19 Settembre 2024

Fonte: Il Corriere della Sera

Frontiere chiuse

Il presidente della Commissione lancia l’allerta sulla fine della libera circolazione delle persone all’interno dell’Unione. «Così anche il mercato unico è minacciato»

Rimettere in discussione Schengen e la libera circolazione delle persone rischia di affossare il progetto di Unione europea. È l’allarme lanciato dal presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, nel suo intervento dell’Aula del Parlamento europeo.

L’ultima occasione

A causa della crisi migranti sempre più Paesi membri hanno reintrodotto e stanno reintroducendo i controlli alle frontiere. Juncker ha spiegato che se continua così «oggi si reintroducono i controlli alle frontiere, domani ci accorgeremo che il colpo economico è considerevole e dopodomani ci chiederemo perché c’è ancora una moneta unica se non c’è più la libertà di movimento». In pratica, ha avvertito Juncker, «il mercato unico e di conseguenza l’Unione europea sono minacciati nei fondamenti». Per l’Europa «c’è un rischio molto forte, un rischio di sopravvivenza», dovuto anche all’inazione degli Stati membri, visto che su ricollocamento e redistribuzione dei migranti «gli accordi raggiunti non sono ancora tradotti in pratica». Juncker ha puntato il dito contro gli egoismi dei singoli stati. «Alcuni governi sono veloci ad attaccare Bruxelles, ma si guardino allo specchio, anche loro sono Bruxelles». Anche il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk è detto preoccupato: «Abbiamo due mesi per rimettere la situazione migratoria sotto controllo: il Consiglio di marzo sarà l’ultima occasione per vedere se la nostra strategia funziona. Altrimenti affronteremo una crisi che prevede anche il crollo di Schengen».

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