24 Dicembre 2024

«Le soluzioni innovative sono state apprezzate e vengono apprezzate anche da altri Paesi» ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani in videocollegamento a margine dal Kosovo

A gennaio il governo punta a riprendere i trasferimenti dei migranti verso l’Albania. Forte anche della sentenza della Cassazione del 19 dicembre che «ci ha dato ragione» e del vento di destra che soffia in Europa, spingendo verso la difesa dei confini esterni. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni da Saariselkä, nella Lapponia finlandese,  di aver convocato per oggi, lunedì 23 dicembre, «una riunione sul tema per capire come procedere». Tra una sentenza e l’altra, dunque, la premier tira dritto dopo aver promesso pochi giorni fa che «i centri funzioneranno, dovessi passarci ogni notte da qui alla fine del governo italiano».
A Palazzo Chigi ci saranno anche il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani (in collegamento dal Kosovo), il sottosegretario Alfredo Mantovano, i ministri di Interno, Difesa ed Affari europei, Matteo Piantedosi, Guido Crosetto e Tommaso Foti. Piantedosi relazionerà sugli arrivi via mare, quest’anno in netto calo: 65mila contro i 153mila del 2023. Si farà il punto – anche alla luce dell’ultima pronuncia degli ermellini – sulle condizioni per riattivare il progetto Albania all’inizio del prossimo anno, dopo la falsa partenza. I giudici hanno infatti finora bocciato i trattenimenti nei centri albanesi dei richiedenti asilo.
Per superare l’ostacolo il governo – con un emendamento inserito nel decreto flussi – ha trasferito la competenza delle decisioni sui trattenimenti dai magistrati delle sezioni immigrazione alle Corti d’appello. Con la speranza di avere decisioni favorevoli. La misura diventa operativa 30 giorni dopo l’entrata in vigore della legge, cioè il prossimo 11 gennaio. Da quel momento, dunque – è la linea che potrebbe emergere dalla riunione del 23 dicembre – la Libra potrà tornare a portare migranti verso il porto di Shengjin.
Nel frattempo, lo scorso 19 dicembre c’è stata una sentenza della Cassazione che il centrodestra ha interpretato come di sostegno alla sua posizione. La pronuncia – su un caso che precede il decreto con cui il governo ha ridefinito la lista dei Paesi sicuri – riconosce alla politica il diritto di stabilire un regime differenziato delle domande di asilo per chi proviene da Paesi designati come sicuri. E dunque il giudice «non può sostituirsi» al ministro degli Esteri, né «può annullare con effetti erga omnes il decreto ministeriale». Il magistrato può tuttavia valutare se la designazione è legittima ed eventualmente disapplicare «in via incidentale» il decreto sui Paesi sicuri.
La Cassazione, deve ancora pronunciarsi sui ricorsi presentati dal governo contro le prime mancate convalide del trattenimento di migranti emesse dalla sezione immigrazione del tribunale di Roma il 18 ottobre scorso. Nell’udienza del 4 dicembre il pg, in tema di definizione di Paesi sicuri, ha chiesto ai supremi giudici di sospendere il giudizio in attesa che a marzo si pronunci la Corte di Giustizia dell’Ue.
Intanto, il governo cerca di allargare il consenso in Europa sulle nuove regole per rimpatri e Paesi sicuri ed anticipare i tempi. Un quadro di norme europee diverse da quelle attuali, specchio dei mutati equilibri politici – è la convinzione nell’esecutivo – avrebbe un effetto anche sulle decisioni dei giudici italiani rendendo praticabile il progetto Albania. La presidente Ursula von der Leyen ha assicurato che la commissione Ue vuole procedere spedita sulla nuova direttiva rimpatri, la revisione della definizione di Paese sicuro ed il possibile utilizzo di hub per i rimpatri in Paesi terzi.

Salvini, Viminale? Sicuramente bello occuparsi di sicurezza
«Al ministero degli Interni c’è un amico, una persona che ha la mia amicizia e la mia fiducia come Matteo Piantedosi. Sicuramente occuparsi della sicurezza, del futuro, della tranquillità e della serenità di milioni di italiani è qualcosa di bello a cui tutti non potrebbero che ambire e se qualcuno in passato poteva dire “Salvini non può andare agli Interni perché c’è un processo in corso sulla sua condotta da ministro”, adesso questo alibi non c’è più. Ma in questo momento sto bene dove sto. E poi parlerò con Giorgia e con Matteo, questo governo è una squadra di amici e quindi vedremo». Così il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini a margine di un incontro con i cittadini a Milano, rispondendo a chi gli ha chiesto di un ipotetico ritorno al Viminale dopo l’assoluzione nel processo Open Arms.

«Congresso della Lega entro la fine dell’inverno»
Quanto al Congresso federale della Lega, il vicepremier ha chiarito che si terrà «entro la fine dell’inverno, a febbraio o marzo».

«Vannacci governatore della Toscana? Sta bene dov’è»
Infine una battuta sulla possibilità di Roberto Vannacci candidato governatore in Toscana: «Ha appena preso mezzo milione di voti per tutelare l’Italia in Europa. Quindi penso che si trovi bene e lavori bene dov’è da pochi mesi. Sicuramente darà una mano alla Lega e ai toscani. Sono già in modalità operativa».

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