Fonte: La Repubblica
di Salvatore Giuffredi
L’ex sindaco di Roma parla dopo la sentenza che lo ha definitivamente assolto dalle accuse. “Se alle europee trionferà il populismo sappiamo di chi è la colpa”
Ignazio Marino torna nella sua Philadelphia dal Messico. Scalo a Houston, poi nella città dell’amore fraterno entra ed esce da un convegno. Ma la testa, dopo la sentenza che l’ha visto assolto dal caso scontrini, è all’Italia, al Pd, alle prossime elezioni, a Roma. E non rinuncia a togliersi qualche sassolino dalle scarpe attaccando il Pd, soprattutto quello renziano. “Se a maggio in Europa trionferà il populismo del cinque stelle e il sovranismo della destra sapremo di chi sono le responsabilità”.
Qual’è la prima cosa che ha pensato dopo aver appreso la notizia della sua assoluzione per il caso scontrini?
“Ovviamente ho provato sollievo anche se sono sempre stato in pace con la mia coscienza. Ho pensato alla mia famiglia e a tutti quegli stretti collaboratori che con me hanno sofferto in questi anni. E ho provato grande riconoscenza per gli straordinari professionisti che mi hanno assistito, il professor Enzo Musco e l’avvocato Alessandra Martuscelli. Mi ritengo un uomo e un cittadino molto fortunato da questo punto di vista”.
In queste ore in tanti si stanno complimentando per la sua assoluzione. Ma c’è anche chi, come Orfini, continua a sostenere che lei fu mandato via solo per gli errori commessi. Cosa si sente di replicare?
“Non ho nulla da replicare a chi ha imposto una scelta senza che questa venisse discussa nel luogo che la democrazia deve utilizzare per queste decisioni, ovvero l’Assemblea capitolina. Non ho nulla da perdonare o critiche da accettare da chi ha portato alla rovina il Pd consegnando Roma e il paese al populismo”.
Dalla sua caduta il Pd non si è più ripreso nè a Roma nè a livello nazionale. Da dove nasce questa crisi del centrosinistra?
“La chiusura dei circoli del Pd nella capitale è stato il segnale di uno scollamento totale tra i vertici del partito e il territorio. Un isolamento che ho vissuto sulla mia pelle. Io e la mia giunta siamo stati lasciati soli in balia di quel sistema di potere che da decenni governava Roma, dallo smaltimento dei rifiuti alle lobby delle bancarelle”.
Tra un mese si vota per le europee. Il centrosinistra nei sondaggi è dato per sconfitto. Teme una deriva populista in Europa?
“Dal patto del Nazareno in poi il Pd è andato in caduta libera. Ma era già finito quando gli elettori scelsero un sindaco come me, definito non a caso “Marziano”. Non sono mai stato uno yes man e per questo evidentemente non piacevo al cerchio magico. Cosa di cui posso dire di andare fiero. Se a maggio in Europa trionferà il populismo dei cinque stelle e il sovranismo della destra sapremo di chi sono le responsabilità ma credo che la maggior parte degli elettori Europei vorranno mantenere solida l’Unione Europea”.
In molti, e non solo oggi, le chiedono di tornare in politica. Davvero vuole rimanere negli Stati Uniti nel suo impegno di chirurgo e non ha fatto un pensiero e tornare in Italia per dare il suo contributo alla ricostruzione del centrosinistra?
“Ho scelto di tornare negli Stati Uniti. Oggi insegno chirurgia e sono senior vice president della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Non ho alcuna intenzione di tornare a fare politica in Italia ma voglio dedicarmi ai tanti progetti che sto seguendo qui, dove è possibile lavorare con lealtà e dove i risultati si ottengono con la fatica e il merito”.