22 Novembre 2024

Dopo la proposta di Matteo Salvini, la Regione si attiva per coinvolgere Comune, università, centri e associazioni. Mind e Citylife le ipotesi per la sede. Contrari Di Maio e Albertini. Il sindaco: «Ci si può ragionare» a patto che «non sia una boutade elettorale»

Il giorno dopo la proposta di Matteo Salvini di un ministero dell’Innovazione a Milano — magari a Mind, come proposto dal governatore Attilio Fontana — anche il mondo delle università e delle imprese dice sì. E per la realizzazione si è già attivata Regione Lombardia: «Mettiamo a disposizione un tavolo di lavoro, insieme al Comune di Milano e a tutto il tessuto economico sociale lombardo. Coinvolgiamo università, scuole, centri di innovazione, associazioni di categoria e tutte le istituzioni», ha annunciato l’assessore allo Sviluppo Economico Guido Guidesi. L’ex presidente lombardo Roberto Formigoni parla di «un’ottima proposta» e si dice «speranzoso che difficoltà burocratiche non impediscano questo, che è un progetto semplice, ma utilissimo».
A favore di un ministero milanese (ma non esclusivamente milanese) è il rettore del Politecnico Ferruccio Resta che allarga la proposta a livello nazionale. «Non è un progetto di Milano o della Lombardia, ma nazionale, per fare un’innovazione moderna anche sui modelli di governance. Decentrare i ministeri — spiega Resta, il cui mandato termina a dicembre — può essere un punto di forza per valorizzare le vocazioni territoriali e avere elementi freschi di gestione del governo: se si facesse un ministero a Napoli o a Milano darebbe vitalità e freschezza». Il PoliMi è «pronto a fare la sua parte: presidiamo l’innovazione tecnologica, ma ci sono anche enti di ricerca e imprese sul territorio che sviluppano innovazione in altri campi».
Favorevole anche la prorettrice dell’Università Statale, Marina Brambilla, secondo cui un dicastero in città «valorizzerebbe il grande lavoro che Regione e Comune stanno facendo, con le università, le imprese, i centri di ricerca pubblici e privati del territorio». Giusta anche la location ipotizzata, dal momento che «Mind è volto alla creazione di un ecosistema specificamente pensato per ospitare un polo tecnologico finalizzato alla ricerca scientifica. Quindi è un contesto ideale per sviluppare progetti innovativi, esperienze, idee e ricerche che possano circolare liberamente».
Chi invece rilancia sulla collocazione è Enrico Pazzali, presidente di Fondazione Fiera Milano, che vorrebbe portare il ministero «in una casa adeguata e all’altezza: le nostre strutture collocate tra il Portello e CityLife. L’idea è in linea alla nostra mission. Siamo assolutamente disponibili al dialogo». Anche dalle imprese arriva un plauso all’idea leghista. Per Alessandro Spada, Presidente di Assolombarda, «Milano è la città in cui imprese e università all’avanguardia progettano il futuro. Questa sinergia crea le condizioni ideali per valutare seriamente la ricollocazione del ministero dell’Innovazione qui, perché il territorio milanese ha dato già prova di un modello di sviluppo e di ricerca funzionale. Avvicinare il centro dei decisori politici a chi produce, crea e innova significa assicurare maggiore spinta verso la creazione di un valore aggiunto competitivo con i benchmark europei e internazionali».
Ma il dicastero milanese piace anche al centrosinistra. Se il sindaco Beppe Sala già domenica si era detto favorevole, lunedì ha ribadito che «ci si può ragionare» a patto che «non sia una boutade elettorale». E anche Carlo Cottarelli, candidato nel proporzionale del Senato a Milano con il Pd, la vede un’ipotesi realistica: «Non è sbagliata l’idea di avere un ministero qua».
Assolutamente contrari invece il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e l’ex sindaco meneghino Gabriele Albertini. Per il primo si tratta di una proposta che dimostra che Salvini «ha buttato giù la maschera: è tornata la Lega Nord!», mentre per Albertini è «uno spot pubblicitario, senza prodotto».

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