20 Settembre 2024

Fonte: La Repubblica

Il presidente della Commissione Ue replica al cancelliere Kern che aveva chiesto l’esenzione dalla ‘relocation’. Nel documento di tre pagine ricorda anche che gli hotspot in Italia e Grecia sono “pienamente operativi”. Europarlamento condanna i “migration compact”

 

“Confido che l’Austria adempia agli obblighi di legge e inizi con la ridistribuzione” dei richiedenti asilo “dall’Italia e dalla Grecia”. Così il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker nella sua lettera di risposta al cancelliere austriaco Christian Kern, che aveva chiesto l’esenzione dallo schema della ‘relocation’, ricollocamento dei migranti.
“La Commissione è pronta a discutere come assistere le autorità austriache, affinché adempiano gradualmente ai loro obblighi. Naturalmente terremo conto della solidarietà che l’Austria ha dimostrato in passato”, scrive Juncker. “Capisco le tue preoccupazioni e timori ma desidero sottolineare che la situazione è cambiata”, spiega il presidente della Commissione europea nel documento lungo tre pagine, ricordando tra i vari elementi, che è stata istituita l’Agenzia europea dei guardacoste e delle guardie di frontiera a tempo record, e che gli hotspot in Italia e Grecia sono “pienamente operativi”.
Nel quadro del programma l’Austria nel 2015 si era assunta l’incarico di accogliere circa 1900 migranti provenienti da Italia e Grecia. Italia e Grecia peraltro sono ancora sotto pressione e hanno bisogno del sostegno promesso: “La ridistribuzione è espressione di solidarietà e di equa ripartizione della responsabilità. Per questo è necessario il coinvolgimento attivo di tutti gli Stati membri. E il tempo a disposizione non è molto”. Non si darebbe un buon segnale se non si riuscisse tutti insieme a ripartire entro il settembre 2017 tutti gli aventi diritto in Italia e Grecia.
La reazione austriaca non è tardata ad arrivare. Il ministro degli Interni Wolfgang Sobotka (popolari) ha detto di voler avviare il programma di ricollocamento di 1.900 profughi dall’Italia e dalla Grecia. “Siamo giuridicamente vincolati a rispettare l’accordo europeo e lo faremo”, ha detto un portavoce del ministro all’agenzia Apa. Lo staff del cancelliere Christian Kern (socialdemocratici) vede invece ancora “margini di manovra”, facendo riferimento a un’applicazione “graduale”, alla quale la lettera di Juncker fa accenno.
A fine marzo Kern, a margine di una seduta del consiglio dei ministri a Vienna, aveva manifestato l’intenzione di scrivere una lettera a Bruxelles, spiegando che l’Austria chiede “comprensione” per l’intenzione di disapplicare il piano di ricollocamento dei migranti. “Non siamo agenti provocatori”, aveva sottolineato Kern affermando che Vienna “di certo non cercherà un procedimento di infrazione con Bruxelles”. La procedura – aveva aggiunto – “addirittura è pro-europea. Gli impegni, presi a livello europeo, di per sé vanno rispettati per il bene della comunità”.
Kern aveva  ricordato però il numero di migranti e profughi che attualmente soggiornano già in Austria. Il piano di redistribuzione nei Paesi Ue di 160 mila richiedenti asilo giunti in Italia e in Grecia dal settembre 2015 prevede che Vienna accolga quasi duemila persone. Kern aveva allora spiegato che l’Austria  ha già accolto quasi lo stesso numero di migranti, giunti illegalmente nel Paese. Per la Commissione europea invece nessuno dei quasi 27 mila migranti finora ricollocati è stato accolto in Austria.
Oggi, nel frattempo, in una risoluzione approvata per pochi voti, il Parlamento europeo ha condannato l’uso dei cosiddetti “migration compact” per incoraggiare i Paesi terzi a bloccare i flussi di migranti verso l’Europa.
Il testo, approvato con 333 voti favorevoli, 310 contrari e 46 astensioni, chiede di instaurare un “regime di governance multilaterale” per le migrazioni, una più stretta cooperazione tra l’Ue, gli organismi specializzati delle Nazioni Unite, le banche multilaterali di sviluppo e le organizzazioni regionali, e la creazione di una vera e propria politica comune europea in materia di migrazione incentrata sui diritti umani e basata sul principio di solidarietà tra gli Stati membri.
Il Parlamento europeo, inoltre, vuole essere coinvolto nell’attuazione dei cosiddetti “migration compact” che l’Ue sta negoziando con paesi terzi per frenare i flussi migratori.
Secondo i deputati, che hanno condannato la mancanza di trasparenza di questi accordi, gli aiuti dell’Ue dovrebbero essere concessi senza condizioni. Per l’Europarlamento, i “migration compact” non devono servire per incentivare i Paesi terzi “a cooperare alla riammissione dei migranti irregolari o dissuadere con la coercizione le persone dal mettersi in viaggio, oppure fermare i flussi diretti in Europa”. La risoluzione, infine, sostiene la campagna Together delle Nazioni Unite per ridurre la percezione negativa dei rifugiati e dei migranti.

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