Fonte: La Stampa
di Giuseppe Alberto Falci
L’ex primo cittadino: scegliete un uomo o una donna che possa continuare il lavoro fatto. Attacca Renzi. E a Giachetti: «Dovrebbe dimettersi da vicepresidente della Camera»
Non si candida. «So di darvi un dispiacere, non mi candiderò a sindaco di Roma». Il tono della voce si abbassa. L’emozione si scorge sul volto. Sono infatti le 19 e 30 quando alla libreria Feltrinelli di via Appia Nuova Ignazio Marino, autore del libro «Un marziano a Roma», esclude la possibilità di scendere in campo per la corsa al Campidoglio. In sala si leva un brusio di delusione. «Ma come, siamo venuti fin qui per Ignazio, e lui cosa fa? Sta al gioco del Pd e ci costringe a votare Giachetti?», si lascia andare una signora elegante con occhiale raffinato e con un libro di Tom Wolf. In tanti accorsi alla presentazione delle memorie dell’ex sindaco speravano che oggi lui, il marziano della Capitale, rompesse gli indugi. Ma il colpo di scena non arriva. Marino firma autografi, si prende gli applausi, ma fa un passo di lato. «Troppo poco il tempo a disposizione. Ormai come facciamo. Fassina si è già candidato», sussurra un signore dell’entourage.
GLI ATTACCHI AL PD
L’ex sindaco si presenta alle 18 e 30 alla Feltrinelli per la presentazione del suo ultimo libro insieme al giornalista Franco Di Mare. Una sala stracolma lo accoglie con «Ignazio, Ignazio, Ignazio…!». In tenuta casual, camicia bianca e pullover blu, Marino risponde per un’ora alle domande del cronista. E anche se i toni sono più contenuti della conferenza stampa di ieri, il democrat ne ha per tutti. In particolare, prende di mira il premier Matteo Renzi, «un presidente del Consiglio eletto da una direzione nazionale di 80 membri». Per non parlare dell’ex assessore PD Stefano Esposito, «uno che non si presentava in giunta, ma non lo dico io, basta leggere i resoconti comunali». Un’altra vittima delle polemiche di Marino è il candidato Pd a Roma, Roberto Giachetti. «Ho un rimprovero da fargli: se una persona davvero crede in questa città e pensa di dedicare tutto il suo tempo a Roma per fare la campagna elettorale dovrebbe lasciare la poltrona. Potrebbe copiare le righe che io ho scritto al presidente del Senato quando mi sono dimesso per la campagna elettorale». E ancora: «Nel 2008 Rutelli non è andato bene – ha aggiunto Marino -, ora hanno scelto il capo gabinetto di Rutelli. La prossima volta cercheremo il candidato tra gli uscieri della giunta Rutelli degli anni ’90».
CANDIDATO CONTRO RENZI?
Polemiche a parte, Marino è preoccupato per le sorti della città. «Nessuna tra le candidature ha il profilo giusto per governare la città». Ecco perché si rivolge alla platea, e in particolare all’ex vice sindaco Luigi Nieri («una persona che stimo») per la scelta del futuro candidato. «Sono sicuro che in questa sala ci sia un uomo o una donna che noi possiamo sostenere e votare». Ma chi sarà mai?, si domanda qualche cittadino uscendo dalla libreria. Di certo, però, nella conclusione del suo intervento Marino evoca il cambiamento di Roma, ma anche «del nostro Paese». Perché «tutto il Paese – insiste – ha bisogno di voi». Insomma, oggi Marino esce di scena. Ma domani potrebbe tornare. E candidarsi – come ha scritto la Stampa – al congresso del Pd del 2017. Provando a contendere la leadership a Matteo Renzi.