23 Novembre 2024

Fonte: Corriere della Sera

di Marco Galluzzo

«Hanno peggiorato le cose, hanno un atteggiamento di superiorità insopportabile, ma tutto ha un limite, e non si dica che questo strappo viene gestito unicamente dal governo, il fronte istituzionale italiano è perfettamente compatto».
Alle otto di sera chi parla a Palazzo Chigi è appena uscito dallo studio del presidente del Consiglio, ha seguito per intero la giornata di scontro con la Francia, le trattative fra la Farnesina e il Quai d’Orsay, il coordinamento fra i ministri: la reazione italiana, la decisione conseguente, è omogenea, senza sfumature o incertezze di sorta. Al momento il vertice a due di Parigi «è congelato, se non arriveranno parole di fattiva collaborazione e di autocritica da parte dell’Eliseo, il presidente del Consiglio venerdì certamente non sarà in Francia».
Inutili dunque i tentativi di ricucitura esperiti per tutta la giornata di ieri. Nel pomeriggio sembrava essersi aperto uno spiraglio, con le parole solidali del ministro per gli Affari europei transalpino. Ma Matteo Salvini e Luigi Di Maio, i due vicepremier, il capo del governo, Giuseppe Conte, il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, non hanno avuto alcuna esitazione nel definire «peggiorative» le dichiarazioni, gli atteggiamenti e le note che nel loro insieme, con il passare delle ore, sono arrivate da Parigi. Compresa ovviamente quella decisiva di Macron, che oltre a non scusarsi ha in qualche modo dileggiato il vicepremier Matteo Salvini.
Non è un mistero — raccontano ancora nel governo — che Sergio Mattarella ha dato pieno appoggio a Conte, condividendo sia la convocazione mattutina dell’ambasciatore francese (che fra l’altro ha mantenuto i suoi impegni a Milano e inviato alla Farnesina, senza eccellere in cortesia diplomatica, la sua numero due) sia la necessità di scuse formali.
Insomma quando alle otto di sera un nota ufficiosa del governo fa sapere che il viaggio a Parigi di Conte è probabilmente rinviato sine die, che «al momento non ci sono le condizioni» per una conferma, restano molte macerie diplomatiche e anche molti interrogativi. Si capisce dalle parole e dalle sfumature che il governo italiano non ha ancora intenzione di annullare la visita, che restano 24 ore nelle quali sarà attesa una retromarcia dell’Eliseo: si fa anche capire che le scuse chieste da Salvini si possono dare, e dunque ricevere, «in molti modi, ma sicuramente in maniera costruttiva, permettendo al premier italiano di accettare un invito che viceversa dovrà essere declinato».
Altri dettagli affiorano dalle analisi che sono state fatte fra Palazzo Chigi e Farnesina sulla posizione di Macron. In questi giorni il presidente francese «è in vista in regioni che hanno un altissimo numero di elettori di Marine Le Pen, è sicuramente in difficoltà sul fronte interno, e per mere ragioni di tornaconto personale ha alzato i toni contro l’Italia». Non solo, dicono ancora fonti governative che un altro tasto dolente del presidente francese è il rapporto con le Ong del suo stesso Paese, che lo accusano di avere un atteggiamento troppo duro verso i migranti. Conseguenza: «Ha scaricato su di noi problemi interni dei francesi e questo è intollerabile, così come è intollerabile che il loro ministro dell’Interno dica che hanno ridotto i flussi dell’80 per cento. Se qualcuno ha fatto qualcosa negli ultimi anni è l’Italia».
Nessuno al momento fra Palazzo Chigi e la Farnesina spera davvero che Macron torni sui suoi passi nelle prossime 24 ore: a questo punto è molto probabile che il primo viaggio europeo di Conte sia a Berlino, la prossima settimana, e non a Parigi.

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