Fonte: La Repubblica
di Paolo Gallori, Carmelo Lopapa e Monica Rubino
Al termine del terzo giro di colloqui, il presidente elenca le alternative: “Se si torna alle urne, grandi rischi: poco tempo per la finanziaria, gli impegni in Europa, gli speculatori sui mercati internazionali”. Immediato no di M5s e centrodestra: unica possibilità è ritorno alle urne. Salvini e Di Maio indicano la data: 8 luglio. Forza Italia: meglio in autunno
Di fronte al persistere dello stallo, alle ore 18,35, al termine delle consultazioni, il presidente Mattarella parla. Per otto minuti, riepilogando quanto accaduto dopo il voto del 4 marzo, ma soprattutto per mettere i partiti di fronte alla responsabilità di una scelta: l’Italia ha bisogno di un governo, o appoggiate un esecutivo neutrale ma con pieni poteri pronto a sciogliersi appena nascerà in Parlamento una maggioranza, oppure riportate i cittadini alle urne, ma esponendo a gravi rischi il Paese. Il presidente scioglierà la riserva sul premier incaricato della formazione del governo neutrale entro due giorni, poi si andrà a verificarne la fiducia in Parlamento.
La risposta di M5s e centrodestra a stretto giro. Luigi Di Maio su Twitter: “Nessuna fiducia a un governo neutrale, sinonimo di governo tecnico. Si vada al voto a luglio”. Poi, dopo la riunione congiunta dei gruppi: “L’assemblea ha votato sul ritorno alle elezioni ed è stata compatta, oltre 330 parlamentari. L’atteggiamento degli elettori cambierà – si è detto convinto Di Maio – gli altri partiti “hanno dimostrato di pensare solo ai proprio interessi, sono stati cinici e irresponsabili”. Poco prima, aveva precisato che “le liste per le nuove elezioni saranno probabilmente le stesse, la decisione finale spetterà comunque al garante (Grillo, ndr)”, esclusi i massoni e coloro che non hanno restituito le quote di stipendio.
Matteo Salvini: “O governo di centrodestra o voto in estate. Non c’è tempo da perdere, non esistono governi tecnici alla Monti, contiamo che Berlusconi mantenga la parola data e abbia la nostra stessa coerenza, poi gli italiani ci daranno la maggioranza assoluta e cambieremo l’Italia da soli”.
Al richiamo alla coerenza di Salvini Forza Italia risponde con una nota, ripresa a voce da Maria Stella Gelmini, capogruppo alla Camera: “Abbiamo ascoltato con attenzione e rispetto le parole del presidente Mattarella. Fi è rispettosa del voto degli italiani e si riconosce nel centrodestra unito, valuterà all’interno della coalizione le posizioni da assumere. Siamo pronti come sempre al voto in ogni momento ma riteniamo che il voto in estate non sia adatto per garantire la partecipazione come sottolineato anche da Mattarella”.
Il segretario reggente del Pd Maurizio Martina, ribadendo la posizione dem, condivide “il richiamo alla responsabilità del presidente Mattarella”, assicurando il sostegno del partito “all’iniziava preannunciata ora dal Presidente”. Apprezzamento per la “scelta” di Mattarella anche dall’ex segretario Matteo Renzi, secondo fonti a lui vicine
IL DISCORSO DI MATTARELLA
“Nel corso delle settimane scorse ho svolto una verifica concreta e attenta di tutte le possibili soluzioni in un Parlamento contrassegnato da tre schieramenti, ognuno senza maggioranza. Due di essi dovevano trovare un’intesa. Tentativi non riusciti per una serie di indisponibilità, confermate questa mattina”.
“Nel corso dei colloqui di oggi – spiega il capo dello Stato – ho chiesto se vi fossero altre possibilità. Ma non vi è alcuna possibilità di una maggioranza nata da un accordo politico. Esclusa la possibilità di un governo politico di minoranza. Credo che sia più rispettoso del voto degli italiani che a portare alle elezioni sia un governo non di parte. Ringrazio comunque il premier del governo dimissionario Gentiloni. Il suo governo ha esaurito la sua funzione e non può essere ulteriormente prorogato, in quanto espresso da una maggioranza parlamentare che non c’è più”.
“Quale che siano le decisioni che assumeranno i partiti, è doveroso dare vita a un governo – insiste il presidente -. Continuo ad auspicare un governo con pienezza di funzioni, che permetta al Parlamento di svolgere le sue attività e di rappresentare pienamente l’Italia nelle importanti decisioni da prendere in Europa. Dai partiti, nei giorni addietro è venuta richiesta di altro tempo utile per raggiungere un’intesa. Ma nel frattempo – spiega ancora Mattarella, entrando nel merito delle scelte da fare -, in mancanza di accordi, consentano (i partiti, ndr) che nasca un governo neutrale, di servizio. Laddove si formasse nei prossimi mesi una maggioranza, quel governo si dimetterebbe per far posto a un governo politico. Qualora non si formasse questa maggioranza, il governo neutrale si concluderà comunque a dicembre, per poi andare al voto”.
“L’altra ipotesi – aggiunge il presidente – è un voto anticipato, ma si è sempre evitato di votare in estate. Si potrebbe fissare il voto in autunno, ma con la preoccupazione di non avere il tempo di elaborare e approvare la manovra finanziaria. Va considerato anche il rischio ulteriore della speculazione finanziaria sui mercati internazionali. E anche che, a legge elettorale invariata, si riproduca la stessa attuale situazione. Va tenuto anche in debito conto il tema dei tempi minimi per assicurare la partecipazione alle elezioni”.
“Sarebbe la prima volta nella storia della Repubblica che una legislatura si conclude senza essere neanche avviata – conclude Mattarella -. Scelgano i partiti, in Parlamento, tra queste soluzioni alternative. Un governo neutrale ma pienamente in carica fino al fine anno o nuove elezioni subito”.
LE CONSULTAZIONI: LEGA, M5S E PD
Il terzo giro di consultazioni aveva confermato l’inesistenza di un’intesa tra le principali forze politiche, M5s, coalizione di centrodestra e Pd. Luigi Di Maio si era nuovamente detto disponibile a formare un governo politico solo con la Lega anche con un premier terzo, per un programma che includa (e qui Di Maio aveva imitato Berlusconi, contando con le dita, ndr) reddito di cittadinanza, superamento e abolizione della legge Fornero e legge anti-corruzione, taglio delle tasse. Ma Matteo Salvini aveva invece rilanciato l’unità della sua coalizione reclamando l’incarico per un governo di centrodestra per poi cercare i voti in Parlamento. Unico accordo tra i due, emerso dopo un incontro avuto in giornata, sulla data-lampo per il ritorno alle urne, l’8 luglio. Il Pd si era detto favorevole a sostenere un governo del presidente con un premier super partes e senza porre veti.
Si era quindi saputo del contatto fra Di Maio e Salvini. Secondo fonti parlamentari, Berlusconi, pur non fidandosi di Di Maio, sia ieri sera che stamane, al vertice con gli alleati a palazzo Grazioli, alla fine non si era opposto all’idea di dare a Salvini il mandato per trattare ancora con i Cinquestelle per uscire dallo stallo. Quindi, nessuna sorpresa nè irritazione per il faccia a faccia tra il leader del Carroccio e il capo politico M5s. Incontro, aveva precisato il Quirinale di fronte alle ricostruzioni sulla stampa, svoltosi non su invito del Colle.Tornando alla data dell’8 luglio, il termine cozza con i tempi tecnici: lo scioglimento delle Camere non potrebbe avvenire prima di metà della prossima settimana e da quel momento dovrebbero passare come minimo 60 giorni per consentire il voto degli italiani all’estero. La prima domenica utile sarebbe allora quella del 22 luglio.
Salvini aveva poi chiarito in diretta su Facebook: “Sperando che sia i Cinquestelle sia Forza Italia facciano un passo indietro rispetto ai loro veti, vediamo se Mattarella darà l’ultimo incarico a Salvini per andare a bussare alle ultime porte. O ce la faccio o meglio tornare al voto. Voto che sarà un referendum: o di qua o di là, o Lega o Cinquestelle”. Poi, il timore: “Non vorrei che qualcuno dalle parti del Quirinale stesse pensando a come far rientrare dalla finestra quelli che gli italiani hanno fatto uscire dalla porta: i Renzi, i Gentiloni, i Franceschini, le Boschi”.
Dichiarazioni severamente criticate da Martina. “Ancora adesso leggo dichiarazioni totalmente irresponsabili e superficiali da parte delle altre forze politiche, persino irrispettose verso il lavoro del Colle di queste ore. Qui c’è da dare certezze al paese con un governo che blocchi l’aumento Iva e loro continuano a giocare al gatto e al topo. E’ davvero incredibile, il Paese non si merita tutto questo”.
Intanto, Di Maio inaugurava la campagna elettorale: “Che io volessi fare il premier era l’ostacolo. Rimosso l’ostacolo, Salvini non si è mai seduto al tavolo con noi. Perché non si è mai staccato da Berlusconi e in questi 50 giorni ha fatto gli interessi di Berlusconi. Abbiamo ottenuto il 33% alle ultime elezioni nonostante fossimo dati dai sondaggi al 29%; oggi siamo dati a circa al 35%. Possiamo arrivare al 40% e governare da soli”.
Nel pomeriggio, i colloqui di Mattarella erano proseguiti con la delegazione di Liberi e Uguali. Pietro Grasso, al termine del faccia a faccia col presidente: “I nostri voti, anche se non sono dirimenti, mai a disposizione di una maggioranza che coinvolga forze di centrodestra”. A seguire, i rappresentanti delle Autonomie. “Abbiamo offerto i nostri otto voti per un eventuale governo del presidente”, spiega poi la presidente del gruppo Juliane Unterberger. Emma Bonino, a nome del Gruppo Misto al Senato, aveva “espresso al presidente della Repubblica viva preoccupazione sulla procedura anti-democratica in caso di elezioni super anticipate. Non sfuggirà che con elezioni a luglio o a ottobre è chiaro che potranno presentarsi solo Pd, M5s e centrodestra,mentre tutti gli altri saranno esclusi per le procedure previste: firme, candidature, tempi”. Il Gruppo Misto della Camera aveva sollecitato un governo del presidente per l’Italia dicendo no a nuove elezioni.