19 Settembre 2024

Fonte: Corriere della Sera

di Massimo Franco

Nel momento in cui il presidente francese annuncia provvedimenti per placare le proteste di piazza, sacrificando i vincoli di spesa, l’Italia si sente meno debole


La ciambella a una maggioranza in bilico nei rapporti con la Commissione europea è arrivata dalla sponda più imprevedibile: dalla Francia di Emmanuel Macron. Movimento Cinque Stelle e Lega, che stanno affannosamente cercando di trovare un compromesso con Bruxelles sulla manovra economica, ora hanno un ottimo appiglio per trattare; o almeno pensano di averlo. Nel momento in cui il presidente francese annuncia provvedimenti per placare le proteste di piazza, sacrificando i vincoli di spesa, l’Italia si sente meno debole. Avverte che non accetterebbe la linea dei «due pesi e due misure» a vantaggio del governo di Parigi: sebbene la reazione europea rimanga fredda. Il premier Giuseppe Conte «confida», ha detto ieri, che l’apertura della procedura di infrazione nei confronti dell’esecutivo giallo-verde non ci sia; che le proposte e le concessioni offerte da Palazzo Chigi bastino a convincere il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, e a piegare le resistenze corpose del «fronte del rigore». Non è ancora chiaro quanto gli Stati nord e est europei siano decisi a mantenere una linea dura verso l’Italia.

Un colpo duro
Il premier lo verificherà oggi, nell’incontro che avrà con Juncker. Ma quando è stato fatto presente che anche la Francia annuncia misure espansive, la risposta è stata: «Quelle sono parole, per ora, l’Italia invece ha scritto un documento». Replica interlocutoria, che però conferma la possibile apertura di un nuovo fronte. Su questo, non sono solo i vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini a segnalare la novità. Lo conferma il presidente del Parlamento europeo, il berlusconiano Antonio Tajani. È indubbio che con l’Ue siano in gioco «molto più dei saldi finali di una manovra economica», avverte Conte. Ma quel «molto di più» riguarda sia Bruxelles, sia Palazzo Chigi. E per l’Italia, la procedura di infrazione sarebbe un colpo duro. C’è da giurare che il M5S di Di Maio e la Lega di Salvini ne farebbero un argomento da campagna elettorale alle Europee di maggio, per trarne vantaggio. Ma l’esito sarebbe di allargare il solco con le istituzioni continentali, accentuando l’isolamento italiano. Tra l’altro, alcune dichiarazioni di Salvini, in visita in Israele, sul gruppo Hezbollah, hanno riproposto il tema degli sconfinamenti ministeriali del leader leghista; e creato imbarazzo tra i militari, impegnati in una delicata missione con Unifil in Libano. Le prossime ore saranno decisive per la trattativa europea. Si spera che a favorire una soluzione contribuisca l’incontro fissato per oggi tra Conte e i ministri dell’Economia, Giovanni Tria, e degli Esteri, Enzo Moavero, col capo dello Stato, Sergio Mattarella: un solido, convinto europeista.

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