19 Settembre 2024

Fonte: Corriere della Sera

Il presidente della Commissione attacca sui ricollocamenti: «Se continuiamo a questo ritmo finiamo nel 2101» Renzi: «L’Italia non è più sola sull’emergenza»

 

I Paesi europei devono accelerare il ritmo della redistribuzione dei profughi da Italia e Francia  È il monito della presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker, lanciato da Malta, dove è in corso il vertice europeo sull’immigrazione : «se continuiamo a questo ritmo – ha detto il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker – arriveremo all’obiettivo di redistribuirne 160 mila nel 2101». Nella conferenza stampa al termine dell’incontro di due giorni con i leader africani e poi del Consiglio straordinario Ue, Juncker ha ricordato che la pressione è crescente e che «non abbiamo molto tempo».

«L’Italia non è più sola»

In precedenza era intervenuto anche il premier Matteo Renzi : «il vertice Ue/Africa alla Valletta dimostra che sull’immigrazione l’Italia non è isolata» aveva detto il presidente del Consiglio, aggiungendo che per affrontare la problematica dell’immigrazione «occorre una strategia molto seria e rigorosa, però l’Italia c’è, con tutta la sua solidarietà e la sua forza». Secondo Renzi «questo vertice è un successo del nostro Paese», e ha evidenziato «il nostro impegno in vista del 2017, quando l’Italia presiederà il G7» e in quella occasione metterà al centro «il ruolo del Mediterraneo e la relazione con l’Africa. Si può anche guardare il bicchiere mezzo vuoto e discutere sul fatto che il fondo Ue deve essere più cospicuo – ha aggiunto – ma, primo, l’Italia non è più sola sulla questione dei rifugiati, secondo, l’Africa è una priorità».

«La legge di stabilità non ci preoccupa»

Il premier si era poi soffermato sulla Legge di Stabilità. Il giudizio dell’Europa, in arrivo il 16 novembre, non preoccupa il presidente del Consiglio: la manovra italiana «è una legge che abbassa le tasse, ed è molto importante, dà un segnale vero sui temi della solidarietà e dà un segnale di ripartenza, di fiducia all’economia». Per cui «fuori dai tecnicismi la sintesi è che non vedo particolari problemi con la Commissione». «Ci sono singole valutazioni su singoli punti che verranno affrontati, ma insomma siamo fra i Paesi che rispettano tutte le regole europee», ha aggiunto il premier.

Le clausole di flessibilità

L’Italia ha chiesto tra l’altro di aumentare l’obiettivo di deficit al 2,2% del Pil sfruttando le clausole legate alle riforme strutturali e agli investimenti. In aggiunta, l’esecutivo vorrebbe anche alzare il deficit di altri 0,2 punti di Pil per sostenere l’emergenza straordinaria legata ai migranti. «Le clausole di flessibilità che l’Italia ha chiesto non se le è inventate l’Italia, ma sono quelle che l’Unione europea ha proposto», ha sottolineato Renzi. «Stiamo seguendo un percorso di recupero di autorevolezza, vale per le riforme e per il ruolo di politica estera ed economica». La sintesi- prosegue il premier – è che «non vedo particolari problemi con la Commissione, ci sono singole considerazioni su singoli punti che verranno affrontati in queste ore, come per gli altri Paesi». Ma «noi siamo totalmente in linea con le regole del gioco stabilite dall’Unione europea il 13 gennaio 2015».

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