23 Novembre 2024

Fonte: La Repubblica

May e Merkel

di Tonia Mastrobuoni

A Berlino il primo faccia a faccia per le due leader. La Gran Bretagna rinuncia alla presidenza di turno europea a metà 2017, cher passa all’Estonia

 

In Italia nessuno avrebbe osato. Ma essendo Theresa May e Angela Merkel entrambe figlie di pastori protestanti e lontanissime dalla cultura dello scongiuro, il regalo anticipato è stato apprezzato. Anche per rompere il ghiaccio post Brexit. Arrivando a Berlino per un bilaterale importante con la cancelliera tedesca, conoscendo la sua passione per le passeggiate in Tirolo con Reinhard Messner, la premier britannica le ha regalato due libri sulla montagna, in vista del 62esimo compleanno della Kanzlerin, domenica prossima.
Il feeling tra le due donne è stato evidente per tutta la durata della conferenza stampa. Soprattutto, quando May ha detto “siamo due donne e cerchiamo di portare avanti il nostro lavoro e ottenere il miglior risultato possibile, nell’interesse dei nostri due Paesi”. “Esatto”, l’ha quasi interrotta Merkel, annuendo.
Il momento, però, è complicatissimo. E pur segnalando May, con questa prima tappa a Berlino del suo viaggio europeo l’intenzione di avere in Merkel un’interlocutrice privilegiata, la Brexit è il macigno da superare. E la cancelliera non ha potuto che confermare la sua linea. “I Trattati sono chiari”, ha sottolineato: “Il Regno Unito può anche prendersi tempo per presentare l’Articolo 50 che ne avvierebbe l’uscita dall’Unione, ma prima di quel momento niente negoziato. Merkel ha aggiunto anche che “nessuno vuole giocare sull’attesa, né il popolo britannico né i partner dell’Unione”.
May le ha replicato che il governo britannico farà questo passo solo “quando i nostri obiettivi saranno chiari”, certamente non prima della fine dell’anno. Tuttavia, la decisione comunicata oggi, anche in una telefonata al presidente del Consiglio europeo Tusk, di voler rinunciare alla presidenza di turno europea nella seconda metà del 2017, ha sicuramente significato un sospiro di sollievo per molte cancellerie europee. Ed è un primo passo concreto verso verso l’uscita.
Dopo il referendum, a Bruxelles l’ipotesi che nella seconda metà del prossimo anno il Regno Unito potesse assumere la presidenza europea sembrava inimmaginabile. Le esitazioni di Londra, però, stavano mettendo i vertici europei in imbarazzo. Adesso un voto a maggioranza per affidare la presidenza a un altro Paese non sarà necessaria. L’Estonia, che doveva subentrare a gennaio del 2018, assumerà la presidenza sei mesi prima.

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