 2024 la platea raddoppierà perché l’eliminazione riguarderà tutti.

Il decreto anticipi per gli aumenti ai lavoratori statali
Inoltre il Cdm ha discusso anche il decreto anticipi. Si tratta di un provvedimento da oltre 7 miliardi di euro per finanziare una parte dei rinnovi contrattuali degli statali, a partire dalla sanità (5 miliardi per i contratti dei dipendenti pubblici e 3-3,5 per la sanità). Il ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo punta ad arrivare a un accordo nel 2024, ma un primo aumento nella busta paga dei dipendenti pubblici arriverà già a dicembre.
«La legge di bilancio stanzia 5 miliardi di euro — ha detto Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione e del merito — a decorrere dal 2024 per rinnovare i contratti del pubblico impiego: una parte consistente di tali risorse andrà al comparto istruzione, che conta circa 1,2 milioni di lavoratori. Un risultato di cui, in un contesto finanziario complicato, siamo particolarmente orgogliosi, perché consente di tutelare e valorizzare i salari di tutto il personale scolastico con aumenti significativi, e di farlo in tempi rapidi, come avevamo chiesto».

Fringe benefit: confermate le disposizioni e aumento a 2 mila euro per chi ha figli
Anche per quanto riguarda i fringe benefit, i contribuenti senza figli avranno svantaggi rispetto a chi ha potuto farne. I fringe benefit, infatti, salgono a 2 mila euro per i lavoratori con prole, mentre a chi non ne ha il tetto viene dimezzato a mille euro. «Sui fringe benefit l’anno scorso siamo interventi in maniera significativa, quest’anno lo rendiamo strutturale con modifiche per il 2024», è stato il commento di Meloni.

Pensioni, minime più alte (a 618 euro) e proroga di Quota 103
Non ci saranno rivoluzioni al capitolo previdenza, che vede la proroga di Quota 103. Soddisfatto il pressing di Fi con un nuovo mini-aumento per le pensioni minime a partire dai 65 anni di età. Gli importi inferiori o uguali al minimo Inps saliranno dunque a 618 euro dal prossimo 1° gennaio. L’anno scorso, come sappiamo, gli assegni inferiori o uguali ai minimi erano aumentati per gli over 75, ora dunque si dovrebbe ampliare la platea. Con il decreto fiscale scatterà anche il conguaglio della perequazione delle pensioni: lo 0,8% necessario a recuperare l’inflazione effettiva del 2022 (8,1%). Il pagamento (comprensivo degli arretrati) dovrebbe avvenire già a dicembre anziché a gennaio.
Addio ad Opzione Donna e Ape sociale: arriva un fondo unico per la flessibilità in uscita. Lo ha annunciato in conferenza stampa la premier Meloni: «Ape sociale e Opzione donna vengono superate e accorpate in un unico fondo per la flessibilità in uscita che consente di andare in pensione a 63 anni con 36 anni di contributi per i caregiver, disoccupati, lavori gravosi e disabili e 35 anni per le donne».
Se Quota 103 confluisce nella legge di Bilancio, gli interventi per estendere la tutela previdenziale dei lavoratori contributivi e quelli relativi alla previdenza integrativa dovrebbero trovare spazio in un Ddl collegato alla manovra. Lì dovrebbe rientrare anche un primo intervento per semplificare la situazione di chi si trova con posizioni in diverse gestioni previdenziali. Spacchettato tra legge di Bilancio e “collegato” anche l’intervento per rendere più attrattiva la previdenza complementare, soprattutto agli under 35.

Bonus fiscali, taglio già da 50 mila euro di reddito?
Per dare progressività all’Irpef del 2024 con tre aliquote, e fare cassa, il governo sembra orientato a seguire la strada più breve: nuovi tetti di spesa ammissibile alle detrazioni e un taglio automatico al loro importo, in base al reddito dei beneficiari. Già dal 2020 il valore delle detrazioni si è ridotto a partire dai 120 mila euro di reddito fino ad annullarsi a 240 mila. Il governo vorrebbe abbassare la soglia a 50 mila euro di reddito per le detrazioni da 260 euro. Ma nel dlgs fiscale, ha spiegato il vice ministro dell’Economia Maurizio Leo al termine del Cdm, «si fa chiarezza sulla parte delle detrazioni-deduzioni, nessuno le tocca perché serve cautela e non si può fare in tempi brevissimi».

Mini-Ires al 15% per le imprese
Per quanto riguarda le aziende, invece, prenderà il via la mini-Ires. Con i conti in regola, dovrebbe tradursi in un’aliquota al 15%: ben 9 punti percentuali sotto l’attuale 24%. La tassa è rivolta a quelle imprese che nei prossimi due anni d’imposta aumenteranno il numero di dipendenti assunti a tempo indeterminato e si impegneranno a non distribuire l’utile. Mentre per il momento, contrariamente a quanto previsto nella delega fiscale, l’applicazione dello sconto Ires non terrà in considerazione degli investimenti qualificati che non hanno a che vedere con il capitale umano. L’adesione all’Ires al 15% — che diventa il regime naturale — farà in automatico rinunciare agli altri incentivi a disposizione delle imprese. Se, invece, un’azienda intendesse mantenere l’aliquota ordinaria al 24% così da mantenere le altre agevolazioni che spettano all’attività, dovrà indicarlo in una dichiarazione ufficiale.
Nella bozza si era prevista anche la possibilità di prevedere delle maggiorazioni allo sconto fiscale per coloro che assumono specifiche categorie di lavoratori: ad esempio, ex percettori di reddito di cittadinanza.

La Global minimum tax
Un nuovo ridimensionamento del taglio di Irpef e Ires è stato necessario per fare spazio alla Global minimum tax, ulteriore novità di cui si parlerà nel Cdm. Si tratta della nuova imposta minima globale (con un’aliquota effettiva del 15%) a carico dei gruppi societari con almeno 750 milioni di euro di fatturato consolidato, in sostanza le multinazionali. Tra questi, ci sono anche diverse Big tech, da Amazon a Google, che vantano fino a 6 miliardi di ricavi. Con il via libera del Cdm del 16 giugno 2023 alla legge di delegazione europea 2022-2023, l’esecutivo ha posto il primo tassello per il recepimento nell’ordinamento italiano.
Da calendario gli Stati membri hanno il compito di recepire le nuove norme entro il 31 dicembre 2023; dal primo gennaio 2024 la normativa sulla Global minimum tax diverrà efficace in tutto il territorio dell’Unione europea. Per l’Italia, il governo sta valutando sconti fiscali per quelle multinazionali che hanno stabilimenti produttivi sul territorio o investono miliardi per lo sviluppo del Paese.

Tassa di successione, scongiurata l’ipotesi che diventi più cara
Il governo, inoltre, stava studiando la possibilità di rendere più onerosa l’imposta di successione per i parenti più lontani. L’ipotesi su cui si ragionava riguardava un aumento per gli eredi dal terzo grado in poi, ma a quanto pare nella Manovra «non c’è», ha dichiarato nel corso della conferenza stampa in chiusura del Consiglio dei ministri il vicepremier Antonio Tajani. «Lo voglio dire, e ringrazio il ministro Giorgetti per avermi rassicurato da questo punto di vista: non c’è alcuna tassa di successione su chicchessia. Quindi un fatto positivo».

Famiglie: asilo gratis per il secondo figlio, un mese in più di congedo parentale e addio al taglio dell’Iva per i prodotti dell’infanzia
Non viene confermato il taglio dell’Iva per i prodotti dell’infanzia, mentre «dal secondo figlio l’asilo nido è gratis», come ha annunciato la premier Giorgia Meloni in conferenza stampa dopo l’ok alla manovra. E’ il regalo da 180 milioni di euro che il governo fa a chi dà più figlia al Paese, al quale si aggiunge il taglio dei contributi a carico delle madri lavoratrici che abbiano almeno due figli (la quota loro spettante sarà pagata dallo Stato). Con dei limiti: il taglio è valido fino all’età di 10 anni del secondo figlio e fino a 18 anni per chi ha dai 3 figli in su. Per quanto riguarda, poi, il congedo parentale, viene allungato di un mese, per i genitori di bambini fino a 6 anni di età con stipendio pagato al 60%.

Superbonus addio
Dal prossimo anno il Superbonus dovrebbe scomparire dal panorama normativo italiano, con la cancellazione della possibilità della sconto in fattura e la cessione del credito. Esclusa, a quanto pare, anche la proroga del termine di fine anno per terminare i lavori in condominio. Gli sconti per l’edilizia torneranno così sui vecchi binari del 65% e del 50% da spalmare in 10 anni. Il dossier rimarrà comunque aperto anche dopo l’ok alla manovra. Questo perché, indipendentemente dalla maxi agevolazione così tanto odiata, l’Italia dovrà continuare a lavorare sul tema dell’efficientamento energetico delle case degli italiani e su come finanziarlo.

Tagli ai ministeri
Obiettivo risparmio a tutti i costi per racimolare anche l’ultimo centesimo e non rendere la legge di Bilancio un colabrodo. Per questa ragione, il governo ha deciso che i ministeri che non presenteranno un piano di spendig review entro la fine dell’anno si vedranno tagliare i fondi del 5% a partire dal 2024. «E’ stato chiesto un sacrificio a tutti i ministeri, che hanno dovuto in qualche modo rinunciare a progetti e idee» attuando una «spending review significativa» con un taglio «del 5% sulle spese discrezionali» dello Stato, delle regioni e degli enti locali, ha commentato il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, nel corso della conferenza stampa a palazzo Chigi dopo il via libera alla legge di Bilancio 2024.

Sanità: 3 miliardi per abbattimento liste d’attesa
La priorità del governo, in tema di sanità, è l’abbattimento delle liste d’attesa, ha detto la premier Meloni. Sono stati recuperati 3 miliardi in più che andranno a conseguire due obiettivi: il rinnovo dei contratti del comparto sanitario e la detassazione degli straordinari e dei premi di risultati legati all’abbattimento delle liste d’attesa. Una novità destinata a far discutere riguarda gli stranieri non Ue residenti in Italia che dovranno versare un contributo di 2.000 euro annui per poter usufruire del sistema sanitario nazionale. L’importo del contributo è ridotto per gli stranieri titolari di permesso di soggiorno per motivi di studio o per quelli collocati alla pari.

Taglio del canone Rai dalla bolletta
«Ci sarà un primo intervento sul canone Rai, che sarà tagliato dalla bolletta dei contribuenti». Lo ha detto il vicepremier Matteo Salvini nel corso della conferenza stampa che ha approvato la legge di Bilancio.

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