22 Novembre 2024

Fonte: La Stampa

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Il commissario Ue: «Attesi i dati su bilancio e riforme. Le sanzioni? Una sconfitta»

Per assicurarsi la promozione a marzo e l’uso della nuova flessibilità Ue l’Italia deve fare quello «sforzo in più» richiesto dalla Commissione, cioè ridurre il deficit strutturale di 0,25%. A chiarire il percorso e le possibilità dell’Italia in Europa è oggi il commissario agli affari economici Pierre Moscovici, che a due settimane dalle nuove stime economiche richiama l’Italia ai suoi impegni, già rivisti al ribasso grazie alla nuova politica della Commissione Ue che ha riletto la disciplina di bilancio alla luce della necessità di tornare in fretta a crescere. E per Bankitalia, l’attesa in Italia può finire: «Il primo trimestre del 2015 dovrebbe far segnare un piccolo aumento del Pil e si tratterebbe del primo di una serie di rialzi trimestrali che proseguirebbero fino a tutto» il 2016, ha detto il direttore generale Salvatore Rossi.

L’analisi sul bilancio italiano che Bruxelles farà a inizio marzo «si baserà sulla nuova flessibilità», ma «lo sforzo richiesto di 0,25 va comunque rispettato» ed entro questa settimana devono arrivarci «i dati su bilancio, riforme e sforzi» previsti, ha detto Moscovici in un incontro con la stampa italiana. Nessuna sorpresa per il ministero dell’Economia italiano, che resta fiducioso sul riconoscimento da parte europea dello sforzo già fatto dall’Italia. «Non ci chiederanno alcuna manovra» ha detto nei giorni scorsi il ministro Pier Carlo Padoan. Dal Tesoro evidenziano peraltro che con la legge di Stabilità è già stata fatta una correzione del deficit strutturale dello 0,3%.

Il commissario ha spiegato che entro questa settimana aspetta «le informazioni relative alle analisi economiche e di bilancio italiane, e sulle riforme», perché sono dati che vanno inclusi nelle nuove previsioni economiche che saranno pubblicate il 5 febbraio. Con il Governo italiano, spiega, «sono in corso scambi continui e ci sarà una seconda missione tecnica a Roma prima della fine del mese». Alla base del dialogo “tecnico” e della richiesta che Moscovici ribadisce oggi, c’è la diversa interpretazione dello sforzo strutturale che l’Italia prevede di fare nel 2015, e che ha inserito nella legge di stabilità. Stando al documento in cui Bruxelles analizzava la legge di stabilità a novembre, laddove il Governo prevede un miglioramento del saldo strutturale di 0,3%, la Commissione vede un miglioramento di appena 0,1%, anche a causa di una diverso peso attribuito alle privatizzazioni. È questo il “gap” da colmare, come aveva chiesto all’Italia anche l’Eurogruppo di dicembre che confermava le cifre fatte dalla Commissione. Moscovici ricorda che grazie all’ «uso intelligente delle regole» che favorisce la crescita, «lo sforzo richiesto all’Italia passa da 0,5 a 0,25, che è già un progresso e che va rispettato». Se l’Italia non farà lo sforzo richiesto, Bruxelles può sempre giocare la carta delle sanzioni che però «sono sempre una sconfitta, lo scopo della Commissione non è punire ma convincere, vogliamo avere un dialogo costruttivo», conclude il commissario.

L’esame di marzo terrà già in considerazione la nuova flessibilità. L’Italia può beneficiare di tutte e tre le clausole: quella per investimenti (che scomputa una parte della spesa dal deficit se si rispetta il 3%), quella per le riforme (che allunga i tempi del consolidamento per chi le attua) e quella per l’aggiustamento ciclico (che riduce gli sforzi richiesti se il ciclo è negativo, e per l’Italia è stata già di fatto applicata).

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