16 Settembre 2024
Matteo Salvini

Il leader della Lega alla convention di Identità e democrazia a Firenze: «Sulle alleanze a Bruxelles Tajani sbaglia». Le posizioni anti Ucraina

«L’anno prossimo c’è in gioco se non tutto, tantissimo. Il centrodestra unito e determinato può liberare Bruxelles da chi la occupa in modo abusivo». Matteo Salvini, di nero vestito, apre la convention di Identità e democrazia (Id), l’eurogruppo in cui militano molti dei partiti della destra euroscettica. Ma se la convention voleva piantare un cuneo per separare una volta per tutte i popolari dai socialisti, il giorno giusto non è ancora arrivato, anche se Salvini parla del 3 dicembre come di «giornata che sarà storica». Proprio mentre gli stati maggiori sovranisti si riuniscono a Firenze nella Fortezza da Basso, la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola (Ppe, in ottimi rapporti con Giorgia Meloni che incontrerà mercoledì), ieri era a Caserta accompagnata dalla vice Pina Picierno (Pd). A chi le chiedeva del raduno ha risposto che «il Parlamento europeo è un’istituzione molto pro europeista, abbiamo una maggioranza in cui lavoriamo insieme e quando andremo alle elezioni ai cittadini dobbiamo proporre una scelta che vada avanti per 5 anni. Sono ottimista». Insomma, l’auspicio è per una maggioranza simile all’attuale.
«Inciuci — sbuffa Salvini — che a leggere l’intervista di Gentiloni si stanno già preparando». Ma anche il segretario azzurro Antonio Tajani ha ribadito l’incompatibilità del Ppe con alcuni alleati di Salvini. E lo stesso ha fatto il capogruppo di FdI a Strasburgo, Nicola Procaccini. Salvini è tranciante: «Sbagliano». Eppure, la riunione di ieri sembrava fatta apposta per confermare i dubbi degli alleati. Procaccini parla del sostegno all’Ucraina come di fatto «identitario» per FdI? A Firenze il co-leader dell’ultradestra di AfD, Tino Chrupalla, parte a testa bassa: «L’Ucraina non può vincere questa guerra, dovrebbero fermarla». Anche contro le sanzioni: «L’ economia russa cresce dopo le sanzioni, la nostra cala. Una follia». L’austriaco Harald Vlimsky (Fpo) aggiunge un carico: «È sbagliato sostenere la guerra d’Israele contro la Palestina e sostenere la guerra in Ucraina».
Salvini prova a tamponare: «Tutti hanno sostenuto ogni intervento in difesa dell’Ucraina, coi fatti, coi volti e coi soldi. Il resto sono chiacchiere». Ma le dichiarazioni alzano la palla al sindaco di Firenze Dario Nardella (Pd): «L’incontro? Pochi effetti politici se non il marcare le differenze nel centrodestra». Certo, Salvini si rende conto delle dissonanze: «Ho sentito parlare culture diverse, con alcune sfumature diverse, Id non è una caserma, ma ho sentito parlare di futuro. Oggi può nascere il Rinascimento dell’Europa che sarà». Certo, il leader leghista comprende anche che sarà dura. Da cui la metafora biblica: «Oggi sono qui donne e uomini che sconfiggeranno il gigante Golia, il primo nemico dell’Europa». Poi, si fa prendere dall’enfasi e parla dei «tecnocrati massoni che vogliono distruggere l’identità del nostro continente. Noi del Golia Soros non abbiamo paura, di chi finanzia la distruzione della nostra civiltà non abbiamo paura».
Per contro, gli ospiti più attesi sono (relativamente) moderati. Entrambi, Marine Le Pen e l’olandese Geert Wilders, partecipano con un video. La leader francese afferma di amare l’Europa ma di battersi contro «questa Unione tecnocratica». Quanto alla «signora von der Leyen ha fatto dell’Europa un luogo di sovra-regolamentazioni o deregolamentazioni una più folle dell’altra». Il suo delfino Jordan Bardella, giovanissimo e dalla faccia da primo della classe, si lascia un po’ andare solo nell’annunciare che «ci stiamo preparando a dire “ciao Macron”». Salvini era arrivato alla Fortezza da Basso con la fidanzata Francesca Verdini. I fiorentini più maliziosi annotano che a Id è stata lasciata l’entrata secondaria («quella da cui entravano i cavalli») perché la principale era riservata a un tattoo festival. Photo opportunity finale per tutti i partecipanti del «cantiere nero» e nessun problema dalle quattro contromanifestazioni organizzate dalla sinistra.

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