22 Novembre 2024

Fonte: La Repubblica

Incontro a Parigi tra Minniti, Collomb e De Maiziere, alla presenza del commissario Ue Avramopoulos. Accordo per potenziare il coordinamento della guardia costiera italiana. E si studia una formula per estendere controlli sulle coste libiche

“Piena intesa”. C’è l’accordo dopo un vertice durato due ore e mezza fra Italia, Francia e Germania per affrontare con nuova forza l’emergenza migranti, in vista della riunione informale dei ministri degli interni dell’Ue giovedì 6 luglio a Tallinn, in Estonia. Tra i punti qualificanti la regolamentazione delle azioni e dei finanziamenti delle Ong e più fondi per consentire alla Libia il controllo delle coste, implementando una sorta di esternalizzazione delle frontiere europee nel Paese africano. E poi un rilancio del piano di ricollocamento, riscrivendone i termini per permettere di sbarcare i migranti in altri Paesi.
L’intesa è stata raggiunta durante una cena di lavoro iniziata intorno alle a Parigi tra i ministri dell’Interno dei tre Stati (Marco Minniti, Gérard Collomb e Thomas de Maiziere) e il commissario europeo Dimitris Avramapoulos. L’incontro era stato convocato per discutere di “un approccio coordinato e concertato” alla crisi migratora nel Mediterraneo e “per vedere come poter meglio aiutare l’Italia”, dopo la minaccia formulata nei giorni scorsi di chiudere i porti italiani agli sbarchi.
Uno dei punti dell’intesa sarebbe la necessità di limitare la libertà di movimento delle navi delle Ong, vietandogli l’ingresso in acque libiche. Inoltre le navi delle Organizzazioni non governative potranno spegnere il trasponder di bordo per la localizzazione e fare segnali luminosi; e la ‘regia’ delle operazioni dovrebbe essere riportata in maniera più definita sotto l’ombrello della Guardia Costiera. Il protocollo sulle Ong potrebbe spingersi fino a bloccare l’accesso in porto a chi non è in regola.
Temi delicati – a cui si aggiunge quello della trasparenza sui finanziamenti – dei quali si parlò già settimane fa quando uscirono i contenuti di un dossier Frontex e quando scoppiò un acceso dibattito attorno alle indagini del procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro: organizzazioni come Medici senza frontiere reagirono affermando che nella maggior parte dei casi è il sistema di coordinamento di Roma a dire dove andare. Quanto ai porti di destinazione, più complessa appare invece la possibilità di coinvolgere altri soggetti, come Malta, ipotesi a cui pure si era pensato.
L’altro capitolo chiave è quello della distribuzione dei migranti. L’Italia chiede all’Europa impegni certi e alcune modifiche. Con le regole oggi in vigore accedono alla relocation solo i richiedenti asilo di nazionalità con un tasso medio di riconoscimento pari o superiore al 75%. Una soglia troppo alta, che l’Italia chiede di rivedere.
E ancora: ruolo di coordinamento più forte in capo alla Guardia costiera italiana. Rilancio del piano dei ricollocamenti dei migranti giunti in Italia e Grecia. Esternalizzazione delle frontiere italiane (ed europee) in Libia, sulla scia dell’accordo con la Turchia e cioè più controlli al confine meridionale libico, vera porta d’accesso dei flussi.

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