Il ministro della Salute Orazio Schillaci, intervistato al “Festival delle Regioni” a Torino dal direttore del Sole-24 Ore Fabio Tamburini, ha lanciato alle Regioni un appello: «Dopo la stretta con il Decreto Bollette sui medici “gettonisti”, facciamo sì che a fine anno il fenomeno finisca»
La stagione delle riforme deve andare avanti con “determinazione”. «L’autonomia differenziata proseguirà senza stop». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni al festival delle Regioni. «L’occasione per un’Italia più unita coesa e forte», per «garantire a tutti i cittadini lo stesso livello dei servizi», per dare «più poteri alle Regioni garantendo sempre coesione nazionale». Ed è « necessario portare avanti adeguati interventi strutturali per non consegnare le chiavi del nostro sistema produttivo a stati terzi». Lo ha detto la presidente del consiglio, Giorgia Meloni, al festival delle Regioni, a Torino, citando parole del governatore Massimiliano Fedriga (video).
Meloni: non ci sono molte risorse, dobbiamo spenderle tutte
«Le proposte arrivano dalle Regioni ma devono saper rientrare in una strategia di sviluppo» ha detto la premier parlando dei fondi di coesione. «Gli accordi prevedono un meccanismo automatico di definanziamento per le risorse non usate. C’è un lavoro per superare inerzie e inadempienze, ma noi dobbiamo riuscire a spendere al meglio tutte le risorse perché non ne abbiamo molte e ci sono tante cose da fare», ha aggiunto. L’obiettivo è avere «una nazione più competitiva in un arco di tempo breve».
«Affrontare con le Regioni le sfide dell’Italia»
«Si deve partire dalla forza di questo legame» con le Regioni «per affrontare insieme le sfide che l’Italia ha davanti. Il governo crede fortemente nella collaborazione fra i livelli istituzionali della Repubblica, siamo consapevoli del fatto che nessuno può affrontare da solo questioni complesse, infrastrutture, sviluppo, ammodernamento della nazione» ha aggiunto Meloni. E ancora: «È importante la collaborazione tra Stato e Regioni, penso che la leale collaborazione tra diversi livelli sia presupposto irrinunciabile per dare risposte concrete, che poi è quello che tutti abbiamo responsabilità di fare.
Meloni: stiamo scrivendo, ma margini manovra limitati
Sul fronte economico «abbiamo appena approvato la Nadef e stiamo scrivendo la Legge di bilancio» ma «i margini di manovra sono limitati» anche per colpa «dell’eredità di una politica il cui orizzonte spesso è troppo breve». Così la premier Giorgia Meloni intervenendo al Festival delle Regioni in corso a Torino, parlando della prossima manovra finanziaria. Come governo, aggiunge subito dopo, «il vantaggio che abbiamo è l’orizzonte di legislatura» perché «non possiamo fare tutto subito».
«Sulla sanità miope considerare solo maggiori fondi»
Quanto al tema di maggiori risorse per la sanità, sul quale hanno insistito in maniera bipartisan i governatori, la premier ha fatto dei distinguo: «Un sistema sanitario efficace – ha detto Meloni – è l’obiettivo di tutti», ma è “miope” una discussione concentrata tutta sulle risorse, serve «un approccio più profondo», con una riflessione «anche su come le risorse vengono spese. Non basta necessariamente spendere di più» se poi le risorse vengono spese in modo inefficiente».
Schillaci: Ssn è patrimonio da difendere nell’interesse di tutti
«Veniamo da un periodo difficile, da una congiuntura economica difficile, ma il nostro servizio sanitario nazionale è un patrimonio che va difeso nell’interesse di tutti e per questo stiamo operando» ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci intervistato al “Festival delle Regioni” a Torino dal direttore del Sole-24 Ore Fabio Tamburini. «I problemi ci sono: per prima cosa dobbiamo rimettere al centro del dibattito i malati, i pazienti e i cittadini che chiedono sanità e ai quali dobbiamo dare delle risposte e su questo il target più importante è rappresentato dal problema annoso ed odioso delle liste di attesa», ha proseguito il ministro. «Dall’altra parte – ha aggiunto – ci sono gli operatori sanitari che abbiamo in qualche modo esaltato durante il periodo del Covid e che oggi ci chiedono di essere protagonisti in un Sistema sanitario che dia loro soddisfazioni dal punto di vista economico e anche dal punto di vista lavorativo». «Lo sforzo deve andare in questa direzione: premiare economicamente e con percorsi di carriera più agili gli operatori del servizio sanitario pubblico ma soprattutto finalizzare le risorse oltre che a pagare meglio gli operatori, a far sì che questi stessi operino per ridurre le liste di attesa».
Schillaci a Regioni: porre fine entro l’anno a medici gettonisti
Non solo. Il ministro ha lanciato alle Regioni un appello: «Dopo la stretta con il Decreto Bollette sui medici “gettonisti”, facciamo sì che a fine anno il fenomeno finisca. È assurdo che nello stesso ospedale ci siano persone pagate tre volte di più di chi lavora all’interno delle prestazioni pubbliche. Non può esserci una discriminazione tra gli operatori, è inaccettabile». Poi ha aggiunto: «Una volta che chiuderemo con i “gettonisti”, e conto moltissimo sulle Regioni per raggiungere questo obiettivo, i medici torneranno del sistema sanitario pubblico. È vero che avere dei medici in più ci avrebbe fatto comodo e si sta lavorando per aumentarli ma più che una carenza generale c’è carenza in alcune specializzazioni. Ciò che va fatto è ridare dignità e attrattività a chi lavora nel Ssn, senza farne i “figli di un Dio minore” vessati e pagati meno di altri».
Giorgetti: autonomia proficua se gestite bene le risorse
Una «compiuta realizzazione della riforma dell’Autonomia differenziata» per «essere proficua richiederà amministrazioni capaci di gestire bene le risorse disponibili e i servizi erogati, in modo da contemperare l’effettività dei diritti sociali costituzionalmente garantiti e l’uniformità dei livelli essenziali di servizio, con la necessaria sostenibilità della finanza pubblica». Così il ministro dell’Economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti, intervenendo in videocollegamento al Festival delle Regioni, in corso a Torino. In questo modo, prosegue, «sarà possibile dare ai territori la possibilità di liberare risorse grazie alla maggiore efficienza rispetto alla gestione centralizzata, con ricadute in termini di maggiore qualità dei servizi o minori esborsi da parte dei contribuenti».
«Serve una netta discontinuità e risposte concrete»
Il ministro dell’Economia chiama a «una netta discontinuità rispetto al passato». «Serve alzare il rendimento istituzionale, affrontare un percorso di crescita e modernizzazione che aumenti la portata e l’efficacia dell’azione di governo, al centro e nei territori», dice Giorgetti, spiegando che non sono più sufficienti linee programmatiche più o meno lunghe, «servono risposte concrete, soluzioni specifiche, selezione dei progetti, efficienza organizzativa, chiari cronoprogrammi».
«Serve rispetto equilibri finanza pubblica e regole Ue»
Il ministro, parlando di una possibile riforma dell’autonomia differenziata, ha aggiunto che «la complessità delle sfide che ci troviamo ad affrontare oggi richiede, nel rispetto degli equilibri generali di finanza pubblica e delle regole europee, il superamento di un approccio top-down, per individuare soluzioni adeguate al contesto socio-economico di riferimento e ai bisogni specifici dei territori, all’interno di una cornice comune, a iniziare dai principi costituzionali».
«Federalismo e libertà cardine per lo sviluppo»
Per Giorgetti «il nesso tra federalismo e libertà è il cardine per lo sviluppo del Paese attorno ai principi di sussidiarietà, emulazione e leale collaborazione». La complessità della sfide richiede «nel rispetto degli equilibri generali di finanza pubblica e delle regole europea e il superamento di un approccio top down per individuare soluzioni adeguate» al contesto socioeconomico e alle esigenze dei territori «all’interno di una cornice comune all’interno dei principi costituzionali».
Divari tra territori come in nessun altro Paese Ue
Il ministro riconosce che «nessun altro Paese europeo presenta la differenziazione sociale, istituzionale ed economica altrettanto pronunciata quanto l’Italia». E aggiunge: «Nel nostro contesto più che altrove – dice Giorgetti – è difficile e al tempo stesso importante coniugare il decentramento decisionale con un’equa ed efficiente allocazione delle risorse».