Fonte: Huffington Post
di Federica Oliva
La ministra incontra la maggioranza e traccia la road map della giustizia: prescrizione con la riforma del processo penale. I progetti per il Recovery e le novità sull’esame da avvocato
Si riparte dai testi esistenti, targati Alfonso Bonafede. Senza strappi, ma con l’intenzione di fare sintesi, di trovare un punto d’incontro. Di cambiare, dove si dovrà o vorrà cambiare, ma sempre in una dinamica che vede il confronto come punto di partenza e di approdo. Se volessimo riassumere in una parola il metodo che la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, ha proposto ai presidenti delle Commissioni Giustizia di Camera e Senato e i capigruppo della maggioranza delle due Commissioni nell’incontro tenuto oggi, potremmo usare il termine dialogo. E quale luogo migliore per il confronto, se non il Parlamento? La ministra propone “ristabilire la centralità” delle Camere, che si troveranno nelle prossime settimane a lavorare su temi fondamentali e delicati insieme. La riforma del processo penale e del processo civile, e quella dell’ordinamento giudiziario, messe in cantiere da Alfonso Bonafede.
La novità è nel metodo, perché nel merito si riparte nel segno della continuità. Dai testi licenziati dal governo Conte bis. La prescrizione, tema più che divisivo, non fa eccezione. Nessuna precedenza, nessuno stravolgimento repentino dell’attuale norma voluta da Bonafede (che, lo ricordiamo, prevede lo stop alla prescrizione dopo il primo grado di giudizio) La questione sarà trattata all’interno di quello che è per un giurista il suo ambito naturale: la riforma del processo penale. Al momento sulla questione i toni si sono abbassati, gli scontri tra i partiti sono sopiti; sarà interessante vedere se la sintesi tanto auspicata dalla Guardasigilli sarà raggiunta all’interno dell’attuale maggioranza. Dove persistono notevoli differenze di vedute sull’argomento. Il Movimento 5 stelle, ad esempio, ha ribadito che bisogna evitare di toccare la riforma Bonafede. Pensano invece che l’impianto vada cambiato Italia Viva e Azione. Tra i parlamentari presenti alla riunione, riporta l’Agi, c’è chi ha fatto notare che “con una maggioranza così ampia occorre rivedere il testo”.
La ministra chiede qualche settimana di tempo per la presentazione degli emendamenti ai vari progetti di riforma: fine aprile, e non più fine marzo, come previsto in precedenza. Per approfondire i vari nodi, saranno istituiti al ministero dei gruppi di lavoro. L’idea è di istituirne uno per la riforma del processo penale, uno per la riforma del processo civile e uno per quella dell’ordinamento giudiziario. A questi potrebbe aggiungersi un quarto, in collaborazione con il Mef, sulla giustizia tributaria.
C’è poi la questione Recovery, della quale la titolare di via Arenula ha ricordato l’urgenza. La parte dei fondi Ue che l’Italia dovrà investire nella giustizia dovranno essere convogliati in primis nelle assunzioni e nella digitalizzazione del settore giustizia, da anni in affanno ma ora ancora più in difficoltà dopo l’iceberg Covid. Senza dimenticare un tema tanto caro alla ministra: le carceri. Ha preso da poco il via una commissione sull’architettura penitenziaria, che ha come obiettivo di ripensare le strutture carcerarie e renderle più adatte al percorso di reinserimento dei detenuti nella società. C’è un impegno poi con il
ministero della Transizione tecnologica e un confronto con il Mef per discutere del finanziamento utile alla digitalizzazione nel settore penitenziario. Che servirebbe non solo a far evolvere la vigilanza ma anche a proseguire l’esperienza per i detenuti delle videochiamate con i familiari, iniziata durante le fasi più dure della pandemia.
C’è poi ancora un nodo da risolvere, e riguarda l’esame di abilitazione per la professione forense nonché il concorso in magistratura. Entrambi saltati nel 2020 causa Covid. Per il primo la soluzione è in dirittura d’arrivo: per la prima volta bando agli scritti, così come ha chiesto il Cts che li ha considerati incompatibili con la situazione epidemiologica, e via libera a due orali. Nella prima prova verrà
richiesto ai candidati di rispondere ai quesiti che sarebbero stati previsti allo scritto. Alla seconda sarà possibile accedere solo se si supera la prima prova. Gli esami erano in programma per metà aprile. Probabile che si slitti di qualche giorno, ma non dovrebbero esserci rinvii che vadano oltre il mese di aprile. Il capitolo concorso in magistratura ancora non è stato aperto: le prove – relative al 2020 – erano in programma per maggio. Anche in questo caso, però, bisognerà tenere in considerazione l’andamento del virus e decidere di conseguenza.
Marta Cartabia oggi ha incassato l’apprezzamento delle varie anime della maggioranza: tutte pronte a dire sì al metodo, ad applaudire alla road map e a collaborare. La sfida sarà vinta dalla Guardasigilli nel momento in cui su temi polarizzanti come la prescrizione riuscirà davvero a realizzarsi quello che durante il precedente governo sembrava impensabile: la sintesi tra pensieri agli antipodi. Come quelli dei 5 stelle e di Italia Viva, tanto per fare un esempio. Ma è ancora presto per essere certi che ciò accada.