16 Settembre 2024

«La mancata ratifica» da parte dell’Italia «significa che i nostri sforzi per costruire un’unione bancaria continuano a mancare di un sostegno comune al Fondo di risoluzione unico e continuano a mancare di uno strumento potente per aiutarci ad affrontare gli effetti delle difficoltà bancarie». Lo ha detto il presidente dell’Eurogruppo, Paschal Donohoe, al termine dell’Eurogruppo

«Il ministro Giorgetti ci ha aggiornati sulla situazione dopo il voto negativo sulla ratifica del trattato del Mes, naturalmente non possiamo fare progressi su questo fronte. La mancata ratifica» da parte dell’Italia «significa che i nostri sforzi per costruire un’unione bancaria continuano a mancare di un sostegno comune al Fondo di risoluzione unico e continuano a mancare di uno strumento potente per aiutarci ad affrontare gli effetti delle difficoltà bancarie». Lo ha detto il presidente dell’Eurogruppo, Paschal Donohoe, al termine dell’Eurogruppo, che ha aggiunto: «Il ministro Giorgetti ha fornito una panoramica molto fattuale dei recenti sviluppi all’interno del Parlamento italiano. Ci siamo impegnati a continuare a collaborare con lui».

Eurogruppo chiude a ipotesi cambiamenti prima di ratifica
Prima deve essere chiusa la partita della ratifica del trattato del Meccanismo europeo di stabilità, poi si può pensare a ulteriori modifiche. L’ipotesi sulla quale lavora il governo italiano, quella di renderlo uno strumento diverso dall’attuale, quale condizione per poter procedere alla ratifica, non trova però consensi all’Eurogruppo. Richiesto di chiarire se si prevede a questo punto di aprire una discussione sulla “riforma della riforma” del Meccanismo europeo di stabilità, come richiesto dall’Italia, Donohoe ha detto che «per ora si tratta di avviare una riflessione e c’è l’impegno a dialogare con Giorgetti» specificando però che «la realtà dalla quale si parte è che il trattato è stato ratificato da 19 paesi». Una fonte di un paese Ue informata sulla discussione all’Eurogruppo ha indicato che «è difficile che 19 paesi su 20 che hanno già ratificato il trattato possano e vogliano cambiarlo perché un paese non rispetta l’impegno alla ratifica: semmai occorre definire una narrativa positiva sul ruolo del Mes affinchè il trattato venga ratificato dall’Italia, aiutando il ministro italiano in questa direzione».

Gentiloni: rammarico sul Mes spinga a trovare soluzione
«Certamente c’è rammarico» per la mancata ratifica del nuovo Mes «ma, come si dice, il Parlamento è sovrano. Penso che però il rammarico debba tradursi anche nella spinta per trovare il modo per risolvere questa questione, perché non possiamo evitare una possibilità di utilizzo di queste risorse che peraltro è sostenuta dalla quasi totalità dei Paesi» ha detto il commissario europeo per l’Economia, Paolo Gentiloni, arrivando all’Eurogruppo. «Quindi c’è rispetto per la scelta del Parlamento, rammarico, volontà di andare avanti», ha sintetizzato Gentiloni.

Il futuro del nuovo strumento
Al termine della riunione spetterà al direttore del Mes, Pierre Gramegna, dare indicazioni sul futuro del nuovo strumento nel corso della conferenza stampa prevista per fine giornata e dire se si valuta veramente un piano B per aggirare l’ostacolo italiano.

In agenda anche le prospettive dell’economia europea
Sul tavolo della riunione di lunedì, a cui martedì seguirà quella a 27 dell’Ecofin, ci sarà però anche un altro tema su cui sono puntati i riflettori: le prospettive dell’economia europea alla luce delle crescenti tensioni internazionali e delle difficoltà in cui si trova l’Ue in termini di competitività. Un punto, quest’ultimo, che è stato al centro dell’incontro svoltosi venerdì tra la Commissione europea e l’ex presidente della Bce Mario Draghi, il quale ha sottolineato come l’economia europea si sia indebolita e necessiti di una road map per affrontare e superare le nuove le sfide.

I rischi di recessione
Sotto la guida del suo presidente, l’irlandesePaschal Donohoe, i ministri dell’economia e delle finanze dell’Eurogruppo hanno analizzato una situazione carica di incognite. «L’andamento della crescita – ha sottolineato recentemente il vice presidente della Bce Luis de Guindos- è deludente» e conferma «la possibilità di una recessione tecnica nella seconda metà del 2023 e deboli prospettive per il breve termine». Toccherà quindi ai ministri che condividono la moneta unica dare una valutazione della situazione mentre la discesa dell’inflazione si è arrestata sia nell’Ue che negli Usa raffreddando le attese su un prossimo taglio dei tassi d’interesse.

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