ECONOMIA
Fonte: Corriere della Sera
Il blocco all’aumento delle tasse locali varrà per tutti «fatta eccezione per situazioni straordinarie legate all’addizionale per le Regioni in disavanzi sanitari».
Lo ha detto il sottosegretario all’Economia, Enrico Zanetti
Sconti fiscali fino ad un massimo di 4 mila euro per le coppie conviventi che intendono acquistare casa, nuovo tetto (25% della spesa del personale pensionato l’anno precedente) per il turnover nella Pubblica amministrazione, spese funebri e universitarie introdotte nella dichiarazione dei redditi precompilata, un fondo ad hoc (15 milioni annui) per le adozioni internazionali: ecco alcune delle novità della manovra finanziaria, che entro giovedì sera dovrebbe arrivare al Quirinale per poi essere trasmessa dalla presidenza del Consiglio alle Camere. «Ultime limature, è questione di ore ormai», conferma il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, spiegando che la manovra, da 27 miliardi, è stata perfezionata fino all’ultimo momento «perché regga bene non solo il confronto con l’Europa, che è il primo che avremo, ma anche la possibilità di una gestione aperta in Parlamento». E mentre le opposizioni lamentano proprio che il testo della manovra non sia ancora arrivato alle Camere, il presidente del Consiglio tira dritto: «Il ritornello dei gufi degli ultimi venti mesi è tutto qui- scrive Matteo Renzi su Facebook – Nel frattempo mentre loro dicevano, noi facevamo. Le chiacchiere stanno a zero, l’economia non più. Avanti tutta, amici. C’è ancora molto da fare, ma questa è proprio la volta buona».
Aumento Irap e Irpef oppure aumento dei ticket
Uno dei nodi è il blocco all’aumento delle tasse locali, che varrà per tutti «fatta eccezione per situazioni straordinarie legate all’addizionale regionale per le Regioni in eventuali disavanzi sanitari», come ha sottolineato il sottosegretario all’Economia, Enrico Zanetti. Poche frasi che sono bastate a diventare una nuova miccia sul dibattito della legge di Stabilità. Nelle Regioni in disavanzo sanitario, – che sono Lazio, Abruzzo, Campania, Molise, Sicilia, Calabria, Piemonte, Puglia- «la legge prevede un aumento automatico di addizionali Irpef e Irap – ha spiegato il coordinatore degli assessori al Bilancio della conferenza delle Regioni, Massimo Garavaglia – ma i presidenti e le giunte possono anche scegliere di agire sui ticket. La possibilità di agire anche sulla leva dei ticket – ha sottolineato Garavaglia – è una scelta che fa capo ai presidenti e le giunte delle Regioni, mentre l’aumento delle addizionali Irpef e Irap, in questo caso, è un automatismo». Ad ogni modo, ha aggiunto Garavaglia, che è anche presidente del Comitato di settore comparto Sanità della Conferenza delle Regioni, «va sottolineato che il disavanzo in Sanità non sempre è frutto di malgoverno, ma anche di un’eccessiva riduzione del Fondo sanitario. E con questa Legge di Stabilità – ha concluso – il Fondo sanitario nazionale arriva al 6,6% del Pil, segnando un record in negativo negli ultimi anni, anche considerando che in Paesi come Francia e Germania tale percentuale sul Pil supera l’11%».
Chiamparino: fondo sanitario aumenta solo di un euro
Proprio sul fondo, è intervenuto anche Sergio Chiamparino, presidente (dimissionario) della Conferenza delle Regioni: l’aumento del Fondo sanitario rispetto allo scorso anno è pari a 1 miliardo, «ma erano 3 in più quelli previsti dall’accordo di luglio in Conferenza Stato Regioni. Una risposta da parte del governo non è irrilevante per capire se questo miliardo in più messo in Legge Stabilità nel Fondo sanitario è sufficiente o no», ha concluso. E la sanità è solo l’ultimo dei fronti aperti, dai tagli alle risorse peri i Caf alle proteste della sinistra Pd per l’innalzamento della soglia del contante passando per i timori degli effetti della cancellazione della Tasi-Imu sulla prima casa, come evidenzia Confcommercio che mette in guardia da un rialzo per uffici, negozi e alberghi per un valore di 1,5 miliardi.
Il tesoretto della Rai per ridurre le tasse
Un’altra novità che emerge dalla legge di stabilità è il «tesoretto della Rai». Dal recupero dell’evasione del canone Rai grazie al suo inserimento nella bolletta elettrica si stima possa derivare un «tesoretto» di 500 milioni di euro. Con il nuovo sistema di riscossione, infatti, salirebbero a 2,2 miliardi gli introiti della tassa, rispetto agli 1,7 miliardi del 2015. Tale «tesoretto», che in un primo momento sembrava destinato ad essere utilizzato per una diminuzione della pubblicità sulla tv pubblica, per le tv locali o per il Fondo per l’editoria, sarebbe invece utilizzato – secondo quanto si apprende – per la riduzione della pressione fiscale. Già lo scorso anno, tra le polemiche, la Rai contribuì con 150 milioni di euro a sostenere l’operazione «80 euro». Poi, con la legge di stabilità dello scorso anno, fu decisa una riduzione strutturale del 5% dei trasferimenti alla tv pubblica.