Fonte: La Repubblica
Nel pieno centro della città australiana vicino alla stazione, sulla Flinders Street. I testimoni: “Auto falciava tutti, le persone volavano dappertutto”
Sono almeno 20 le persone che sono state colpite da un auto nel centro di Melbourne. Lo riportano i media australiani precisando che il veicolo è un Suv. Stando alle prime testimonianze a Flinders Street, un incrocio trafficato nel centro della città, c’è una forte presenza delle forze dell’ordine e sul posto stanno arrivando diverse ambulanze. Sul suo account Twitter la polizia ha chiesto a tutti, auto e passanti, di evitare la zona dell’incidente.
La polizia locale attraverso il suo portavoce Creina O’Grady ha confermato l’arresto del conducente del Suv. E in un comunicato diffuso via internet hanno confermato anche l’arresto di un secondo uomo. Le immagini dell’ «Herald Sun» mostrano un uomo con i capelli neri e una barba lunga, in ginocchio in manette. Ma la situazione rimane poco chiara e le autorità non danno cifre ufficiali sulle persone coinvolte ed eventualmente ferite, né ci sono indicazioni che l’incidente sia collegato al terrorismo. Le immagini mostrate dai media locali, mostrano diversi passanti distesi a terra vicino a un grande veicolo bianco. Scene da panico.
Un testimone ha detto alla stazione radio locale 3AW che l’auto “ha falciato tutti, le persone volavano dappertutto”. Un altro passante ha riferito che “l’incidente sarà durato circa 15 secondi”. “L’auto è passata con il rosso a tutta velocità e poi è stato solo bang, bang, bang. Uno dopo l’altro. C’erano persone stese a terra ed altre che cercavano di aiutarle. Un caos”. La polizia ha chiesto a tutti di evitare l’area. In gravi condizioni anche un bambino, che è stato colpito alla testa e si trova in gravi condizioni.
Un incubo che si ripete. Perché Malbourne a giugno è stata teatro di un attacco Isis, quando un uomo di origini somale, prima di essere colpito a morte dagli agenti, ha ucciso il portiere di un complesso di appartamenti e si è barricato con in ostaggio una donna. Aveva telefonato ad un’emittente locale dicendo di agire in nome di “al Qaeda e dello Stato Islamico”. In passato era stato incriminato per aver progettato un attacco a una base militare a Sydney.
Le autorità australiane avevano elevato l’allerta terrorismo nel settembre del 2014 e hanno approvato una serie di leggi per prevenire gli attentati nonostante, da allora, ve ne siano stati altri quattro.