19 Settembre 2024

POLITICA

Fonte: La Stampa

ANSA - La Stampa
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Ecco la rosa dei candidati sul tavolo Pd: 6 nomi Grasso reggente. Primo voto in Parlamento il 29

ROMA

Quirinale, mercoledì 14 gennaio, ore 10,35: finisce l’era di Giorgio Napolitano. Il Capo dello Stato si dimette. Firma la lettera – poche righe, massima sintesi – con cui dà seguito all’annuncio fatto in televisione la notte dell’Ultimo dell’anno. Lascia il Quirinale dopo la presidenza più lunga: nove anni.

 

La corsa alla successione è già partita: il primo voto è previsto il 29 gennaio, già il 31 potrebbe uscire il nuovo Capo dello Stato votato a maggioranza semplice. Da ambienti Pd filtra intanto la prima rosa di nomi. Sono in sei: Amato, Fassino, Finocchiaro, Mattarella, Padoan e Veltroni.

 

L’addio del Presidente non tralascia niente del protocollo, ma ugualmente assume un tono intimistico, quasi dimesso. La cronaca dell’ultima mattinata al Colle lo vede ricevere le ultime telefonate di saluto, leggere per l’ultima volta la rassegna stampa preparata per i presidenti, poi la rilettura del testo della lettera con cui si dimette, e quelle di accompagnamento per i presidenti di Camera e Senato, ed il Presidente del Consiglio.

 

Dopo la firma, il segretario generale della Presidenza, Donato Marra, parte con una scorta di corazzieri moticiclisti alla volta di Palazzo Madama e Montecitorio. Nel frattempo un altro corazziere si affaccia dalla Sala dei Precordi (quella con il terrazzino che dà in direzione della fontana con i cavalli) ed ammaina la bandiera. Cala anche la bandiera sul Torrino, segno che, per i prossimi giorni, la sede del Quirinale è vacante. La reggenza, infatti, passa al Presidente del Senato Pietro Grasso, ma questi – come da prassi – non verrà a insediarsi sul Colle. Grasso si sposta a Palazzo Giustiniani, venti metri dal Senato, e vi resterà fino all’elezione del prossimo Capo dello Stato. A segnare il cambiamento, a Palazzo Giustiniani arrivano due corazzieri a fare da piantone all’entrata e al piano dello studio del Supplente.

 

Napolitano intanto saluta i dipendenti, scende dallo Studio alla vetrata fin nel Cortile d’Onore, riceve i saluti di un picchetto e gli viene consegnato lo Stendardo del Presidente, quella bandiera a quadrati contrapposti blu, rossi e bianchi con al centro lo stemma della Repubblica. Esce in auto dal Portone Principale, la folla l’applaude. L’applaude anche la Camera, dove Laura Boldrini dà lettura della missiva con cui ha annunciato l’abbandono. Lui intanto raggiunge la sua casa privata, nella vicina Via dei Serpenti. Da ogni parte saluti e ringraziamenti, meno che dai grillini. Beppe Grillo lo invita a rinunciare alla carica di senatore a vita. Matteo Renzi, viceversa, gli invia l’ultimo ringraziamento. Da oggi inizia la corsa all’elezione del successore.

 

La prima seduta del Parlamento in seduta comune per l’elezione del prossimo Capo dello Stato si terrà il 29 gennaio alle 15. La parola per la scelta del successore passa a Matteo Renzi. L’obiettivo del Pd è arrivare all’elezione del futuro presidente della Repubblica «in tempi ragionevoli, al quarto o quinto scrutinio anche se non vogliamo dare numeri», spiega il vicesegretario del Pd Deborah Serracchiani, al termine della segreteria, confermando il timing per riuscire a mettere a segno la partita del Colle. Il premier per ora tiene coperte le sue carte. Come anticipato oggi da La Stampa, in pole ci sarebbero Fassino, Mattarella e Bassanini.

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