22 Novembre 2024

All’Assemblea Generale il Presidente della Repubblica parla delle sfide poste dai conflitti a Gaza e in Ucraina. A Washington Biden in campo contro l’antisemitismo

“L’obiettivo del multilateralismo ha rappresentato il pilastro fondamentale della nostra politica estera e con orgoglio accogliamo sul nostro territorio uffici e strutture delle Nazioni Unite, da Torino a Roma, da Firenze a Trieste, a Brindisi”.

Così il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è rivolto all’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York.  Lo ha fatto in un lungo e articolato discorso nella grande principale sala dell’Onu, appuntamento culmine della sua visita al Palazzo di Vetro dove ha anche aperto la conferenza annuale su uno degli obiettivi cardine dello sviluppo sostenibile. E nel dare voce alla vocazione al multilateralismo dell’Italia, ha lanciato un accorato appello alla sua difesa – e al rafforzamento dell’Onu, la sua piattaforma essenziale – davanti alle molteplici, gravi crisi che scuotono il palcoscenico internazionale, oggi dominato dalla tragica guerra a Gaza e dall’invasione russa dell’Ucraina.

 

Per una Onu riformata e rafforzata

“Il divario fra risorse rese disponibili e necessità continua ad essere enorme – ha sottolineato Mattarella – L’Onu rappresenta la sola piattaforma in grado, se adeguatamente sostenuta dai suoi Paesi membri, di affrontare le sfide che minacciano la pace, la sicurezza e lo sviluppo”. Ancora: “Le grandi sfide transnazionali che dobbiamo affrontare, il moltiplicarsi di conflitti regionali suscettibili di estendersi, lungi dal mettere in discussione il ruolo delle Nazioni Unite ne mettono in evidenza il carattere indispensabile, cruciale, a servizio dell’umanità. Serve un’Onu sempre più rappresentativa ed efficace. Ogni strada opposta, ogni assenza, conduce a peggiorare le prospettive della condizione umana”. Questa missione ispira l’azione dell’Italia e di altri paesi uniti dalla sigla Uniting for Consensus “per la riforma e la miglior rappresentatività del Consiglio di Sicurezza, volta in primis a dare spazio a regioni sottorappresentate, come l’Africa, l’Asia e l’America Latina, per rimediare a una ingiustizia storica a tutti evidente”. In questa chiave, l’Italia “continuerà a fornire il suo attivo e positivo contributo alla redazione del Patto per il Futuro, affinché si giunga ad una visione condivisa degli strumenti e delle azioni necessarie ad
affrontare assieme le sfide globali del XXI secolo”. Un summit sul futuro è previsto a settembre.

I nodi delle crisi

“La sensibilità della Repubblica Italiana a favore della pace,per la promozione della dignità umana e dei valori universali, si esprime nell’azione costante a sostegno dei dialoghi e processi di stabilizzazione post conflitto, per i diritti dei giovani e delle donne in particolare in quelle situazioni di più grave discriminazione” come anche “nel supporto alla campagna a favore dell’abolizione della pena di morte”, ha detto. Mattarella ha parlato di un rilancio di multilateralismo e dialogo mentre infuriano drammatiche e pericolose crisi sul palcoscenico internazionale che mettono a dura prova l’Onu e la diplomazia. A Gaza, nelle ultime ore Israele ha bombardato e avviato incursioni con mezzi corazzati a Rafah, dopo aver ordinato l’evacuazione di oltre centomila civili rifugiati, anche se non è chiaro il significato delle mosse: se cioè possa far presagire l’invasione della città e far deragliare ogni speranza diplomatica, tra il timore espresso dagli stessi Stati Uniti di nuove tragedie umanitarie. Oppure se rimanga un’operazione più limitata, come hanno indicato fonti militari di Gerusalemme parlando di “precisa azione anti-terrorismo”, mentre proseguono negoziati a singhiozzo per un cessate il fuoco. Truppe israeliane hanno tuttavia preso il controllo del posto di frontiera tra Rafah e l’Egitto, portando alla paralisi dell’ingresso di aiuti umanitari, e l’Onu ha denunciato il pericolo di nuove spirali di tragedie per la popolazione civile.

Mattarella su Gaza

Il Presidente ha puntato l’indice sui “sempre più preoccupanti venti di guerra che soffiano sul Medio Oriente. Le tensioni e gli scontri di queste scorse settimane impongono un accresciuto impegno della comunità internazionale per giungere a una de-escalation”. Ancora, ha parlato sia di soluzioni di lungo periodo che di emergenze: “Occorre por fine alla catena di azioni e reazioni e consentire l’avvio di un processo che ponga termine ai massacri, conduca finalmente a una pace stabile:una soluzione che passa necessariamente dall’obiettivo condiviso del pieno e reciproco riconoscimento dei due Stati di Israele e di Palestina, con il definitivo riconoscimento di Israele e della sua sicurezza da parte degli Stati della regione”.

Più immediatamente “ci viene chiesto di rispondere all’imperativo morale di fornire assistenza per lenire le immani sofferenze della popolazione civile di Gaza. Va inoltre evitato un ulteriore aggravamento della situazione”. Qui ha detto di unirsi “all’appello del Segretario Generale (Antonio, ndr) Guterres affinché siano evitate operazioni militari a Rafah per la drammaticita’ delle conseguenze che potrebbero avere sui civili palestinesi”. Di più: “Occorre poi considerare l’essenziale funzione svolta dall’Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l’Occupazione dei Profughi Palestinesi nel Vicino Oriente e di conseguenza l’importanza di continuare a finanziarla”. L’agenzia è stata scossa da polemiche per accuse israeliane di legami di suoi dipendenti locali con Hamas.

Cessate il fuoco e liberazione degli ostaggi

Mattarella ha infine evocato nel dramma di Gaza “Il cessate il fuoco, richiesto dal Consiglio di Sicurezza con la Risoluzione 2728, l’accesso umanitario incondizionato alla popolazione di Gaza, la liberazione degli ostaggi sequestrati nel corso del disumano attacco del 7 ottobre che, va sottolineato, rappresenta la causa scatenante di quanto accaduto successivamente e l’immediata interruzione di tutte le attività di sostegno alle organizzazioni terroristiche, restano i cardini sui quali continuare a costruire con determinazione un’azione diplomatica comune”.

Biden al Museo dell’Olocausto

Nelle stesse ore, Il Presidente americano Joe Biden ha marcato a Washington la cerimonia dei giorni della Memoria dello US Holocoust Memorial Muesum, omaggio ai sei milioni di ebrei vittima dell’Olocausto. Lo ha fatto con un discorso che ha voluto denunciare la sfida dell’antisemitismo in ascesa, riaffermando il “diritto alla libertà di espressine” ma quando pacifico. Biden ha ricordato come l’odio contro gli ebrei “continui a giacere profondo nel cure di troppe persone”, denunciando un “feroce aumento dell’antisemitismo” negli Stati Uniti dopo l’attacco di Hamas a Israele il 7 ottobre scorso. Biden ha detto che gli americani devono imparare la lezine di uno dei “più oscuri capitoli della storia dell’umanità” e opporsi ad attacchi contro gli ebrei e non devono dimenticare che “Hamas ha scatenato questo terrore”. Ha aggiunto che “non c’è spazi nei campus universitari statunitense e nel paese per l’antisemitismo e l’odio o minacce di violenza di ogni genere”.

Biden ha ribadito il sostegno “di ferro” a Israele alla sua sicurezza e diritto di esistere come stat indipendente “anche quando siamo in disaccordo”, un riferimento alle pressioni della Casa Bianca per una moderazione delle operazioni militari israeliane a Gaza e ai tesi rapporti con il governo di destra di Benjamin Netanyahu. Tutto questo avviene in un clima teso all’interno degli Usa, segnato da un lato da proteste pro-palestinesi e per la pace a Gaza nei campus, spesso sgomberate con la forza dalla polizia, dall’altro da critiche di un eccessivo sostegno a Israele; dall’altro da accuse di non fare abbastanza per proteggere studenti ebrei e combattere retorica e comportamenti antisemiti. Divisioni e polemiche, nel Paese e nel partito democratico, rischiano di accrescere le difficoltà della sua campagna per una rielezione alla Casa Bianca, con i repubblicani di Donald Trump che dipingono gli Usa come in preda a disordini.

La Russia e il vetero-nazionalismo

Ma il Medio Oriente non è il solo fronte caldo sul quale Mattarella ha puntato i riflettori: in Russia Vladimir Putin coreografa l’inaugurazione al nuovo mandato a leader tra il boicottaggio dei paesi occidentali mentre prosegue, nonostante i nuovi aiuti Usa a Kiev, la sua offensiva in Ucraina. Il Presidente della Repubblica ha ricordato che “spinte vetero nazionalistiche, pulsioni neo imperialiste se non neo colonialiste, competizione tra potenze in luogo di cooperazione, ripropongono una polarizzazione del sistema internazionale che nuoce alla libertà e alla parità delle relazioni tra gli Stati e i popoli e mette a rischio la pace. E’ più importante che mai, allora, rafforzare le istituzioni multilaterali, a cominciare dalle Nazioni Unite”. Più specificamente, su Mosca: “L’aggressione mossa dalla Federazione Russa all’Ucraina contraddice le ragioni fondanti dell’Onu ed è ancora più grave in quanto proveniente da uno dei Paesi su cui ricadono maggiori responsabilità nella comunità internazionale, in quanto membro permanente del Consiglio di Sicurezza”. Non è oltretutto “solo” un conflitto regionale. “Non foss’altro perché ad esserne protagonista è una potenza che ambisce a esercitare influenza e ruolo globali, che derivano dall’ineludibile responsabilità di essere membro permanente del Consiglio di Sicurezza e che nessuno intende ignorare. Ciascun suo gesto è moltiplicatore di effetti”.

Una nuova corsa al riarmo

In questa realtà, oltretutto ha incalzato il Presidente, “si è così, dissipato il “dividendo della pace” che aveva permesso di destinare risorse allo sviluppo a scapito delle spese per armamenti, dopo il venir meno della contrapposizione tra blocchi. Lo scorso anno, la spesa globale per le armi ha raggiunto 2.400 miliardi di dollari, con una crescita di circa il 7% rispetto all’anno precedente, la più alta degli ultimi quindici anni. Si tratta di risorse che utilmente servirebbero per alleviare le crisi umanitarie”. Mattarella ha citato come i “due conflitti d’Ucraina e di Gaza” abbiano anche “fatto riemergere sinistre minacce di ricorso ad armamenti nucleari, come se la storia del XX secolo non ne avesse già reso evidenti le tragiche conseguenze”.

Due giornate al Palazzo di Vetro

Mattarella, nel suo intervento intitolato “Italia, Nazioni Unite e multilateralismo per affrontare le sfide comuni”,Il discorso all’Assemblea Generale dell’Onu ha concluso una visita di due giorni al Palazzo di Vetro da parte del Presidente della Repubblica. Ha aperto i lavori della Conferenza annuale su Sdg 16, uno di grandi obiettivi dell’agenda per lo sviluppo sostenibile del Palazzo di Vero focalizzato su pace, giustizia, società inclusive e forti e trasparenti istituzioni sul quale l’Italia è molto impegnata con attenzione ai rapporti tra il Nord e il Sud del mondo, quest’ultimo con le sue necessità e il suo crescente ruolo. Roma aveva ospitato le precedenti quattro edizioni dell’appuntamento sull’attuazione dello Sdg 16.

L’incontro con Guterres

Mattarella ha anche incontrato il Segretario generale dell’Onu Guterres, che al termine del colloquio ha sottolineato proprio il dramma di Gaza, lanciando un nuovo “forte appello” a Israele e Hamas per un accordo di cessate di fuoco definito “vitale”. Una invasione di terra di Rafah, ha continuato, “sarebbe intollerabile per le sue devastanti conseguenza umanitarie e per l’effetto destabilizzante sulla regine”.Guterres, ricordando che l’Italia ha assunto la guida di turno del G7, ha ringraziato il Paese per la sua “capacità di dialogo” e per il ruolo di “ponte” tra Nord e Sud del mondo che svolge, “ancora più necessario in un mondo tanto diviso”. Lo ha definito un “pilastro del multilateralismo” e un “partner esemplare” per l’Onu, “sempre presente in tutte le aree di attività”, dal peacekeeping allo sviluppo sostenibile, dall’ambiente ai diritti umani. Ha ricordato i 1.081 soldati italiani parte di Unifil, i caschi blu in Libano. Guteerres è anche intervenuto in Assemblea Generale per presentare Mattarella e sottolineare la leadership italiana.

La Conferenza Onu sullo sviluppo sostenibile

Il discorso all’Assemblea Generale dell’Onu ha concluso per Mattarella una visita di due giorni al Palazzo di Vetro. Lunedì aveva aperto i lavori della Conferenza annuale su Sdg 16, uno di grandi obiettivi dell’agenda per lo sviluppo sostenibile del Palazzo di Vetro focalizzato su pace, giustizia, società inclusive e forti e trasparenti istituzioni sul quale l’Italia è molto impegnata. Roma aveva ospitato le precedenti quattro edizioni dell’appuntamento. Il Presidente della Repubblica ha inoltre incontrato esponenti italiani a New York in un evento che lo ha visto insignito di un riconoscimento del Gei, il Gruppo esponenti italiani.

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