Il Ddl con la delega per la riforma si avvia a uscire da Palazzo Madama: primo semestre libero, poi sbarramento dal secondo
L’abolizione del numero chiuso a Medicina è un po’ più vicina. Oggi la commissione Istruzione di Palazzo Madama dovrebbe dare il suo via libera al disegno di legge delega che elimina l’accesso programmato e i test d’ingresso per come li abbiamo conosciuti negli ultimi 25 anni e, di fatto, sposta lo sbarramento al secondo semestre. Soddisfatta anche la ministra dell’Università, Anna Maria Bernini, che ha parlato di «un passo storico per garantire a tutti i ragazzi l’opportunità di diventare professionisti in ambito medico».
I punti salienti della riforma
In sostanza il Ddl ricalca il testo base messo a punto dalla commissione Istruzione di Palazzo Madama nell’aprile scorso. Gli aspiranti camici bianchi potranno iscriversi a Medicina senza sottoporsi alla lotteria dei quiz, che quest’anno sono tornati a essere cartacei e nazionali dopo la scelta del Mur di pensionare anzitempo i Tolc-Med online gestiti nel 2023 dal Cisia (e nel frattempo riabilitati in toto dal Consiglio di Stato, ndr). La novità è stata presentata in Senato dai presidenti delle commissioni Istruzione (Roberto Marti) e Sanità (Francesco Zaffini).
Gli studenti frequenteranno un primo semestre e sosterranno esami fondamentali comuni all’ampia area biomedica, veterinaria, farmaceutica e sanitaria. Superarli tutti è la pre-condizione per entrare nella graduatoria unica nazionale che deciderà, in base ai posti disponibili, chi accederà al secondo semestre e chi dovrà invece ripiegare, senza perdere i crediti (Cfu) maturati, su uno dei corsi affini o su un altro corso ancora. Sarà uno dei decreti delegati, che toccherà al ministero dell’Università emanare nei 12 mesi successivi all’approvazione della delega, decidere se per entrare in graduatoria servirà anche superare un test nazionale oppure basterà la media degli esami svolti.
Le novità introdotte in commissione
A proposito dei criteri di delega un emendamento approvato in commissione prevede che la sostenibilità dell’iscrizione al primo semestre dei corsi di laurea in Medicina, Odontoriatria e Veterinaria sia commisurata alla disponibilità dei posti dichiarata dalle università. Un punto tutt’altro che secondario vista la ristrettezza di spazi (e di risorse) degli atenei italiani. Mentre un’altra proposta di modifica inserita nel testo raccomanda il loro raccordo con gli slot delle specializzazioni sanitarie post lauream tenuto conto anche del numero delle carenze in organico registrate dal Ssn.
Novità anche per le iniziative formative in tandem con le scuole. Da un lato, viene precisato che le eventuali attività di orientamento da realizzare insieme agli ordini professionali rientrino nei Pcto (l’ex alternanza); dall’altro, viene chiarito che i corsi di preparazione a Medicina per gli studenti e i diplomati siano extra-curriculari, cioè pomeridiani.
L’incognita dei tempi
Resta l’incognita dei tempi. Immaginando che al Senato arrivi a stretto giro anche l’ok dell’aula dopo quello della commissione, il Ddl andrà poi alla Camera per il secondo via libera. Più l’iter sarà breve più sarà possibile che la riforma parta già dal prossimo anno accademico 2025/26. A patto che entro la primavera arrivino anche i decreti legislativi del Mur su cui devono pronunciarsi le commissioni parlamentari competenti.