Fonte: La Repubblica
Nella riunione tenuta a Varsavia l’Italia ha chiesto nuovamente l’apertura dei porti di altri Stati Ue. Sarà creato un gruppo di lavoro per le modifiche da apportare. L’agenzia si impegna a un maggior sostegno al nostro Paese. Viminale: “Un altro passo avanti”
Sarà rivista l’operazione Triton ed i Paesi Ue dovranno far fronte ai loro impegni di rafforzarla. Lo comunica il direttore di Frontex, Fabrice Leggeri, dopo aver ricevuto nella sede di Varsavia la delegazione italiana guidata dal direttore della Polizia delle frontiere, Giovanni Pinto. L’Italia torna a chiedere l’apertura dei porti di altri Stati membri dell’Ue di fronte all’emergenza migranti. A Varsavia “è stato concordato che sarà stabilito senza ritardi un gruppo di lavoro per identificare ulteriormente ed elaborare cosa deve essere rivisto nel concetto operativo di Triton alla luce delle decisioni già raggiunte a livello politico” a Tallinn sul piano della Commissione Ue. Verrà quindi redatto un “nuovo piano operativo” che sarà successivamente sottoposto ai Paesi dell’Unione.
Soddisfatto il Viminale che aveva chiesto con urgenza l’incontro ed oggi parla di “un altro passo avanti”. Il ministro dell’Interno, Marco Minniti, nei giorni scorsi aveva spiegato che “una sola mossa” non può risolvere il problema. E quindi, pur senza cantare vittoria, ha accolto con soddisfazione l’esito della missione di Pinto a Varsavia. Si va, osservano al Viminale, verso la rinegoziazione dell’operazione Triton, “così come avevamo auspicato”. Ma la strategia di Minniti di “suonare più tasti” non si ferma: domani sarà a Berlino e giovedì a Tripoli per incontrare i sindaci libici.
L’Italia registra l’appoggio del ministro greco per le migrazioni Ioannis Mouzalas, secondo cui le richieste di Roma all’Europa “sono giuste: un problema europeo ed internazionale non può avere una soluzione nazionale”. Mentre una bacchettata arriva da Praga. La Repubblica Ceca rimprovera all’Italia di non aver permesso i colloqui di sicurezza con dieci possibili candidati alla relocation e di non aver risposto ai successivi tentativi di contatto da parte ceca.
Nell’incontro di Varsavia, chiesto dal nostro Paese, Leggeri ha chiesto agli Stati europei di “rispettare i loro impegni di rafforzare l’operazione Triton”. “Tutti i partecipanti hanno riconosciuto che l’Italia sta affrontando una pressione straordinaria e ha bisogno di un sostegno aggiuntivo da Ue e Frontex”. L’Italia, si legge ancora, “ha indicato che in caso di flussi massicci di migranti vorrebbe poterli sbarcare nei porti di altri Paesi”. Il gruppo di lavoro dovrà “ulteriormente valutare la situazione dopo la riunione di oggi e mettere a punto un nuovo piano operativo. Sucessivamente, gli Stati partecipanti saranno consultati”.
Quanto al codice di condotta per le Ong che l’Italia sta elaborando, una volta che sarà adottato verrà valutato dallo stesso gruppo di lavoro per “considerare quanto impatterebbe sulle attività operative di Frontex”.
L’agenzia per le frontiere ha già messo a disposizione per assistere l’Italia nella gestione dell’immigrazione circa 400 funzionari. L’operazione Triton comprende 12 navi, tre aerei e 4 elicotteri. Frontex si è impegnata ad aumentare la propria presenza negli hotspot in Italia “per aiutare le autorità nazionali ad accelerare il processo di identificazione e registrazione dei migranti, così come le procedure per gestire le richieste di asilo. L’agenzia aumenterà anche il suo ruolo nella lotta contro le reti di sfruttamento dei migranti”.
Frontex è infine “pronta ad espandere il suo sostegno all’Italia nei rimpatri” dei migranti che non hanno diritto alla protezione internazionale. “Diversi Paesi si sono detti pronti a partecipare a operazioni di rimpatrio rapido. Ma questo richiederebbe una maggiore capacità di detenzione per quei migranti che devono essere rimpatriati prima dei loro voli di rientro nella patria di origine”.