POLITICA
Fonte: La Stampa
La domenica del Presidente della Repubblica. Messa e passeggiata a piedi per rispettare il blocco del traffico. La telefonata a Ciampi: “Puoi capire bene le mie preoccupazioni”.
Messa di primo mattino alla chiesa di Santi Apostoli, poi a piedi fino alla Consulta dove lavora al discorso di martedì, infine il contatto con i suoi due predecessori Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano per condividere «le preoccupazioni» ed il peso del ruolo che si appresta a ricoprire. È la prima giornata da presidente della Repubblica di Sergio Mattarella. Il nuovo capo dello Stato sente l’importanza del momento. Lo si comprende dalle poche parole che sfuggono alla sua riservatezza. «Pregate per me affinché io sia uno strumento per il bene del Paese», dice ad un gruppo di suore che lo salutano all’uscita della chiesa e che gli «strappano» una fotografia prima che si incammini a piedi nuovamente verso la Corte Costituzionale.
Per una volta Mattarella lascia la vecchia Panda grigia che lo ha accompagnato in questi giorni e passeggia in centro a Roma. Non per un bagno di folla (le persone che lo incontrano gli tributano un applauso e urla di incoraggiamento alle quali risponde con garbo) quanto per rispettare, come tutti gli altri cittadini di Roma, il blocco comunale del traffico. Una scelta di semplicità e sobrietà, come quella che vuole imprimere all’inizio del suo settennato. Nel corso della breve passeggiata il nuovo capo dello Stato fila dritto senza rispondere alle domande dei giornalisti o fermarsi davanti alle telecamere.
Appena arrivato alla Consulta vuole chiamare Ciampi. Una lunga e affettuosa telefonata al suo predecessore: «Sono grato per tutto quello che hai fatto per il Paese – gli dice – Tu puoi capire bene quali siano le mie preoccupazioni». È il formale passaggio di consegne tra un presidente all’altro che si concretizza nel pomeriggio con la visita a casa di Napolitano. Anche questa volta a piedi per avere una descrizione dei «dossier» sul tavolo al Quirinale. Altra passeggiata a piedi nelle vie del centro di Roma, assediato dalle telecamere che per qualche minuto bloccano il traffico di via Nazionale.
Mattarella già sta lavorando da presidente. Il discorso è in via di elaborazione, sta definendo lo staff presidenziale e sta lavorando sui faldoni e sui ruoli aperti da giudice della Corte Costituzionale da consegnare ai suoi colleghi. Nessun passaggio viene lasciato al caso. Le uniche concessioni che si concede sono quelle legate alla vita familiare. Spuntano anche alcune foto del momento della sua elezione vissuto a casa della figlia nel quartiere Flaminio. Immagini che rompono lo stereotipo dell’uomo freddo e serioso. Si vede Mattarella sorridente mentre viene festeggiato dalla sua numerosa famiglia: ci sono i figli, i nipoti che lo abbracciano e i più stretti amici. Sembra uno spaccato di vita di una normale famiglia italiana anche se, in questo caso, si celebra l’elezione di uno dei suoi membri a capo dello Stato.
A dare colore alla giornate ci pensa poi una delle signore che lo ha incontrato al termine della messa mattutina, strappandogli anche una foto con il suo cellulare. Si chiama Pina, lavora in un caffè-ristorante nei pressi del Vaticano. Mostra a tutti la foto con il nuovo capo dello Stato: «È stata una emozione unica. Lui è stato molto gentile ed educato. Un signore», spiega. Poi annuncia il lancio della nuova specialità del suo bar: «il panino del presidente», ovviamente.