Per la prima volta eletta una donna come presidente. Netumbo Nandi-Ndaitwah, 72 anni. Ma lascia al potere lo Swapo, il partito che governa il Paese dal giorno della sua indipendenza: 1990
La Namibia cambia ma rimane la stessa. Per la prima volta elegge una donna come presidente. Netumbo Nandi-Ndaitwah, 72 anni. Ma lascia al potere lo Swapo che governa il Paese dal giorno della sua indipendenza: 1990. Un’altra novità in una stagione nella quale l’Africa australe ha cambiato volto e rotta politica. Nel vicino Sudafrica l’African national congress dal maggio scorso non è più il partito di maggioranza. E anche nel Botswana c’è stato il primo cambio al vertice dopo un periodo che durava addirittura dal 1966. Tutta l’area meridionale del continente sta cominciando a scegliere la logica dell’alternanza.
Un segno che la democrazia si sta consolidando? La Namibia che resta uguale offre però un volto nuovo. Una scelta rivoluzionaria fino a un certo punto. Non ci sono mai state donne alla guida di questi Paesi, ma il loro ruolo non è mai stato secondario. A cominciare dalla storica moglie di Nelson Mandela, Winnie Madikizela, molto più di una compagna di vita. Fedele testimone quando il marito era in carcere, poi, però, anche presenza ingombrante. Netumbo Nandi-Ndaitwah, è figlia di un pastore anglicano, aveva vissuto in Unione sovietica dove si era rifugiata in esilio negli anni dell’apartheid. Ha fatto parte del Komsomol, l’organizzazione giovanile del Partito comunista dell’Urss. Una matrice marxista che, però, si è molto attenuata nel corso degli anni. Al punto che oggi la neopresidente è più vicina a posizioni conservatrici. La Namibia è un Paese vasto e giovane. Con un’identità ancora da definire del tutto. Piccolo laboratorio politico per un Continente che è stufo di luoghi comuni e contrasti ancestrali.