Cos’è la misura di inclusione attiva?
Come preannunciato nei mesi scorsi, già da quest’anno il Reddito di cittadinanza verrà sostituito da un nuovo strumento: la «Misura di inclusione attiva» (Mia). Con questa riforma, come ha spiegato Enrico Marro sul Corriere, il governo conta di risparmiare 2-3 miliardi l’anno rispetto ai 7-8 spesi ogni anno per il Reddito di cittadinanza. Il decreto che introduce la nuova misura dovrebbe presto approdare in Consiglio dei ministri. Con la riforma del Reddito di cittadinanza «cambia poco per i non occupabili. C’era da fare un lavoro sulle politiche attive e mi sembra che il governo vada nella giusta direzione su questo, mi sembra che ci sia un’azione molto forte», ha dichiarato il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, ai microfoni di «24 Mattino» su Radio 24, commentando le novità. «Il reddito minimo è previsto dall’Unione europea, l’Italia dovrà fare i conti anche con le direttive europee, se chi perde il lavoro perde il reddito mi sembra una grande criticità», ha aggiunto.
Misura di inclusione attiva: da quando scatta?
Il nuovo sussidio dovrebbe scattare subito dopo i sette mesi di proroga del Reddito di cittadinanza previsti dalla Manovra 2023. Il che significa che le prime domande per la Misura di inclusione attiva si potranno presentare da settembre, con le modalità che verranno definite nei prossimi mesi.
Chi potrà richiederla?
Potranno beneficiare della Mia sia i cosiddetti non occupabili che gli occupabili. Nella prima platea rientrano le famiglie in cui c’è almeno un minorenne, un anziano over 60 o un disabile. Tra gli occupabili invece rientrano i nuclei familiari in cui c’è almeno una persona tra 18 e 60 anni. Per gli occupabili l’importo del sussidio sarà inferiore a quello del Reddito e anche della Misura di inclusione attiva prevista per le famiglie senza occupabili. Inoltre lo percepiranno per un arco di tempo inferiore rispetto al Reddito di cittadinanza. Secondo le stime, tra gli occupabili rientrano 300 mila nuclei monofamiliari più 100 mila nuclei con più membri.
Quali sono i requisiti di residenza?
Per quel che riguarda il requisito della residenza in Italia, dovrebbe scendere da 10 a 5 anni per evitare nuovi richiami da parte di Bruxelles. La Commissione europea a febbraio ha avviato una procedura d’infrazione contro l’Italia proprio su questo. Secondo l’esecutivo Ue il requisito dei 10 anni di residenza attualmente previsto per il Reddito di Cittadinanza si qualifica «come discriminazione indiretta, poiché è più probabile che i cittadini non italiani non soddisfino questo criterio».
Quali sono le soglie Isee?
Il tetto Isee per aver diritto alla nuova Misura di inclusione attiva dovrebbe scendere dagli attuali 9.360 euro a 7.200 euro. Una stretta che rischia di escludere un terzo dei potenziali beneficiari. Con questa nuova misura però si cercherà di garantire più risorse alle famiglie più numerose, correggendo la cosiddetta scala di equivalenza, ovvero quella che fa aumentare l’importo del sussidio in base al numero dei componenti la famiglia.
Quali saranno gli importi della Misura di inclusione attiva?
L’ importo base per un single non occupabile della Misura di inclusione attiva dovrebbe essere lo stesso del Reddito di cittadinanza: 500 euro al mese. Per chi deve pagare un affitto potrebbe esserci una quota in più, ma su questo la discussione è ancora aperta. Per gli occupabili invece la quota base potrebbe scendere a 375 euro.
Chi non accetta un lavoro perde la Mia?
I beneficiari della Mia classificati come «occupabili» non potranno rifiutare un’offerta fi lavoro «congrua» se no perderanno il sussidio. Basterà un solo rifiuto per non avere più diritto alla Misura di inclusione attiva. Per i nuclei con persone occupabili la misura avrà una durata massima di 12 mesi, la prima volta che viene chiesta. Nel caso della seconda domanda, la durata si dimezza a sei mesi e una eventuale terza domanda di sussidio si potrà presentare solo dopo una pausa di un anno e mezzo. Questo meccanismo vuole incentivare i percettori che vengono caterogizzati come «occupabili» a cercarsi un lavoro.
Quanti sono gli attuali beneficiari del Reddito di cittadinanza?
Il numero di beneficiari è passato da poco più di un milione di famiglie nel 2019 al picco di quasi 1,8 milioni nel 2021. Nel gennaio 2023 erano 1,1 milioni le famiglie beneficiarie. L’importo medio è stato di circa 550 euro al mese. La misura è costata 3,8 miliardi nel 2019, 7,2 nel 2020, 8,8 nel 2021, circa 8 nel 2022. Secondo stime della Banca d’Italia, senza il Reddito, i poveri sarebbero aumentati di un milione.