Bertolaso o Moratti alla Salute. Per Casellati spunta l’ipotesi dell’Università
Giorgia Meloni vorrebbe giurare nelle mani del capo dello Stato, con la sua squadra di governo, al più tardi lunedì prossimo. Fra una settimana esatta. Un incontro con Silvio Berlusconi, per cercare un compromesso, è in programma oggi. Questa volta in via della Scrofa, sede di Fratelli d’Italia. Si punta a una riappacificazione per chiudere su un cornice di massima di questo tipo: in tutto 23 ministri, esattamente come Draghi. Due vicepremier, Antonio Tajani e Matteo Salvini. E poi cinque dicasteri agli azzurri, sei alla Lega, nove o dieci a Fratelli d’Italia, con due o al massimo tre tecnici a completare la squadra. L’area che al momento appare più incerta è quella di Forza Italia, e il nome del ministero della Giustizia continua a marcare una distanza molto ampia fra il Cavaliere e la Meloni.
Lei sembra non cedere e continuare a riporre la sua fiducia sul magistrato Carlo Nordio, eletto in Parlamento con Fratelli d’Italia . Lui vorrebbe come Guardasigilli — e tutta la matassa si scioglierebbe in un batter d’occhio — o Elisabetta Casellati o Paolo Sisto (quest’ultimo si schermisce dicendo di stare «molto bene con i piedi per terra»). Ma è difficile che la premier in pectore lo accontenti, potrebbe però fornire alcune compensazioni: per esempio mettendo un tecnico non inviso a Forza Italia come Guido Bertolaso, o anche Letizia Moratti, alla Salute.
Per molte caselle ancora i nomi sono almeno due o tre. Nella stessa logica di una compensazione con un tecnico d’area, gradito anche a Berlusconi, Antonio D’Amato, ex presidente di Confindustria, avrebbe delle chance di andare al ministero della Transizione ecologica. Oltre agli Esteri con Antonio Tajani, gli altri ministeri che potrebbero andare a Forza Italia sono Università (anche qui fa capolino il nome della Casellati), Istruzione, e Pubblica amministrazione.
La pattuglia di Fratelli d’Italia è già più chiara: ne sono punti fissi — almeno in apparenza — Giovanbattista Fazzolari come perno istituzionale di Palazzo Chigi, Adolfo Urso e Raffaele Fitto, rispettivamente alla Difesa e agli Affari europei; Eugenia Roccella alla Famiglia; Guido Crosetto che ha diverse possibili destinazioni, prima fra tutte quella del Mise. Fratelli d’Italia terrebbe per sé anche i ministeri dei Rapporti con il Parlamento, del Turismo, dello Sport, della Cultura (fra i papabili il manager Gianmarco Mazzi, appena eletto nelle liste di FdI, ma anche Gennaro Sangiuliano, direttore del Tg2, che in alternativa potrebbe essere promosso alla guida del Tg1).
L’assetto della Lega è quello che appare meno incerto. Matteo Salvini potrebbe andare alle Infrastrutture sommando la carica di ministro a quella di vicepremier. Le deleghe su Affari regionali e Autonomie dovrebbero andare a Roberto Calderoli. Il ministero dell’Interno, con il prefetto Matteo Piantedosi, verrebbe conteggiato in quota Lega. Che avrebbe anche il ministero delle Disabilità e il primo dei ministri in ordine di importanza, quello dell’Economia, con Giancarlo Giorgetti.