19 Settembre 2024
POLITICA
Fonte: La Stampa

Il ministro: «I musei e i siti archeologici sono servizi pubblici essenziali». Giudizio positivo sulla sospensione delle assemblee dei lavoratori: «Risolvere il problema andando oltre la situazione di Pompei, tutelando i visitatori»

Mai più chiusure ai turisti per assemblee sindacali: il governo si prepara a tutelare l’immagine degli Scavi di Pompei e di altri siti ricorrendo, se occorre, anche alla precettazione.

Nella giornata in cui è stata annunciata la riapertura del Teatro Grande di Pompei con un importante evento di due giorni (28 e 29 giugno), nell’ambito del Forum universale delle Culture, il ministro Dario Franceschini ha criticato pesantemente la mobilitazione dei lavoratori del sito archeologico, ottenendo l’appoggio della segreteria nazionale della Cisl.

La chiusura di questa mattina – conclusasi con una tregua ottenuta dal Soprintendente archeologico di Ercolano, Pompei e Stabia, Massimo Osanna – è stata definita dal ministro Franceschini «un ulteriore danno in termini di immagine che rischia di vanificare il difficile lavoro che tutti i livelli istituzionali, dall’Europa al Governo, al ministero, agli enti locali, sino ai lavoratori stanno facendo per Pompei. Per questo mi sono attivato per una modifica normativa che aggiunga l’apertura dei luoghi della cultura all’elenco dei servizi pubblici essenziali. Una nuova norma che consenta di ricorrere, in casi eccezionali, alla precettazione del personale per scongiurare le chiusure e e tutelare i diritti dei visitatori».

Le assemblee sono state sospese e venerdì partirà una nuova contrattazione sull’organizzazione interna e sugli emolumenti non erogati al personale: un’apertura «sicuramente positiva», ha giudicato il ministro. «Ma anche questa mattina il sito archeologico di Pompei è stato chiuso per più di un’ora» ha sottolineato, affermando che la questione delle chiusure dei luoghi della cultura «deve essere risolto alla radice e andando oltre Pompei. Mi pare infatti indiscutibile che i musei e i siti archeologici siano servizi pubblici essenziali, peraltro di grande valore e importanza».

Pieno appoggio a Franceschini è arrivato dal segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, che ha chiesto un «incontro urgente» per «definire un quadro di regole chiare di comportamenti reciproci tra le amministrazioni pubbliche e i rappresentanti dei lavoratori per evitare che ogni fisiologico contrasto sfoci nell’interruzione del servizio pubblico e della fruizione dei beni archeologici e architettonici, come è accaduto in queste giornate a Pompei». L’incontro avverrà, assicura Franceschini: «Certo che incontrerò Cgil, Cisl e Uil, stiamo già in contatto per definire la data». «Un rapido e incisivo cambio di marcia» viene sollecitato anche Giuseppe Sarnella, presidente di Confimprese TurismoItalia: «Se il sito archeologico di Pompei – fosse gestito da privati, seguendo ad esempio il modello americano dove il marketing turistico è alla base di ogni loro iniziativa, sono certo che non chiuderebbero per un’assemblea sindacale e non avremmo assistito alle scene tristi di turisti in fila di fronte ai cancelli chiusi che stanno facendo il giro del mondo».

LE RISORSE A DISPOSIZIONE

Nel 2014 per i beni archeologici di Pompei, Ercolano e Stabia sono state stanziate risorse per 2 milioni di euro, a cui si aggiungono altri 1.5 milioni stanziati e già spesi nel 2013: sono risorse della Soprintendenza, inseriti in un piano triennale, che si affianca al pacchetto da 105 milioni di euro stanziati dall’Unione europea per promuovere la tutela e la salvaguardia degli scavi e delle aree circostanti, le «buffer zone». Il milione e mezzo di euro del 2013 è stato speso per il censimento e la manutenzione delle opere all’interno della città antica, oltre che per un intervento su un’«insula» della Regio VIII.

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