Fonte: Corriere della Sera
di Giusi Fasano
Fca: «Condizioni stazionarie». Al capezzale del manager la compagna Manuela Battezzato e i figli, Alessio Giacomo e Jonathan Tyler
«Irreversibile». La parola che racconta più di ogni altra quanto sia sottile il filo che tiene Sergio Marchionne legato alla vita, ieri è stata usata per la prima volta da chi riesce ad andare oltre il muro del silenzio voluto dalla famiglia e dalla Fiat Chrysler.
Nessuno l’ha confermata ufficialmente ma nessuno se l’è nemmeno sentita di smentirla. «È plausibile» è il massimo della conferma possibile. La gravità delle condizioni dell’ex numero uno di Fca, dunque, sta tutta in quella parola, irreversibile. Sta nel tono dei pochi comunicati ufficiali di questi due giorni: quelli che hanno parlato di lui con i verbi al passato premettendo «profonda tristezza». Sta nella lettera con la quale il presidente di Fca John Elkann annuncia: «È la lettera più difficile che abbia mai scritto, Sergio non tornerà più». E sta nel fatto che sia ricoverato nella Divisione di Terapia intensiva.
All’ospedale universitario di Zurigo, al suo capezzale, in questi giorni si sono alternati la compagna Manuela Battezzato, 47 anni (con lui da dodici anni) e i figli Alessio Giacomo e Jonathan Tyler. Ieri pare che loro non ci fossero, lei invece è arrivata poco dopo mezzogiorno ed è rimasta nel reparto fino a notte insieme a uno degli uomini più fidati della security del gruppo. Impossibile parlarle, avvicinarla, perfino vederla per i giornalisti che sono arrivati numerosi davanti alla Universitätsspital. Il solo dettaglio che alla Fca confermano è che le condizioni dell’ex amministratore delegato da ieri mattina — dopo essersi aggravate in modo «impensabile», per dirla con John Elkann — sono stabili. Gravissime, a questo punto, ma stazionarie.
L’ospedale è una specie di fortezza che custodisce la privacy dei suoi pazienti al punto da non confermare nemmeno l’informazione del ricovero di Sergio Marchionne. Nemmeno dopo che due ragazzi, giovani parenti del manager italo-canadese, sono entrati a informarsi (inutilmente) sulle sue condizioni e a lasciare un messaggio per Manuela. Non sono stati diffusi né sono previsti bollettini medici. Da Torino, Fca ha inviato uno dei suoi manager media per provare a contenere le tante informazioni sbagliate diffuse in questi due giorni, soprattutto in Rete. Ieri pomeriggio l’ultima: un sito titolava «È morto Sergio Marchionne». Una telefonata di fuoco e di quella notizia non è rimasto che un titolo che non porta da nessuna parte.
Nessuno l’ha confermata ufficialmente ma nessuno se l’è nemmeno sentita di smentirla. «È plausibile» è il massimo della conferma possibile. La gravità delle condizioni dell’ex numero uno di Fca, dunque, sta tutta in quella parola, irreversibile. Sta nel tono dei pochi comunicati ufficiali di questi due giorni: quelli che hanno parlato di lui con i verbi al passato premettendo «profonda tristezza». Sta nella lettera con la quale il presidente di Fca John Elkann annuncia: «È la lettera più difficile che abbia mai scritto, Sergio non tornerà più». E sta nel fatto che sia ricoverato nella Divisione di Terapia intensiva.
All’ospedale universitario di Zurigo, al suo capezzale, in questi giorni si sono alternati la compagna Manuela Battezzato, 47 anni (con lui da dodici anni) e i figli Alessio Giacomo e Jonathan Tyler. Ieri pare che loro non ci fossero, lei invece è arrivata poco dopo mezzogiorno ed è rimasta nel reparto fino a notte insieme a uno degli uomini più fidati della security del gruppo. Impossibile parlarle, avvicinarla, perfino vederla per i giornalisti che sono arrivati numerosi davanti alla Universitätsspital. Il solo dettaglio che alla Fca confermano è che le condizioni dell’ex amministratore delegato da ieri mattina — dopo essersi aggravate in modo «impensabile», per dirla con John Elkann — sono stabili. Gravissime, a questo punto, ma stazionarie.
L’ospedale è una specie di fortezza che custodisce la privacy dei suoi pazienti al punto da non confermare nemmeno l’informazione del ricovero di Sergio Marchionne. Nemmeno dopo che due ragazzi, giovani parenti del manager italo-canadese, sono entrati a informarsi (inutilmente) sulle sue condizioni e a lasciare un messaggio per Manuela. Non sono stati diffusi né sono previsti bollettini medici. Da Torino, Fca ha inviato uno dei suoi manager media per provare a contenere le tante informazioni sbagliate diffuse in questi due giorni, soprattutto in Rete. Ieri pomeriggio l’ultima: un sito titolava «È morto Sergio Marchionne». Una telefonata di fuoco e di quella notizia non è rimasto che un titolo che non porta da nessuna parte.