19 Settembre 2024

Prevista una forte cooperazione energetica accelerando anche gli scambi culturali

In Tunisia è stato firmato il Memorandum d’intesa per una partnership strategica e globale fra Unione europea e Tunisia. L’Ue ha diffuso il video della cerimonia di firma, alla quale erano presenti la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il premier dell’Olanda Mark Rutte e il presidente tunisino Kais Saied. Al termine della cerimonia di firma è iniziato l’incontro fra i tre leader europei e Saied, a seguito del quale sono attese dichiarazioni alla stampa. L’incontro si svolge nel palazzo presidenziale tunisino di Cartagine, vicino Tunisi.

Von der Leyen: Il Team Europe è tornato a Tunisi
«Il Team Europe è tornato a Tunisi. Un mese fa eravamo qui insieme per lanciare un nuovo partenariato con la Tunisia. E oggi lo portiamo avanti». Lo scrive su Twitter la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, allegando al post delle foto in cui la si vede insieme alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al premier olandese Mark Rutte e al presidente tunisino Kais Saied, nonché in una foto con la premier tunisina Najla Bouden Ramadan. Al palazzo presidenziale tunisino di Cartagine, vicino Tunisi, è stato firmato il Memorandum d’intesa per una partnership strategica e globale fra Unione europea e Tunisia, poi è iniziato l’incontro fra i tre leader europei e Saied, a seguito del quale sono attese dichiarazioni alla stampa.

I cinque pilastri
«I nostri team hanno lavorato duramente per realizzare rapidamente un pacchetto forte, che rappresenta un investimento nella nostra prosperità condivisa, nella stabilità e nelle generazioni future». Lo scrive in un tweet la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen confermando “i 5 pilastri” dell’intesa concordati a giugno tra Ue e Tunisia: assistenza macrofinanziaria dell’Ue, rafforzamento dei legami economici, cooperazione sull’energia verde, migrazione e promozione dei contatti tra le persone. «L’assistenza macrofinanziaria sarà fornita quando le condizioni lo permetteranno», ha precisato von der Leyen.

Meloni: intesa modello di relazioni Ue-Africa
«Abbiamo raggiunto un obiettivo molto importante che arriva dopo un grande lavoro diplomatico. Il Memorandum è un importante passo per creare una vera partnership tra l’Ue e la Tunisia». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni al termine dell’incontro con Kais Saied nel palazzo di Cartagine. L’intesa va considerata «un modello» per le relazioni tra l’Ue e i Paesi del Nord Africa.

Il 23 luglio conferenza a Roma sui migranti
«A Roma la prossima domenica, il 23 luglio, si terrà la conferenza internazionale sulla migrazione, Saied sarà uno dei protagonisti, parteciperanno poi diversi capi di Stato e di governo». Lo annuncia il premier Giorgia Meloni, dopo l’incontro con il presidente tunisino Kais Saied, insieme alla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen e al primo ministro olandese Mark Rutte. «Sarà un nuovo passo per affrontare il tema della cooperazione in modo integrato», assicura Meloni.

Tunisi spinge sui ricollocamenti
Al momento lo schema del memorandum prevede da parte di Bruxelles lo stanziamento, sin da subito, di 150 milioni di euro a sostegno del bilancio tunisino e di 105 milioni come supporto al controllo delle frontiere. Su quest’ultimo punto, Saied vorrebbe di più. Negli ultimi giorni, non a caso, le autorità locali hanno aumentato le comunicazioni sui ricollocamenti effettuati.

Lotta dura ai trafficanti
Riunendo il Consiglio di sicurezza nazionale a poche ore dall’arrivo del Team Europe, Saied ha annunciato una lotta a tutto campo contro i trafficanti. «Molti sono i casi di migrazione e questa non è la sua solita forma, ma una vera e propria deportazione. Il tutto è gestito da reti criminali che praticano la tratta di esseri umani e il traffico di organi. Queste reti hanno uno scopo lucrativo, ma mirano anche all’esistenza stessa dei Paesi», ha sottolineato. Parole che, di fatto, fanno da sponda all’obiettivo prioritario che l’Ue vede nell’intesa: fermare già sulle coste africane i flussi che giungono dalla regione del Sahel. «Il blocco navale lo stiamo facendo con l’accordo con la Tunisia», spiegava non a caso venerdì il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che la settimana prossima riceverà a Roma proprio il suo omologo tunisino. Il grande rebus della strategia resta il rispetto dei diritti umani dei migranti.

Il braccio di ferro con l’Fmi
Dopo settimane di stallo von der Leyen, Meloni e Rutte sono tornati a Tunisi con il solo obiettivo di chiudere un memorandum che punta anche sulla fornitura di energia africana e che, nella strategia di Bruxelles, dovrebbe dare stabilità economica e spinta alle riforme in un Paese che vede un solo uomo al comando, Saied. Il presidente tunisino, tuttavia, dovrà attendere per avere la tranche di finanziamenti da 900 milioni di euro dall’Ue. La Commissione non si muoverà fino a che non si sbloccherà lo stallo tra Fmi e Saied, con il primo che chiede riforme adeguate prima di versare il prestito da 1,9 miliardi e il secondo che ha issato una trincea contro i «diktat» del Fondo monetario.

A Lampedusa hotspot di nuovo pieno
Intanto nella sola giornata di sabato, in più di dieci sbarchi, sono arrivati a Lampedusa oltre 700 migranti: su alcuni dei barchini, tre dei quali senza motore, alcuni sarebbero caduti in acqua durante la traversata, a detta di chi è sbarcato. E l’hotspot, nonostante i trasferimenti, è di nuovo pieno, con oltre 2mila ospiti. Un bollettino di numeri che viene aggiornato continuamente e che rischia però di soffermarsi solo su un mero dato statistico. Per questo, avverte il direttore della Caritas don Marco Pagniello, andrebbe sempre ricordato che «nel leggere i dati non dobbiamo mai dimenticare che non si tratta di numeri ma di esseri umani».

Grido d’allarme dalle Ong tunisine
Intanto un gruppo di Ong tunisine ha lanciato un grido d’allarme per la situazione «catastrofica» dei migranti dell’Africa subsahariana espulsi da Sfax, città principale punto di partenza verso l’Italia, chiedendo per loro «alloggi di emergenza» nei centri di accoglienza che assicurino assistenza sociale, umanitaria e sanitaria. A bordo della Humanity 1, attraccata ieri nel porto di Ancona, varie le persone vulnerabili: una donna incinta, bambini, ragazzi, anziani. «Avremmo voluto far sbarcare questa gente prima, abbiamo dovuto fare migliaia di chilometri per arrivare qui», ha detto un portavoce della Ong sulla situazione affrontata dai circa 200 naufraghi soccorsi, «nei pressi di Lampedusa» e dall’equipaggio. Durante il viaggio verso Ancona «alcune persone sono state evacuate per motivi sanitari, come una donna incinta che stava per partorire», tutti però «sono in una situazione di vulnerabilità».

Unicef: 289 i bimbi morti nel Mediterraneo
E sono drammatici i dati diffusi da Unicef, secondo cui sono 289, dall’inizio dell’anno, i bambini morti o scomparsi nelle acque del Mediterraneo, nel tentativo di raggiungere l’Europa a bordo di barchini stracarichi.

Le Regioni al governo: no a decisioni imposte
«In merito alla collocazione dei migranti nei territori bisogna evitare decisioni calate dall’alto. C’è bisogno di una collaborazione che porti a scelte prese di comune accordo, tra governo e regioni». È questa la linea delle Regioni, a quanto si apprende da ambienti degli stessi governatori, anche alla luce dell’aumento considerevole di sbarchi in Italia. I governatori sarebbero divisi tra la linea di quelli del centrosinistra, che intendono gestire autonomamente le collocazioni, e quelli di centrodestra, in particolare la Lega, che lamenterebbero il malfunzionamento del sistema di accoglienza diffusa. «Dal Viminale c’è la massima disponibilità al dialogo con tutti gli interlocutori istituzionali. Con le Regioni, in particolare, i contatti sono sempre caratterizzati da un approccio costruttivo per trovare soluzioni condivise», hanno spiegato mfonti del ministero dell’Interno.

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