19 Settembre 2024

Fonte: La Stampa

Merkel - Renzi

Il vertice a Palazzo Chigi. Il premier: «Visione comune, ma non sugli eurobond»

Angela Merkel e Matteo Renzi si schierano uniti e pronti a saldare un asse “anti-Austria” e a sostegno di Schengen, provando anche a superare scogli come gli eurobond, il meccanismo di finanziamento del Migration Compact proposto da Roma ma che a Berlino non piace.
I due leader cercano così di minimizzare le distanze. «Abbiamo opinioni diverse su questo punto, ma a me interessa il risultato: trovare fondi per l’Africa», sottolinea il Renzi lasciando aperta qualsiasi opzione alternativa. Purché le risorse si mettano sul tavolo: «Non sono innamorato di una forma di finanziamento o un’altra», ripete anche più tardi ai Musei Capitolini. La Cancelliera lo ascolta. Non si muove dalla sua posizione, quella di una Germania che non vuol sentire parlare di condivisione del debito, ma rilancia proponendo la sua idea: quella di usare la flessibilità all’interno del bilancio Ue. Un po’ come accaduto per finanziare l’accordo con la Turchia, spiega.
Insomma i distinguo ci sono e restano ma la parola d’ordine è rimanere compatti perché «è un dovere di tutti che la scommessa europea sull’immigrazione funzioni. Siamo impegnati affinché l’accordo con la Turchia possa essere ulteriormente incoraggiato», dice Renzi parlando di «forte convergenza» con Berlino sui migranti. Frau Angela rilancia: «Dobbiamo difendere il trattato di Schengen, altrimenti si rischia di ricadere nei nazionalismi. È in gioco il futuro dell’Europa».
«Serve una risposta politica, non tecnica», rimarca Angela, spiegando che «i problemi non si risolvono con la chiusura dei confini. Sono stata molto critica anche nel caso del muro della Macedonia. Dobbiamo essere leali gli uni con gli altri», aggiunge senza sbilanciarsi di più ma chiarendo, almeno in parte, la sua posizione sul Brennero apparsa finora un po’ ambigua. E lancia un assist a Roma, che «non va lasciata sola nell’emergenza migranti», usando la stessa frase ribadita a Roma anche dal presidente della commissione Ue, Jean Claude Juncker.

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