DONNE
Fonte: La Stampa
Una ex dipendente sporge denuncia contro l’azienda: «Gli uomini sono pagati di più e promossi più spesso». Redmond ora rischia una class action
Microsoft rischia una class action in Usa per discriminazione delle impiegate. La causa, riporta il Wsj, parte da Katie Moussouris, una ex dipendente che accusa il colosso di Redmond di pagare un salario più basso alle donne e di promuoverle meno frequentemente. Il dito è puntato contro il sistema di valutazione delle performance dei lavoratori, che vedrebbe gli uomini più premiati in base a criteri soggettivi. Un portavoce di Microsoft ha fatto sapere che la compagnia esaminerà la denuncia.
Moussouris, assunta come manager del programma di sicurezza di Microsoft nell’aprile del 2007, si era dimessa nel maggio 2014. Nella causa la ex dipendente accusa anche un supervisore di ritorsione, scontata con un bonus più basso, dopo che la donna lo aveva accusato di molestie sessuali. Moussouris e i suoi legali puntano a una class action che coinvolga le donne impiegate in Microsoft negli Usa dal 16 settembre 2009 a oggi.
«Siamo impegnati per una forza lavoro diversificata e per un luogo di lavoro dove tutti gli impiegati abbiano una chance di avere successo», ha detto un portavoce di Microsoft. Per la società si tratta della prima accusa di questo tipo. L’anno scorso, tuttavia, un vespaio di polemiche era seguito a una dichiarazione del Ceo Satya Nadella, secondo cui le donne, piuttosto che chiedere un aumento, avrebbero dovuto confidare nel sistema e in un «buon karma». Dichiarazione subito rettificata da Nadella in una lettera ai dipendenti in cui si diceva convinto che «uomini e donne dovrebbero avere parità di retribuzione a parità di lavoro. Se pensate di meritare un aumento – aveva concluso – dovete chiederlo».